Sparatoria in strada, il comandante della polizia: «Il taser non ha funzionato. Alex Frusti vivo per un centimetro»

Marocchina di 30 anni, alterato, era riuscito a disarmare un carabiniere e ferire il vigile urbano prima di essere ucciso

Martedì 25 Aprile 2023 di Angela Pederiva
Alex Frusti, Soufiane Boubagura, Giovanni Scarpellini

Giovanni Scarpellini è il comandante del consorzio di polizia locale Nordest Vicentino. L’istruttore Alex Frusti è uno dei suoi uomini: «La nostra punta di diamante. È molto bravo e in gamba, guai se non ci fosse stato lui.

Ha salvato le vite di due carabinieri, oltre che la propria». Come quando, insieme a un collega, aveva scongiurato il suicidio di un giovane, tanto da venire premiato tre mesi fa dalla Regione.


Come andò quella volta?
«Un ragazzo si era lanciato nel greto dell’Astico e si era spezzato entrambe gambe. A quel punto si era pentito della decisione e aveva cominciato a urlare. Alex e l’agente Nicolò Cioni l’avevano tratto in salvo nel cuore della notte, prima che la piena lo portasse via. Per questo a Belluno è stata conferita loro la benemerenza in occasione della festa regionale della polizia locale. Ma non solo: pochi giorni dopo, al raduno interforze di Udine, l’istruttore Frusti ha ricevuto un riconoscimento anche per aver scoperto una baby gang che aveva commesso una serie di rapine a Thiene. Alex infatti è pure il viceresponsabile della squadra di polizia giudiziaria, oltre che il nostro referente nel territorio di Fara Vicentino». 


Cos’è successo ieri mattina?
«Frusti è passato per Breganze con il collega e nella rotatoria ha visto una pattuglia del Radiomobile impegnata con un soggetto esagitato. I carabinieri stavano usando il taser, che però non ha funzionato, forse a causa della tunica svolazzante che non permetteva il contatto fra gli elettrodi e la pelle. I militari hanno fatto segno ai nostri agenti di avere bisogno di supporto. Quell’uomo però è saltato addosso a un carabiniere, gli ha sottratto la pistola e ha cominciato a sparare all’impazzata. Gli altri hanno cercato di rispondere al fuoco, perché era chiaro che il magrebino voleva uccidere. Due colpi infatti hanno raggiunto Alex al piede destro e alla parte sinistra del torace, tanto che un polmone è collassato».


Come sta?
«È stato operato al polmone, gli è stato applicato un drenaggio, è in prognosi riservata. I medici hanno detto che se il proiettile fosse entrato un centimetro più in là, non ci sarebbe stato più niente da fare... Alex è sempre rimasto cosciente, ma fa fatica a parlare. La sua mamma ha chiesto ai dottori: “Me fiolo?”. E loro, bravissimi: “Adesso è anche figlio nostro”. Scene toccanti». 


Nel frattempo un carabiniere ha ucciso l’assalitore.
«Sulla dinamica degli spari è in corso l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Cristina Carunchio. So solo che la vittima è stata identificata dalle impronte digitali, perché non aveva documenti con sé».


Sa a cosa fosse dovuto lo stato di alterazione?
«Mi risulta che l’uomo non fosse in cura a nessuna struttura ospedaliera. Confermo però che per tutta la mattina non ha fatto altro che correre e urlare. Un episodio che ci ha scossi tutti quanti. Possiamo solo ringraziare il Signore che Alex è vivo». 
 

Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 13:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci