Tribunale della Pedemontana, quei 20 milioni spesi per nulla e il progetto ancora nel cassetto: «Essenziale per la ripresa del Pil del territorio»

L'avvocato Mauro: "Ci aspettiamo una iniziativa della Regione, come ha fatto già la Lombardia. L'asse della Spv è strategica anche per un comparto giudiziario. Proprio ora la politica pensa di dare i palazzi a Inps e Agenzia delle Entrate, si cautelino"

Giovedì 12 Gennaio 2023 di Claudio Strati
Il ministro Nordio alla Camera e l'avvocato Mauro, portavoce del comitato per il tribunale della pedemontana

BASSANO - Di "geografia giudiziaria" si è tornato a parlare in Parlamento, nel question time alla Camera. E il tema, anche se nell'occasione riferito ad altre zone d'Italia, è stato molto ascoltato a Bassano, dove la faccenda "cittadella della giustizia" è sempre calda, anche se finita sotto parecchia sabbia da tempo. La deputata Elisa Scutellà (M5s) ha interrogato Nordio sulla riapertura di sedi giudiziarie "sparite", ricordando che in Calabria si dovranno fare anche 120 chilometri per raggiungere un tribunale, mentre in Abruzzo metà regione rischia di restare senza poli giudiziari. Il ministro Carlo Nordio ha rammentato che la riforma è iniziata nel 2012 con chiusure e accorpamenti e che l'attuale governo, piuttosto "giovane" poiché appena avviato, organizzerà dei gruppi di lavoro per una riorganizzazione. «Per le sedi disagiate è doverosa una risposta dello Stato» ha aggiunto il responsabile della Giustizia.

Risposta abbastanza piaciuta tra gli addetti ai lavori a Bassano, dove le speranze rimangono vive dopo le audizioni romane degli anni scorsi e i progetti stesi per l'ottavo tribunale del Veneto, "della Pedemontana", capace di servire un'area a cavallo tra Alto Vicentino, Trevigiano e Alta Padovana. Nel frattempo c'è il famoso problema dei 20 milioni investiti quasi per nulla nella costruzione del nuovo monoblocco e nella ristrutturazione di palazzo Cerato, già sede dello storico liceo Brocchi, oltre ad altre opere realizzate per ospitare il tribunale, che poi però sul più bello venne cancellato

«ARGOMENTI FITTIZI». L'avvocato Antonio Mauro, uno dei portavoce del comitato per il tribunale della Pedemontana, al proposito spiega: «Il dibattito di questi giorni sulla destinazione della Cittadella della giustizia ci dà l’impressione che ci si stia confrontando su un argomento fittizio. Qualunque decisione (sede Inps, Agenzia delle entrate) inciderà sul territorio e sulla città in maniera insignificante, rispetto all’istituzione del Tribunale della Pedemontana. C'è un dato di fatto: nei dieci anni trascorsi dalla soppressione del Tribunale di Bassano, la politica, a tutti i livelli, ha ripetutamente manifestato disinteresse e indifferenza sia verso l’argomento, sia verso le istanze del territorio, ritenute, da chi ci vive, strategiche per favorire il suo sviluppo».

LINEA DEL PIAVE. A suo tempo il governatore Zaia disse che la faccenda del tribunale di Bassano chiuso ma da riavviare era "la linea del Piave". Però è tutto abbastanza fermo e le regioni che avevano proposto riaperture attraverso una partecipazione delle amministrazioni regionali ai costi della gestione delle strutture (ma non del personale che rimarrebbe in capo allo Stato), con la nuova legislatura hanno già iniziato a riproporre la questione.

Il Veneto su questo tasto non preme. Intanto Vicenza, ma anche Venezia e altri sedi giudiziarie hanno problemi con spazi e organici. 

«E' così, ma va sottolineato che quando ci si riferisce al progetto del Tribunale della Pedemontana, e parlando di Area Urbana Metropolitana, la maggior parte dei Comuni aderente a questa, quando ha unanimemente deliberato per l’adesione a tale progetto, aveva deciso per Bassano come sede - dice Mauro -. E tutt’ora lo sostiene. Infatti, dal punto di vista delle nuove vie di comunicazione, tutti questi Comuni si collocano lungo l’asse di passaggio della Superstrada Pedemontana, costituendo una zona omogenea sia geograficamente, sia economicamente. Credo che l’attenzione ad avere un presidio di giustizia sul territorio dovrebbe essere massima, a tutti i livelli delle forze politiche ed economiche. Soprattutto in un difficile e complesso contesto socioeconomico, come quello attuale. Per rendere questo territorio appetibile e vantaggioso per gli investimenti di nuovi insediamenti produttivi la priorità assoluta è mettere a punto una strategia integrata di sviluppo urbano sostenibile, supportata da una giustizia che sia operativa a livello locale».

