Calcio Vicenza, strappo dei tifosi: la nuova maglia (Diesel) non piace

Il patron Renzo Rosso: "Io porto modernità"

Mercoledì 9 Marzo 2022 di Angela Pederiva
La nuova maglia del Vicenza Calcio
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VICENZA - Il 9 marzo 1902 veniva fondata la gloriosa Associazione del calcio in Vicenza: un presidente-allenatore, una competizione provinciale in un'unica giornata, una sola casacca. Bei tempi quelli, altro che questi: oggi i 120 anni del club ma stasera festa ridotta al Menti, senza i tifosi della Curva Sud per protesta contro la nuova maglia del Lanerossi, frutto della collaborazione tra Diesel e Lotto, che ricompone le tradizionali losanghe con una serie di righe orizzontali e verticali spezzate, di diverse lunghezze, tali da generare secondo i critici un effetto labirinto.

Si consuma così lo strappo fra gli ultrà biancorossi e il patron Renzo Rosso, che difende la propria creazione, «forse tra le più belle mai viste di tutto il campionato».


LA PARTITA

Sviluppata ancora un anno e mezzo fa, la divisa Icon è stata presentata ufficialmente domenica scorsa, in occasione di Vicenza-Ternana, terminata 3 a 1. All'inizio del match, la tifoseria più appassionata ha vivacemente contestato il nuovo look, intonando un inequivocabile sfottò («Questa maglietta ci fa c...»), a cui lo stilista-imprenditore ha risposto con il dito medio alzato, come si vede nelle foto che hanno fatto il giro dei social. Alla fine dell'incontro, secondo quanto riporta Il Giornale di Vicenza, lo stesso Rosso senior (papà di Stefano, presidente della società calcistica) ha poi sentenziato: «Maglia che vince non si cambia. Applaudo i tifosi per come hanno sostenuto la squadra, ma mi aspetto delle scuse per questi cori sulla maglia, perché io sono uno tra i più grandi creativi nel mondo della moda». È quindi seguito un diverbio in strada, in cui i vertici della Curva Sud sarebbero stati apostrofati come «pezzenti», il che li ha indotti lunedì ad annunciare l'annullamento dei festeggiamenti, previsti per stasera sugli spalti.


IL BRINDISI

Dopo 48 ore di silenzio, ieri il Lanerossi Vicenza ha deciso di parlare: «Come abbiamo sempre ribadito, i colori biancorossi sono importanti, come lo è la salvaguardia della storia di questa società, che non voleva essere messa in discussione con l'utilizzo di una terza divisa in una gara del campionato, per di più in limited edition, che rivisitava lo stile in chiave moderna, mantenendo però i colori che ci appartengono». Il club ha voluto confermare le iniziative programmate per oggi: alle 10.30 la presentazione del Museo Biancorosso e alle 19 a Casa Vicenza un brindisi con il settore giovanile e la prima squadra, «aperto anche agli sponsor e ai tifosi che volessero passare e partecipare per un saluto». L'invito è alla rappacificazione: «Celebrare il compleanno del Lane deve essere motivo di festa a prescindere, perché il Vicenza viene prima».


LA MODA

In giornata fra le storie di Instagram sono poi apparse le parole di Rosso rivolte ai detrattori: «Penso visto il mestiere che faccio di capire di moda di più della curva sicuramente... Oggi esiste il metaverso... quindi io porto modernità... Non mi hanno fatto parlare... e sotto tale pressione forse mi è scappata quella parola che non fa parte del mio vocabolario... Mi dispiace». Non è la prima volta che una tifoseria insorge contro una nuova divisa: per restare in Veneto, era già successo con il Venezia, di cui gli ultrà avevano contestato la casacca su cui dominava il nero, a scapito dell'arancio e del verde. Proprio dalla laguna la stilista Roberta di Camerino osserva l'ultima creazione Diesel-Lotto: «A me non piace, perché c'è troppa roba. Il marchio grandissimo, le righe enormi. Per mio gusto personale, questa versione fa molta confusione e non è incisiva. Ovvio che Rosso dica che è bella: l'ha disegnata lui. Però a mio modesto parere, dovrebbe essere un attimo più umile: è legittimo credere in quello che si fa, ma sarebbe meglio non esporlo in maniera assolutista. Dopodiché se la squadra ha vinto e lui vuole mantenere la maglia, perché è superstizioso, è giusto che lo faccia».


LA FRATTURA

Al di là del dibattito estetico, comunque, lo scontro svela una frattura sul piano sportivo fra gli ultrà e la proprietà. Il giornalista Gianni Poggi, autore del blog Il Vicenza senza filtro, individua tre cause: «Il peccato originale che viene imputato a Rosso è di non aver comprato la matricola del Lanerossi, ma di aver portato il Bassano a Vicenza, disperdendo così un'eredità di 118 anni. La seconda contestazione riguarda la promessa di portare il Vicenza in serie A in cinque anni, senza però effettuare i necessari investimenti, tant'è vero che la squadra è attualmente terzultima della serie B e rischia di retrocedere in Lega Pro. Il terzo rimprovero riguarda il fatto che il patron non fa mistero di essere milanista, mentre la Curva Sud non può ammettere due amori». Nel suo sfogo social, peraltro, Rosso manda un messaggio agli ultrà: «Penso che dovete riflettere... uno come me non lo trovate così facilmente». Faranno pace?

Ultimo aggiornamento: 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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