Luca abbassa la serranda, dopo 62 anni di storia chiude l'ultima pescheria di Bassano

Venerdì 9 Dicembre 2022 di Claudio Strati
Luca e Stefania Bertoncello chiudono la pescheria di via Zanella al Termine, 62 anni di storia

BASSANO/CASSOLA - Dopo 62 anni di storia si chiude. L'ultima pescheria di Bassano, la  "Bottega del pesce da Luca", tira giù la serranda a fine 2022. Luca Bertoncello e la moglie Stefania hanno pensato a lungo a questa soluzione, che alla fine è parsa loro la più giusta. Grande fatica, hanno dato tanto, i figli hanno preso altre strade di studio e lavoro. L'età avanza, anche se sono ancora nel pieno delle forze, perché Luca ha appena 57 anni. Ma lavora da 40, ogni notte o quasi parte all'una, destinazione Chioggia, per ritornare con il pesce giusto, quello che verifica, controlla e sceglie solo lui.

Una nicchia di grande qualità, quella dei Bertoncello, con pesce sempre freschissimo, un negozio dove la pulizia è al primo posto, e poi piatti di pesce preparati di alto livello, in particolare sughi di pesce a svariate stelle. E mentre in giro le pescherie tradizionali sono pressoché sparite tutte, in una città così benestante ed esigente come Bassano, l'unica che resisteva sulla breccia era questa, la Bottega del pesce da Luca, al Termine, zona storica che oggi ormai si chiama San Giuseppe, lembo di territorio di Cassola a pochi metri da Bassano, a una dozzina di minuti a piedi dal centro della città del Grappa. Nella pescheria una lavagna ringrazia i clienti, ricorda i 62 anni di storia e avverte della prossima chiusura. Si abbassa una saracinesca, ma anche una pagina di storia

Il centro commerciale di 60 anni fa

Sì, perché la bottega di via Zanella è stata una delle pietre miliari del Termine, a due passi dal primo "grattacielo" di Bassano, sorto negli anni '60 proprio al Termine e conosciuto da tutti come "palazzo del Gazzettino", non perché ne ospitasse la redazione ma per la grande insegna illuminosa posta sul tetto, oltre l'ottavo piano. Il Termine, fino a trent'anni fa anche dotato di un proprio numero di codice postale per la sua peculiarità di zona di cerniera tra Bassano e Cassola, cap poi abolito, è una zona che ritrovi anche nelle mappe del '400, era un territorio di "confine" tra i due territori. Negli anni Sessanta, quelli della ripartenza postbellica, il Termine si proponeva come un quartiere interessante in territorio di Cassola, un vero e proprio centro commerciale di pregio, lungo la direttrice del viale Venezia che porta a Bassano arrivando dalla Marca.

Vicinissimo al centro di Bassano, era molto frequentato dai bassanesi per la spesa fuori porta.

 

Negozi che hanno fatto un'epoca

Vi trovavano negozi di pregio, dal gioielliere al macellaio, la vineria Grazia e il liquorificio Brunetti, la boutique "della Caretta", il maxistore di ferramenta "della Mora", il mitico bazar frequentato da casalinghe e ragazzi, la stazione di servizio Agip di Prai, la bottega di tabacchi e gadget ferma agli anni Venti della "Ciara Baeota", l'edicola di "Gigli", al secolo Dante Ricci, un antico forno del pane, la pescheria dei Bertoncello, il punto d'incontro del Bar Corà. Ma c'erano anche l'ufficio postale, la farmacia Gasparini e la caserma della Polstrada e l'antica osteria al Termine, una struttura derivante dal Sette-Ottocento con bocciodromo molto gettonata per feste e riunioni ludiche. E ci arrivò la banca, la filiale della Popolare di Vicenza. E qui c'era lo storico stadio Mercante, e lì vicino la bottega delle bici, riparazioni e vendite, con l'auto a noleggio con conducente, mentre e sotto il nuovo grattacielo del Residence City molti negozi e uffici di moderna concezione. Al Termine inoltre si veniva al cinema Duse, una sala nobile di grandi film per famiglie e regazzi che negli anni Settanta sarebbe diventata un luogo porno da luci rosse, prima di chiudere. Insomma nel microcosmo del Termine non mancava proprio nulla.

