VICENZA - Ieri mattina Alessandra Moretti ha evidenziato in giallo il proprio cognome su uno stralcio dell'interrogatorio di Francesco Giorgi. A darne conto sono stati Repubblica e Le Soir, dopo aver visionato alcuni degli atti contenuti nel fascicolo d'inchiesta aperta in Belgio. «Chi ha preso denaro da Panzeri?», hanno chiesto i magistrati all'assistente parlamentare. Risposta: «È sempre Panzeri che ha gestito questi contatti. Io ho sospettato Tarabella, Cozzolino». Netto è apparso invece il parere del compagno di Eva Kaili sull'eurodeputata vicentina e sulla collega belga Maria Arena: «Non ne ho mai sentito parlare. Sono persone che rispetto e credo che la loro integrità non c'entri nulla in questo contesto».
Ritenendosi così pubblicamente scagionata dal pentito del Qatargate, l'esponente del Partito Democratico ha ribadito al Gazzettino la propria estraneità alle accuse di corruzione e ha confermato l'annunciato contrattacco legale alle bordate mediatiche: «Il Fatto Quotidiano e altri giornali che hanno associato il mio nome e il mio volto a questa vicenda, saranno chiamati davanti al giudice per risarcimento danni».
IL VIAGGIO
I PROVVEDIMENTI
La dem veneta ha perciò rilanciato «le diffide a tutela della propria onorabilità contro chiunque continui ad accostare il suo nome a tali gravissimi episodi di corruzione» e ha ripetuto di aver «sempre agito in totale trasparenza, secondo le regole del Parlamento europeo». Il suo impegno con i colleghi del Pd, è stato precisato, in questo momento è teso «a formalizzare alcuni provvedimenti che rendano più stringenti e trasparenti le regole sui rapporti dei deputati con le lobby e i gruppi di interesse».
IL CELLULARE
Nel frattempo ha rotto il silenzio l'assistente parlamentare Davide Zoggia, a cui era stato sequestrato il cellulare, mentre era ospite del collega Giuseppe Meroni, ex collaboratore di Pier Antonio Panzeri. L'ex sindaco di Jesolo, presidente della Provincia di Venezia e deputato di Articolo Uno, ma poi rientrato nel Partito Democratico, da Bruxelles ha diffuso alle agenzie di stampa questa dichiarazione: «Tengo a precisare che non pende alcuna indagine nei miei confronti, né, al momento, le autorità mi hanno convocato per essere sentito quale persona informata sui fatti».
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