MONTE GRAPPA - I soldati lo chiamavano il "giro della morte". Al 13° tornante del Grappa, il penultimo dei 14 per arrivare alla Cima, lungo la strada Cadorna non c'erano ripari, la grande curva per circa 400 metri era esposta, e vi piovevano a migliaia le granate e i tiri d'artiglieria austroungarici durante la Grande Guerra, quando il Monte Grappa diventò il baluardo dove resistere, facendo una linea unica con il Piave. Al “tornante 13” della strada verso Cima Grappa le ambulanze si fermavano prima, chi doveva passare attendeva la notte e i camion avanzavano a luci spente e motore al minimo, mentre ai muli venivano fasciati gli zoccoli. Passare il "Giro della morte" era un forte rischio, e molti furono i caduti. ll "Comitato celebrazioni storiche nel nome del Grappa 1918-2018" voluto dall'amministrazione comunale nel 2007 per preparare il Centenario ha da subito - fra le molte iniziative promosse - pensato che Bassano, nota a tutti come "la città del Grappa", in realtà del monte sacro non possedeva nemmeno un filo d'erba.
Grazie all'amicizia con la famiglia di Emilio Eger, il comitato ha fatto donare alla città, con atto del notaio Todescan, nel maggio 2014, oltre 100 metri quadri di terreno proprio sul famigerato tornante. Lì, in territorio trevigiano (comune di Borso del Grappa), senza fini di lucro, il progetto del geometra Paolo Grandesso e i lavori di Farronato Costruzioni e Edilmarmi, hanno permesso al comitato di "arredare" un luogo della memoria, a ricordo di quanti vi persero la vita, con il sostegno della città e della Regione: l'opera è stata inaugurata il 19 giugno del 2021. Nel frattempo si parla anche del Grappa che diventa una riserva della biosfera riconosciuta dall'Unesco e Bassano si può presentare a buon diritto fra i protagonisti, essendo divenuta ora veramente a tutti gli effetti "Bassano del Grappa".
Domenica 9 ottobre, alle 10.30, si terrà una cerimonia per ringraziare ufficialmente la famiglia Emilio Eger.
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