VICENZA - Quella di Popolare Vicenza è una liquidazione che farà storia: la più grande in Italia con 31 miliardi di attivo e 29 miliardi di passivo, due volte quella di Parmalat, ai livelli della Chrysler.
La Commissione vuole far luce sull'andamento della procedura di liquidazione nonché sui ritardi accumulati dal Fir nel corrispondere gli indennizzi ai risparmiatori, che hanno diritto ad essere risarciti. Sono inaccettabili i ritardi finora accumulati dal fondo». Poi la Ruocco ha puntato il dito sul salvataggio: «Le audizioni hanno ampiamente evidenziato che Intesa Sanpaolo ha acquistato per un euro solamente le attività buone delle due banche, lasciando in liquidazione coatta amministrativa gli attivi meno buoni o problematici. Peraltro la stessa Intesa Sanpaolo ha finanziato entrambe le liquidazioni con prestiti garantiti dallo Stato». Ruocco ha ricordato poi che dalla documentazione depositata emerge che dall'avvio della liquidazione, avvenuta il 25 giugno 2017, è venuto alla luce un flusso crescente di reclami e contestazioni da parte di azionisti, clienti e altre controparti, scaturito dalle gravi violazioni commerciali ed operative poste in essere negli anni dalla stessa banca. Al 31 dicembre 2020, il contenzioso passivo che vede coinvolta la Popolare di Vicenza è costituito da 272 giudizi pendenti. Durante l'audizione i Commissari hanno affermato che, ad oggi, non sono ravvisabili prospettive di risarcimento dei creditori chirografari. In merito agli indennizzi a favore dei risparmiatori truffati, la Commissione ha già avviato un'attività di approfondimento sulla gestione del Fir - Fondo Indennizzo Risparmiatori: a fronte di una dotazione di 1,5 miliardi, ad oggi, secondo la Commissione sono stati erogati indennizzi per solo circa 20 milioni.
DUE VOLTE PARMALAT
«La liquidazione coatta della Banca Popolare di Vicenza è la più rilevante in termini di dimensioni delle procedure concorsuali della storia italiana, con 31 miliardi di attivo e 29 miliardi di passivo», ha sottolineato in audizione uno dei tre commissari, Giustino Di Cecco, precisando che «questa liquidazione coatta ha una dimensione paragonabile alla crisi della Chrylser del 2009, con 39 miliardi di dollari di passivo. In Italia è circa due volte la crisi Parmalat che aveva un passivo di 14 miliardi. La dimensione dei problemi che affrontiamo ci spaventa ogni volta».
M.Cr.
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