ASIAGO - La lezione è stata inusuale, ma molto interessante per circa 140 studenti delle nove quinte dell'Istituto d'istruzione superiore statale, Liceo e Ite e Ipsia (Alberghiero, Meccanico e Agrario), organizzata e presieduta dai docenti di religione cattolica, Silvana Forte e Paolo Fabris, che avevano preparato in classe l’incontro con alcune lezioni introduttive e di riflessione sull'argomento.
I ragazzi hanno incontrato un detenuto del carcere di Vicenza, Sergio, un giovane poco più grande di loro. È stato proprio lui, Sergio, visibilmente emozionato dal momento che era la prima volta che si cimentava nella non facile missione di raccontarsi di fronte a una platea così vasta, a rispondere anche con difficoltà alle domande, in qualche caso non semplici, degli studenti del Mario Rigoni Stern.
Lunga e toccante la sua testimonianza. Sergio ha raccontato la sua vita, tra scelte sbagliate e cattive compagnie, e a un certo punto ha affermato rivolgendosi ai suoi quasi coetanei: «Non avevo testa, non capivo quanto stavo sbagliando. Per cui state attenti perché quando ci si rende conto dei propri errori potrebbe essere troppo tardi. Per me è stato così, mi sono rovinato la vita, ho perso gran parte della mia giovinezza e ho sconvolto quella della mia famiglia: ma in prigione sono cambiato, è un’esperienza che mi è servita tantissimo e voglio rifarmi una vita nel rispetto delle regole e della legge».
Erano presenti anche Andrea Nicolini, ispettore della Polizia penitenziaria di Vicenza, ed Enrico Mastella, un volontario responsabile del progetto Carcere Sport Insieme di Vicenza.