Sanità, scenata del consigliere Finco contro il dg Bramezza dell'Ulss 7: «Un despota»

Mercoledì 23 Febbraio 2022
Il consigliere regionale Nicola Finco

BASSANO DEL GRAPPA - Leghista sì, ma anche bassanese. E alla fine la provenienza geografica dev'essere prevalsa sull'appartenenza politica, a giudicare dalla scenata con cui ieri in aula il consigliere regionale Nicola Finco ha criticato la soppressione della Chirurgia senologica all'ospedale San Bassiano, decisa da Carlo Bramezza e cioè dal dg dell'Ulss 7 Pedemontana nominato dal governatore Luca Zaia.

Inevitabile l'imbarazzo dei colleghi di partito, con cui non era stato certo concordato il tenore dell'interrogazione.


LA CASISTICA

Tutto è cominciato quando Finco ha contestato la centralizzazione al nosocomio di Santorso degli interventi chirurgici per il cancro al seno: «Dalla sera alla mattina con un atto aziendale il direttore generale ha cancellato una struttura prevista dalla programmazione regionale». La leghista Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità, ha così riferito i motivi della decisione: «Gli ultimi dati  hanno evidenziato una forte crescita per l'ospedale di Santorso e una netta diminuzione per il presidio di Bassano, motivo per cui l'Ulss 7 ha proposto di centralizzare gli interventi chirurgici presso la sede della Breast Unit, così da garantire la risposta più appropriata alle pazienti sia per l'elevata professionalità del team sanitario che per l'utilizzo delle tecnologie più innovative disponibili. La casistica rappresenta un fattore determinante per la qualità dell'attività chirurgica e delle cure: più numerosa è la casistica, maggiore risulta l'esperienza dell'équipe».


L'ATTENZIONE

Ma la risposta non ha soddisfatto per nulla Finco: «Dal momento che la programmazione la fa il Consiglio, io gradirei che chi da un punto di vista tecnico fa delle scelte si confronti minimamente con la politica. D'altronde, non è che chi oggi siede in Consiglio regionale sia una nullità e non meriti un minimo di attenzione. Un direttore generale, quando fa delle scelte che riguardano il territorio, deve avere la decenza di convocare la parte politica. Mentre un tempo i direttori generali avevano una certa attenzione e coinvolgevano la parte politica in determinate scelte, oggi qualcuno mi sembra un po' un despota che decide al di là della politica. Per me la politica ha ancora un valore, la politica decide e programma, i tecnici fanno l'attuazione delle scelte della politica».


I PALAZZI

Nel suo ruolo di vicepresidente dell'assemblea legislativa, Finco è stato protagonista di un battibecco pure con il dem Jonatan Montanariello («Vada a dormire che la vedo stanco»; «Vada a letto lei»). L'esponente del Pd è stato il correlatore del piano triennale delle opere pubbliche, 106 interventi per 759 milioni, definito dalla relatrice Alessandra Sponda (Lega) «un programma imponente che consegnerà un territorio più sicuro, più moderno e più bello». Montanariello non ha invece condiviso gli stanziamenti per i beni culturali: «Dieci interventi, per un totale di 3,7 milioni, di cui nove riguardano i Palazzi regionali, come il Balbi che volevate vendere». Replica del leghista Francesco Calzavara, assessore al Patrimonio: «Va fatta una ampia riflessione che coinvolga la destinazione di tutte le sedi regionali, non solo Palazzo Balbi. Ritengo che sia giusto centralizzare il più possibile, indubbiamente in una sede accessibile, per rendere maggiormente efficiente l'azione amministrativa».

Ultimo aggiornamento: 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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