Marcesina riparte dopo Vaia: «Così torneranno le foreste»

Sabato 5 Novembre 2022 di Angela Pederiva
Marcesina riparte dopo Vaia: «Così torneranno le foreste»

ENEGO (VICENZA) - Acqua a secchiate, piove che Vaia la manda. Così ai bambini dell'Altopiano dei Sette Comuni toccherà aspettare la primavera, per poter mettere a dimora le ultime 50 delle 9.000 piantine destinate ad affondare le radici nella gelida terra di Marcesina.

Ma a quattro anni dalla devastante tempesta che a Nordest rase al suolo 41.000 ettari di foreste, con 8,7 milioni di metri cubi di legname schiantato dalle raffiche di vento superiori a 200 chilometri orari, la rinascita della Piana può già iniziare grazie a un'innovativa operazione pubblico-privata da 1 milione di euro.


INTERVENTISTI E NEUTRALISTI
L'immagine proiettata sul maxi-schermo del teatro di Enego ripropone la Finlandia d'Italia (d'inverno le temperature medie a quota 1.400 metri si attestano sui 20 gradi sotto lo zero) ai tempi della Grande Guerra. «Gli alberi non c'erano, la massiccia opera di rimboschimento è avvenuta dopo», osserva Marco Pellegrini, estensore del masterplan che punta nel prossimo futuro a piantumarne 400.000 su 800 ettari, di cui 419 dedicati appunto a foresta e 148 a pascolo, «lasciando che sul resto la natura faccia il suo corso», in un punto di equilibrio fra le correnti di pensiero degli interventisti e dei neutralisti.
Si è cominciato con i primi 6,5 ettari accanto al cimitero del Milite Ignoto, dove sono state inserite le piantine «provenienti dal nostro vivaio del Cansiglio», sottolinea Giustino Mezzalira di Veneto Agricoltura. Si tratta principalmente di esemplari di abete bianco e rosso, faggio e larice, alti al massimo 30 centimetri e collocati a gruppi di 25, con l'aggiunta di specie accessorie quali betulla, pioppo tremulo, sorbo montano e degli uccellatori, allo scopo di aumentare la biodiversità e favorire la resistenza. «Il 28 ottobre 2018 ricorda il sindaco Ivo Moscardin abbiamo perso 300.000 metri cubi dell'abetaia secolare. Abbiamo cercato di piazzare i tronchi sul mercato il più velocemente possibile, mentre si confermavano le peggiori previsioni sull'avanzata del bostrico. Un grosso problema anche per la nostra viabilità: con 55.000 andate e ritorni di camion, è stato necessario sistemare le curve e i tratti più pericolosi».


SINERGIE
Il programma è basato su una delibera regionale che disciplina le sinergie tra pubblico e privato, attuate finora per alcuni interventi minori nel Bellunese, fra Alleghe, la Val Visdende e Livinallongo. «Certo, ci vorranno magari quarant'anni per rivedere le foreste com'erano, ma da qualche parte bisogna pur partire», rimarca l'assessore Gianpaolo Bottacin, rammentando che Vaia distrusse in Veneto 20.000 ettari di superficie forestale, il 4,4% del totale, con 3 milioni di metri cubi di schianti. In pratica funziona così: la Regione pianifica e coordina l'iniziativa, ne cura la valutazione ambientale e fornisce gratuitamente le piantine, mentre i soggetti privati finanziatori provvedono alla realizzazione del rimboschimento e del ripascolamento, nel caso di Marcesina curato dalla ditta Energreen.
Determinante è stato il contributo dell'azienda Fitt: «Vogliamo ricreare un ambiente unico in cui l'uomo possa tornare ad incontrare la natura in modo autentico e rigenerante», spiega Alessandro Mezzalira, ceo della società benefit, in corsa per il bando europeo Life che potrebbe portare 5,5 milioni di euro da utilizzare in 5 anni per il ripristino di 100 ettari di bosco e 20 di pascolo. Altri fondi sono arrivati dalle raccolte, come quella promossa da Legambiente insieme a Intesa Sanpaolo. «Le nostre foreste, oltre ad essere una straordinaria ricchezza ambientale e naturalistica, sono preziosi alleati per contrastare la crisi climatica», evidenzia Stefano Ciafani, presidente nazionale dell'associazione. «Contribuire alla rinascita di questi boschi è un modo per trasformare il nostro impegno per l'ambiente, e per la vita che vi risiede, in un dono concreto e a beneficio della collettività», dichiara Cristina Balbo, direttrice dell'istituto di credito per Veneto Ovest e Trentino Alto Adige. Mobilitata pure Coldiretti Vicenza, come rivendica il numero uno Martino Cerantola: «Tutelare la montagna significa salvaguardare non soltanto le produzioni, ma anche un indotto fatto di turismo ed enogastronomia».


ECONOMIA DELLA MONTAGNA
Enego conta 14 malghe, andate in difficoltà proprio a causa dei danni provocati dall'uragano. «Questo intervento è fondamentale perché ci permette di tenere viva l'economia della montagna», annota Nicola Finco, vicepresidente del Consiglio regionale. La collega Cristina Guarda apprezza l'opera, ma invita la Regione a fare di più: «Non lasciamo che resti un esempio isolato di buona pratica». Gli alunni dell'istituto comprensivo di Asiago ricevono ciascuno una piantina, di cui saranno custodi fino alla bella stagione. E quando la cerimonia finisce, incredibilmente splende di nuovo il sole, anche quassù.
 

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