CITTADELLA/BASSANO - Continua ad essere molto preoccupante la condizione idrica nel territorio. Per riscontrare un ultimo evento piovoso importante, bisogna addirittura risalire all’inizio di novembre scorso: più di quattro mesi senza piogge significative. La portata fluente del Brenta, principale collettore del nostro territorio, risulta essere ampiamente deficitaria rispetto alle portate medie del periodo. A ciò si aggiunge la scarsità degli apporti provenienti dai serbatoi montani, i cui accumuli, per la persistente siccità, sono pure molto ridotti.
Portata e falda in costante calo
Situazione non diversa per la falda: è in costante calo da parecchi mesi. A Cittadella da agosto a dicembre è calata di 1,26 metri e da gennaio a febbraio di altri 0,56 metri; le prime a soffrirne sono le risorgive, che stanno vedendo anch’esse una continua diminuzione degli apporti. Tutta la rete idraulica in destra Brenta alimentata dalle risorgive, quindi, è pure in sofferenza. In gennaio il Consorzio di bonifica Brenta aveva inviato una nota a tutti gli enti e soggetti competenti, per segnalare come la carenza idrica non rendesse il Consorzio in grado di garantire un adeguato livello di acqua, con conseguenze anche sugli habitat connessi ai canali consortili, in primis la fauna ittica.
La situazione purtroppo non è cambiata, anzi le portate del Brenta sono ancora inferiori. Esse raggiungono in talune ore delle giornate il valore minimale di 12 metri cubi al secondo; dovendo rilasciarne nel fiume 5 metri cubi al secondo per il minimo deflusso vitale, è immediato comprendere come la portata disponibile per la rete di canali consortili (che interessa numerosi comuni) sia davvero scarsa.
Corlo scarico: 9 metri d'acqua in meno
In sostanza il bilancio è sempre negativo.
L'irrigazione sarà problematica
Nella anomala e difficile situazione, si è almeno in un momento dell’anno in cui ancora l’irrigazione non è cominciata, e inoltre si è nel pieno delle consuete asciutte stagionali, indispensabili per operare per le necessarie manutenzioni ordinarie e straordinarie, e quindi l’acqua è necessaria in misura ridotta. Le asciutte sono state accompagnate da un grosso lavoro in sinergia con gli Uffici regionali e provinciali e con le Associazioni dei pescatori proprio per il recupero dei pesci dai canali, in modo da evitare problematiche ambientali, come invece successo in altre aree del Veneto. Tuttavia, la scarsità dei flussi comincia a divenire preoccupante, ancor più in prospettiva dell’ormai vicino inizio della stagione irrigua.
Le opere che mancano
«Da molti anni evidenziamo questa tematica – spiega il presidente, Enzo Sonza – e questa si ripete ancora una volta: bisogna attivare sistemi irrigui che risparmino l’acqua e tesaurizzarla con idonee opere (bacini, ricariche della falda). Tutto questo comporta progettazione (che il Consorzio ha già predisposto ndr) ma anche e soprattutto una volontà di programmarne il finanziamento da parte delle autorità competenti. Qualche riscontro si è avuto, ma resta ancora molto da fare. Ne va del futuro del territorio».
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