Il nuovo compagno di Lidija porta 26 rose sulla strada dove è stata uccisa: «Come i mesi del nostro amore»

Venerdì 10 Giugno 2022 di Alda Vanzan
Fiori per Lidija

VICENZA -  Ventisei rose rosse posate sull'asfalto di via Vigolo, lì dove la sua Lidija è morta, ammazzata dai proiettili sparati dall'ex marito, quell'uomo che lei temeva, che aveva denunciato, di cui aveva paura. Ventisei rose come i mesi della relazione con Daniele Mondello, il suo compagno e convivente. È stato lui a portare il mazzo di fiori nella stradina della Gogna, la località di Vicenza nota per le sue ville e i parchi. Qui Lidija lavorava. Qui da ieri mattina, 9 giugno, c'è la sua epigrafe: un grande primo piano, il nome, la data di nascita, quella della morte.
Daniele Mondello ieri pomeriggio era a casa con i ragazzi, i due figli di Lidija, in attesa della commemorazione organizzata in centro a Vicenza dal Comune. «Abbiamo deciso di andare per ricordare Lidija, vogliamo esserci».

Lei ha detto che giudici e assistenti sociali dovrebbero partecipare ai funerali di Lidija e guardare la bara. Cosa si doveva fare con persone come Zlatan Vasiljevic?
«Capire che si tratta di persone malate.

Se uno è malato non servono misure cautelari e neanche divieti di avvicinamento. Posso andare a firmare alle sette di sera, ma due ore prima chi può sapere dove sono?».

L'ex marito continuava a farsi sentire?
«Qualche volta la inseguiva, altre volte passava sotto casa».

Zlatan aveva tenuto la casa di Altavilla Vicentina?
«Sì e il mutuo non lo pagava, così ci andava di mezzo anche Lidija visto che la casa era intestata anche a lei».

C'è chi dice che bisogna agire anche sul piano culturale. Cosa si può insegnare ai ragazzi?
«Posso riferire quello che ho sempre detto ai due figli di Lidija. Alla ragazza, che adesso ha 14 anni, di studiare, di impegnarsi, di farsi una posizione per non dipendere mai da nessuno, tantomeno da un uomo. E al figlio più grande, che fra un po' compirà 16 anni, ho sempre insegnato che non c'è distinzione tra uomo e donna, siamo tutti persone. E non ci sono incarichi per le donne e incarichi per gli uomini: in casa ci si aiuta e se c'è un problema si discute. Anche quando si tratta di una relazione: se il problema è risolvibile bene, altrimenti ci si mette a tavolino e si decide di interrompere il rapporto, senza rivalsa, senza dare ragione o torto a nessuno».

Chi ha detto ai ragazzi cos'era successo?
«Sono andato io a prenderli a scuola. Non c'è stato bisogno di dire niente. Avevano capito».

 

Ultimo aggiornamento: 16:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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