Un caffè al bar prima di uccidere la moglie, poi la fuga e l'arresto: non parla davanti al pm Video

Domenica 12 Settembre 2021
Un frame del video in cui Pellizzari beve il caffè
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VILLAGA (VICENZA) - Era andato con tutta calma a bere un caffè poco prima di tendere l'agguato mortale alla moglie. Poi l'ha aspettata nascosto tra le auto del parcheggio dell'azienda in cui lavorava e l'ha uccisa sparandole tre volte in viso, sfigurandola, e alle spalle. Dopo 30 ore di caccia all'uomo si è conclusa ieri alle 14 la corsa del marito killer: ha cercato rifugio nella vecchia casa della madre, ormai in disuso, ma ha trovato i carabinieri. È terminata così, a Villaga, a pochi metri dalla sua abitazione, la fuga di Pierangelo Pellizzari, 61 anni, di Villaga, accusato dell'omicidio della moglie Rita Amenze, nigeriana, di 30 anni. Portato al comando provinciale dell'Arma di Vicenza, l'uomo non ha risposto alle domande degli investigatori e dei pm, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Alla fine Pellizzari è stato sottoposto a fermo come indiziato per omicidio aggravato, porto abusivo di arma, rapina aggravata (in quanto, dopo aver sparato, aveva sottratto il portafoglio della vittima) e minaccia aggravata ed è stato trasferito nel carcere di Vicenza.

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L'ERRORE DI PELLIZZARI
La caccia all'uomo era durata per tutta la giornata di venerdì ed era proseguita nella notte e ieri mattina, coinvolgendo una quarantina di carabinieri del comando provinciale berico, con il supporto delle unità cinofile da Firenze, il nucleo elicotteri da Belluno e la sezione anticrimine di Padova.

Pellizzari sembrava essere sparito nel nulla; poi l'errore fatale, per lui, con il ritorno in quel rudere a poche decine di metri da casa. Così, la sua fuga è finita dove tutto era cominciato. Una caccia all'uomo durata 30 ore: sono le 14 di ieri quando i carabinieri della compagnia di Vicenza, che presidiano la località di Quargente, a Villaga, sentono dei rumori provenire da un'abitazione in disuso a pochi metri da dove viveva la coppia. I militari sono appostati lì vicino: intervengono all'istante e lo bloccano. L'uomo è disarmato, probabilmente si è sbarazzato dell'arma poco prima. Non oppone resistenza ai carabinieri che lo arrestano. Alla fine viene condotto al comando provinciale di Vicenza dell'Arma, dove, assistito dal difensore di fiducia, l'avvocato Michele Albertazzi, viene sottoposto all'interrogatorio dai pm Angelo Parisi e Hans Roderich Blattner.

SCENA MUTA
Dalla sua bocca, però, non esce mezza parola. Si avvale della facoltà di non rispondere. Alla fine, esce dalla caserma per essere accompagnato al carcere di Vicenza. Le ultime indagini proseguono per rintracciare l'arma e capire la sua provenienza, per capire il movente e appurare l'eventuale coinvolgimento di terze persone nel fatto e nelle ore della fuga. Per alcune ore, gli inquirenti avevano ritenuto che il fuggitivo potesse aver deciso di farla finita. Vicino alla sua abitazione scorre un canale: è lì che ieri mattina si sono concentrate le ricerche, alle quali hanno partecipato anche i sommozzatori. Dal canale, però, non era emerso nulla. In realtà, Pellizzari era vivo e vegeto, ma la sua fuga si è interrotta bruscamente poco dopo.


Restano il dolore e lo sgomento per l'ennesimo femminicidio. Venerdì mattina, Rita Amenze si era recata al lavoro, come ogni mattina, all'azienda Meneghello Funghi di Noventa Vicentina. Da almeno una settimana la vittima si era allontanata da casa dopo un litigio scoppiato con il marito per alcuni dissapori legati ad un viaggio in Nigeria dal quale era appena rientrata. In base alle ricostruzioni degli investigatori, Pellizzari era arrivato in zona prima della moglie e si era fermato ad un bar per consumare tranquillamente un caffè. Poi aveva raggiunto il luogo di lavoro di lei e l'aveva giustiziata. Aveva puntato l'arma anche contro il titolare dell'azienda, accorso al rumore degli spari; infine aveva esploso un colpo in aria ed era iniziata la sua fuga. Trenta ore dopo il capolinea.

R.C.

Ultimo aggiornamento: 21:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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