Sparatoria a Fara Vicentino. La folle corsa di Soufine sul camion. La sorella: «Stava solo facendo sport» Video

Mercoledì 26 Aprile 2023 di Angela Pederiva
Sparatoria a Fara Vicentino. La folle corsa di Soufine sul camion

VICENZA - Aggrappato al paraurti posteriore di un camion del servizio ospedaliero, rannicchiato per evitare di rimanere schiacciato durante il folle viaggio. È anche partendo da immagini come questa, immortalata da un automobilista a Breganze poco prima che si consumasse il dramma a Fara Vicentino, che gli investigatori provano a scavare nella vita (e nei demoni) di Soufine Boubagura. Lunedì il giovane marocchino aveva esploso 15 colpi che avevano gravemente ferito l'istruttore della polizia locale Alex Frusti, prima di essere ucciso dal carabiniere che ora è indagato per omicidio nell'ipotesi di eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi, ma sua sorella lo difende: «Vogliamo giustizia», ha detto in un'intervista mandata in onda da TeleChiara.


UNA PASSEGGIATA
Secondo la ricostruzione della Procura di Vicenza, lei che vive a Lusiana è l'unica parente in Italia di Boubagura, ospite invece di conoscenti a Colceresa.

Dopo essere accorsa con il marito sul luogo della tragedia ancora durante i rilievi, ieri mattina la donna è tornata in via Crosara. «È una brava persona. Va a lavorare e torna a casa. E basta», ha affermato la sorella, parlando di Soufine ancora al presente ed escludendo uno stato di disagio: «Lui sta molto bene. Abbiamo finito il Ramadan venerdì, abbiamo fatto festa assieme. Siamo stati a San Nazario e Al Grifone di Bassano (un centro commerciale, ndr.) Un ragazzo giovanissimo di 29 anni, sparato così, non va bene...». La giovane ha definito «una passeggiata» la corsa forsennata del fratello a piedi nudi per chilometri, tra grida, sangue in faccia e farneticazioni: «Camminava per fare sport. Diceva "Allah akbar" perché siamo musulmani, è una cosa normale. Era stanchissimo da Mason a qua. Il taser? Non so, forse è una bugia».


I FATTI
Una versione che stride con la sequenza dei fatti descritta dal procuratore Lino Giorgio Bruno, a partire dalle «varie segnalazioni che indicavano una persona in evidente stato di alterazione psico-fisica che causava pericolo alla circolazione, anche con tentativi di aggressione agli utenti della strada». All'arrivo della pattuglia dell'Arma, Boubagura avrebbe proseguito «nell'atteggiamento ostile nonostante i tentativi di riportarlo alla calma», tentando di aggredire i carabinieri e venendo così colpito due volte dal taser, il quale però non ha funzionato. Il 29enne avrebbe spintonato e fatto cadere l'appuntato scelto che stava per lanciare l'allarme radio, riuscendo nella colluttazione a sottrargli la pisola, con cui avrebbe provato a sparare al vice brigadiere che si era riparato dietro un muretto. In quel frangente è arrivata la polizia locale in supporto. Mentre l'appuntato scelto correva dietro un camion, il magrebino avrebbe scaricato una raffica di proiettili, due dei quali hanno raggiunto alle spalle Frusti, che è caduto nel fossato. L'assalitore avrebbe cercato di spararne altri contro di lui, ma è stato ferito a morte da «più colpi» esplosi dal vice brigadiere.


GLI ESAMI
Oggi sul corpo di Boubagura saranno effettuati l'autopsia e gli esami tossicologici. «Dovranno dire commenta Maria Teresa Sperotto, sindaco di Fara se il ragazzo era sotto l'effetto di alcol o droga. A me ha dato l'impressione di essere una persona molto disturbata. Ho parlato con il collega di Frusti e anche lui mi ha confermato che l'uomo sembrava fuori di testa. A questo punto chiedo chiarezza, per la comunità e per Alex, contenta che le sue condizioni siano in lento miglioramento».

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