Paolo Kessisoglu: «A Vicenza ho deciso di darmi alla musica»

Domenica 28 Maggio 2023 di Giambattista Marchetto
Paolo Kessisoglu

Genovese con radici armene, classe 1969, Paolo Kessisoglu è conosciuto per le conduzioni tv - in coppia con Luca Bizzarri - di programmi come Le Iene o Mtv Trip, Scherzi a parte e Quelli che il Calcio, per arrivare a Sanremo.

Eppure pochi hanno avuto l'opportunità di apprezzarne il lato musicale. È proprio attraverso di lui che la musica da camera incontra il teatro e il racconto al festival delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico. Oggi, alle 20.45, va in scena lo spettacolo "Una visita a Beethoven", basato sul racconto scritto da Richard Wagner in giovane età, con protagonisti Kessisoglu, Sonig Tchakerian al violino e Leonora Armellini al pianoforte (info www.settimanemusicali.eu).


Nello spettacolo la narrazione è intercalata e accompagnata da interventi musicali con celebri pagine per violino e pianoforte di Beethoven (compresi movimenti dalle Sonate Primavera e a Kreutzer) e pagine cameristiche poco conosciute di Wagner.


Kessisoglu, come nasce questo progetto?
«Tutto è iniziato dalla mia amicizia con Sonig, con la quale condivido le radici armene. Avevamo già collaborato un anno fa, per un altro progetto sempre all'Olimpico. Quest'anno mi ha proposto una collaborazione più articolata. In realtà il testo di Wagner è lungo, per cui abbiamo lavorato su un adattamento teatrale. Il testo non si alterna alla musica, ma si integra alla scelta dei brani con una regia leggera».


Come si lega questa esperienza al suo volto più conosciuto, quello televisivo?
«Ho studiato e ho sempre scritto musica. E la musica è stata il mio primo amore. Ho iniziato a suonare la chitarra da ragazzino e sicuramente è uno dei miei alfabeti».


E poi l'ha messa da parte?
«In realtà mi sono innamorato della recitazione e solo più tardi l'ho riscoperta, un po' per caso, quando ho scritto la canzone per Genova. Rimane una parte di me e ogni tanto esce».


Ci saranno più occasioni per farla uscire più spesso?
«Io scrivo spesso, però non ho la smania di esibirmi. Ho una formazione classica, ma poi ho avuto come insegnante Alex Armanino che era uno dei protagonisti della scena jazz genovese. Rimane il fatto che se devono uscire escono e in questo momento ho qualche progetto nuovo in cantiere. Paolo Villaggio sottolineava spesso come sia difficile far ridere».


Perché dopo l'Accademia ha scelto il percorso dell'intrattenimento?
«Dopo l'Accademia, ho capito presto che sarebbe stato molto difficile pagare il mutuo facendo l'attore in tournée. Poi la vita è fatta di casualità e, mentre facevo l'attore di bottega per il Teatro della Tosse, incontrai un gruppo di comici genovesi con cui abbiamo fatto gruppo. Abbiamo scelto come nome Cavalli Marci. Poi l'approdo alla tv è stato veloce, con Luca Bizzarri siamo diventati una coppia solista e abbiamo trovato molte porte aperte. Adesso l'impegno con Di Martedì è più "intellettuale", dato che richiede una scrittura più approfondita».


Tra l'impegno in televisione, in teatro, con la musica, quale sente più suo?
«Io non sono tanto capace di stare fermo e diventando grande si ha voglia di fare cose diverse. Per esempio il cinema era partito come un modo per riempire la parte dell'anno in cui non lavoravo in televisione, ma oggi è diventato qualcosa di più importante. E col tempo mi piacerebbe seguire anche scrivere testi per raccontare anche storie mie. Certo è più faticoso, ma è anche più bello».


E l'attore protagonista sarebbe sempre lei?
«Non è detto, anzi potrei fare l'autore e il regista».

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