Chiampo, figlio spara e uccide i genitori. Diego Gugole voleva l'eredità per comprarsi casa e auto: «Non mi piaceva lavorare». Delitto premeditato, la confessione

Ha ucciso il padre e aspettato la madre, poi ha vagato per ore prima di costituirsi. Aveva già comprato teli neri e vernice per nascondere i corpi e le tracce di sangue

Mercoledì 16 Marzo 2022
Marito e moglie trovati morti in casa: ammazzati a colpi di pistola, si costituisce il figlio 25enne
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CHIAMPO (VICENZA) - Ha sparato sei colpi di pistola, uccidendo i genitori per impossessarsi di circa 800 mila euro. Quei soldi gli sarebbero serviti per acquistare una casa e un'auto, perché non aveva «voglia di lavorare». Ha anche tentato di mascherare il delitto e di nascondere i due cadaveri, poi però si è costituito ai carabinieri confessando quando aveva fatto. È questa la ricostruzione fatta dalla Procura della Repubblica di Vicenza sul duplice omicidio accaduto nella mattinata di ieri a Chiampo (Vicenza), capoluogo del distretto berico della concia, progettato e messo in atto dal figlio della coppia, Diego Gugole, 25 anni, che ora è rinchiuso nel carcere vicentino con l'accusa di omicidio pluriaggravato. I due genitori 60enni, Sergio Gugole e Lorenza Zanin, sono stati uccisi a colpi di pistola. Il figlio 25enne, Diego Gugole, si è costituito nella notte ed è stato portao in carcere stamani, è accusato di omicidio premeditato aggravato.

Duplice omicidio a Chiampo: il movente

L'omicidio è avvenuto ieri nell'abitazione di Chiampo dove i tre risiedevano. Dopo aver ucciso entrambi i genitori con un'arma da fuoco detenuta illegalmente, il 25enne è uscito di casa e ha vagato per ore con la sua auto, prima di costituirsi la notte scorsa ai Carabinieri di Vicenza. Il padre in passato era stato proprietario di una conceria e proprio il denaro sarebbe il movente del duplice omicidio avvenuto, a quanto si apprende, al termine di un alterco. Negli ultimi tempi erano frequenti le liti in famiglia proprio a causa dei soldi che il giovane pretendeva dai genitori. Secondo i magistrati il 25enne puntava al denaro di famiglia, 800mila euro tra contanti e titoli.

Prima ha ucciso il padre, poi ha aspettato la madre

Un delitto, secondo quanto raccontato da lui stesso agli inquirenti, premeditato da tempo, da circa un mese, per eliminare il padre Sergio, di 62 anni, e la madre Lorena Zanin, di 59. Stando alle ricostruzioni degli investigatori tutto sarebbe accaduto alle 10.30 di ieri nell'abitazione di via Villaggio Marmi, dove la famiglia risiedeva. Qui il giovane, dopo una discussione violenta, sempre imperniata sulle sue necessità di denaro, avrebbe dapprima ucciso con due colpi di pistola alla testa il padre, mentre era seduto a tavola; poi Diego ha atteso il rientro della madre e al suo arrivo, alle 13.20 circa, le avrebbe sparato quattro colpi di pistola a bruciapelo. Dopo aver freddato il padre, il 25enne avrebbe anche avuto la lucidità di eseguire al computer un bonifico di circa 16 mila euro, dal conto corrente del padre a quello suo personale. 

L'arma acquistata per 3.800 euro

L'arma, una calibro nove millimetri, stando al suo racconto, sarebbe stata acquistata da un cittadino straniero a Cologna Veneta, vicina località in provincia di Verona, per 3.800 euro. Secondo una prima ricostruzione, il giovane avrebbe vagato per ore in auto prima di costituirsi ai carabinieri di Vicenza nella tarda serata. In quel lasso di tempo sembra sia andato a dare un altro anticipo per la casa che voleva acquistare e poi sarebbe andato a comprare l'occorrente (teli neri, vernice) per nascondere i corpi e le tracce di sangue

La confessione

Dopo le due uccisioni l'omicida si sarebbe quindi cambiato i vestiti e avrebbe acquistato alcuni sacchi di tela e della vernice, per coprire le tracce di sangue, con l'intento poi, a quanto ha riferito la magistratura, di nascondere i due corpi in uno scantinato. Dopo aver vagato per ore, però, intorno alle 22,30 di ieri sera Diego Gugole si è presentato spontaneamente alla caserma dei carabinieri di Vicenza, e ha confessato il duplice delitto. I dettagli della tragica giornata sono stati raccolti nel corso della notte, in un faccia a faccia con la sostituto procuratore Barbara De Munari

Disoccupato e senza voglia di lavorare

Al magistrato il venticinquenne ha spiegato di essere disoccupato da circa un anno e che «ultimamente non mi piaceva lavorare, spesso raccontavo bugie ai miei genitori». Al termine della confessione, i carabinieri hanno raggiunto l'abitazione di Chiampo, dove sono stati ritrovati i due corpi senza vita e l'arma usata per il delitto.

All'interno dell'auto del giovane, invece, sono stati recuperati i sacchi di tela e il materiale acquistato nel pomeriggio. Le indagini dei militari del Nucleo investigativo dell'Arma di Vicenza, coadiuvati dai colleghi di Valdagno e Chiampo, nel frattempo proseguono per far luce su alcuni dettagli ancora non emersi.

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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