In più esiste un motivo storico che dà corpo a questa frazione, un fatto della memoria, che non tutti sanno: la strage degli impiccati del 26 settembre 1944 iniziò qui, il macabro viaggio del camion nazifascista dei giustiziandi uscì dalla Montegrappa, raggiunse questo fazzoletto di Cassola all'estremo est del viale Venezia, i boia italotedeschi fecero i primi martiri appendendoli barbaramente alle piante che fiancheggiavano la strada, poi tornò indietro per finire quel  "lavoro" orrendo lungo i viali e gli alberi della città di Bassano.

 

La prima volta in moto fino a Chioggia

Insomma nel dopoguerra il Termine era un punto di riferimento che faceva anche "girare l'economia", simbolo della voglia di ripresa. Qui aveva aperto i battenti la pescheria di Angelo Bertoncello, padre di Luca. Originari di Valrovina, sui colli di Bassano ai piedi dell'Altopiano, i Bertoncello, con vari rami familiari "esperti" nel commercio,  erano arrivati a Cassola, a pochi metri da Bassano, quando Angelo, tornato dalle miniere di rame in Canada e dopo aver lavorato come commesso in centro, aveva deciso di aprire una nuova attività. L'occhio gli era caduto su quella palazzina in costruzione all'imbocco di via Zanella. E lì si era stabilito. Decidendo, senza alcuna esperienza, forse anche perché la sorella aveva la macelleria comunale nelle strade interne, di aprire una pescheria nel 1960. Con la moto Mv Agusta Pullman, che esiste tuttora, aveva fatto il primo viaggio a Chioggia a prendere il primo pesce. Poi si fece una cultura ittica e già nel 1969 iniziava a proporre ai clienti i primi piatti di pesce cucinato, una scelta del tutto innovativa per quei tempi. In casa la moglie e i figli preparavano la polenta, lui con una bombola cucinava delle fritturine croccanti, e nelle vetrinette apparivano questi piatti interessanti con i contorni di insalata.

Luca e il "richiamo" di famiglia

Luca Bertoncello, classe '65, ha vissuto pienamente quegli anni di ripresa, quando dietro la prima fila delle case del viale Venezia c'erano solo prati e campagne dove si svolgevano le esercitazioni degli alpini della caserma Montegrappa di Bassano con i muli, alloggiati alla caserma San Zeno di Cassola. Oggi tutto è costruito, l'espansione abitativa, commerciale e produttiva è stata inesorabile per sessant'anni e ancora prosegue nella realizzazione di un'unica grande conurbazione che unisce diversi comuni con la città del Grappa. E per quarant'anni, con Stefania, Luca ci ha dato dentro, portando avanti l'attività di famiglia e ampliandola fino ai livelli attuali. Pensa che continuerà a lavorare, ma non sa esattamente ancora come, anche se davanti ha parecchie strade e opportunità.

Il destino della pescheria

E la pescheria di famiglia? «Mi piacerebbe che dopo 62 anni qualcuno la acquisisse e la prendesse in mano per proseguire questa storia - dice l'imprenditore del pesce - io semmai ci sono per dare dei consigli e indicare una strada». Anche perché nel Bassanese ormai il pesce lo trovi praticamente solo nei grandi supermercati. "La bottega di Luca" da decenni era l'unica di Bassano, in centro c'erano un tempo quelle dei Pelusio, ma poi chiusero. Un altro paio ci sono a San Giacomo di Romano d'Ezzelino e a Rosà. Una clientela di privati affezionati e di ristoratori rischia di perdere le sue più "buone", è proprio il caso di dirlo, abitudini.

Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 12:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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