PIL + 0,5% PER IL PNRR. «L’efficienza giudiziaria a livello locale ha da sempre rappresentato un fattore determinante nel processo decisionale che porta imprese italiane ad investire ed imprese straniere a localizzarle all’interno di un territorio. Un programma di sviluppo deve necessariamente coinvolgere tuti i comuni interessati al progetto, la Regione, le amministrazioni centrali e la Commissione Ue, finora, purtroppo, assenti. Ricordiamo - prosegue l'avvocato Antonio Mauro -  che Bassano è l’ottava città del Veneto e che spalmare le circoscrizioni in otto tribunali del Veneto comporterebbe per tutta la regione una migliore gestione della giustizia, con un incremento del Pil. Secondo le stime più recenti, una riforma della giustizia come immaginata nel Pnrr dovrebbe portare a un incremento del Pil dello 0,5%. La soppressione del tribunale di Bassano ha creato invece immani disagi agli utenti, un aumento dei costi per i cittadini e per le imprese a causa dele difficoltà logistiche di spostamento, che superano nei casi estremi anche i 90 chilometri per raggiungere il tribunale di competenza».

«​RIAPRIRE IL DIBATTITO». Sotto certi aspetti, in sostanza, la vicenda assomiglia anche per le distanze a quella calabrese. Ma, avvocato Mauro, cosa si dovrebbe fare? «Il nostro invito è che si riapra il dibattito parlamentare sulla rivisitazione della geografia giudiziaria, ma senza annunci roboanti come nel passato! La logica per la nuova geografia giudiziaria deve, pertanto, sia guardare all’ efficienza, sia, soprattutto, essere una concreta opportunità di sviluppo del territorio, traguardando i benefici socio-economici che derivano da un presidio di giustizia territoriale. Pensiamo solo all’economia generata dall’indotto. C’è qualcuno che si incarichi di spiegarlo al ministro Carlo Nordio? Noi ce lo auguriamo. Certamente colpisce che i due palazzi giudiziari, Antonibon e Cerato, siano stati destinati ad ospitare l’Agenzia delle entrate e l’Inps. Tra tanti immobili pubblici cui il Comune poteva attingere è un peccato che siano stati scelti proprio le ex sedi di Tribunale e Procura della Repubblica, e proprio ora che le varie riforme giudiziarie stanno spingendo per delocalizzare la giustizia. Negli anni scorsi avevamo suggerito che nel caso di locazione di tali stabili a terzi inquilini, si inserissero nel testo contrattuale delle condizioni risolutive in modo da poterli riavere subito disponibili se necessario. Dubitiamo che ciò sia avvenuto, e se è così la cosa ci dispiace ed è un grave errore».

SPINGERE LA LOCOMOTIVA. E l'ottavo tribunale del Veneto? «Noi restiamo dell'idea che sia sicuramente utile per rendere più efficiente la giustizia in una regione che è una delle due locomotive d’Italia assieme alla Lombardia. Ma mentre i lombardi hanno due distretti di Corte d’Appello, due Tribunali delle Imprese e 13 tribunali ordinari - prosegue Mauro -, il Veneto ha una sola Corte d’Appello, un solo Tribunale delle Imprese e 7 tribunali: un tribunale in più in una Regione attiva come la nostra potrebbe sostenere la ripresa, soprattutto se si considera la superstrada della Pedemontana e l’Area Vasta che così ne avrebbe doppio beneficio. Peraltro chi si è battuto per questo ottavo tribunale è oggi al Governo e ben potrebbe riconsiderare questa grande opportunità».

CONTRADDIZIONI PERICOLOSE. Nel frattempo che emergenze indicate? «Molte altre Regioni hanno in questi anni proposto iniziative legislative finalizzate a ripristinare i tribunali soppressi più utili, ivi compresa la stessa Lombardia (che peraltro ha anche già ripresentato la propria proposta di legge alla nuova legislatura). Così, in prospettiva, pensiamo che dovrà fare anche il Veneto. Sostenere da un lato l'esigenza di efficientare la giustizia anche con una revisione degli snodi giudiziari strategici, e dall’altro impedirne in partenza la realizzazione perché si pensa di locare i palazzi che dovrebbero servire a tale scopo, ci sembra molto contraddittorio» conclude l'avvocato Antonio Mauro.

Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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