Madame: «Piangevo e prendevo ansiolitici come acqua. E anche a Sanremo stavo malissimo»

Co-conduttrice per una sera de Le Iene ha raccontato i suoi problemi di autostima: «Poi ho guardato in faccia l’ansia che mi aveva sempre accompagnata. E ho trovato il modo per eliminarla»

Mercoledì 3 Novembre 2021
Madame: «Piangevo e prendevo ansiolitici come acqua. E anche a Sanremo stavo malissimo»

Per qualche minuto alle Iene ha raccontato le sue fragilità. Madame, giovane artista pluricelebrata nell'ultimo anno e reduce da Sanremo con il brano "Voce", è stata co-conduttrice di una puntata del programma accanto a Nicola Savino. E in un monologo ha spiegato a cuore aperto i lati nascosti - e forse per questo, più veri - di Francesca Calearo. Quella che ha sofferto di ansia e che solo negli ultimi tempi è uscita da una crisi personale: «Questa sera voglio parlarvi di una cosa che, fino a qualche mese fa, non avevo: l’autostima. Autostima è amare se stessi. Comprendersi, accettarsi. Perdonarsi. Dobbiamo imparare ad amare tutto di noi. Anche le parti peggiori. Quelle che ci fanno soffrire e vorremmo cambiare. Ma se proviamo a cambiarle odiando ciò che siamo, facciamo un casino sbreghiamo tutto».

Madame: «Ansiolitici come acqua, sono stata malissimo»

«L’assenza di autostima è una brutta bestia - ha continuato guardando in camera -. Se non ce l’hai, senti di non valere nulla. L’anno scorso sono stata ospite a X Factor due volte. Prima di salire sul palco ero sola dentro il camerino. Piangevo disperata: “Cosa ci faccio qua?”, “Non me lo merito”. Non mi riconoscevo. Non mi amavo. La verità è che sono stata di merda per anni. Pure a Sanremo, e con il disco d’esordio in uscita. Stavo male. Sempre. Prendevo ansiolitici come fossero acqua. Lo stomaco chiuso. Non mangiavo. Non dormivo. Era un circolo vizioso. Dicevo: “Ma ca**o!” “Perché devo stare sempre così?”. A un certo punto è andata pure peggio. All’improvviso nella mia vita tutto era vuoto. Senza un senso. Mia madre. La mia casa. Il mio cane. La musica. Chiedevo alla gente: “Potete dirmi che senso date alla vostra vita?” Da sola non riuscivo più a capirlo. È stato orribile. Un dolore atroce».

 

La rinascita

Quando però ha toccato il fondo, è rinata: «In quel momento ho scritto una delle mie frasi più belle: “Non ho paura di morire, ma ho paura di voler morire”. Poi mi sono detta: basta. Non puoi andare avanti così. Ho iniziato a lavorare ogni giorno per trovare un senso. Ho guardato in faccia l’ansia che mi aveva sempre accompagnata. E ho trovato il modo per eliminarla. Mi sono detta: “Prima o poi soffrirai, ma non devi avere paura. Perché se soffrirai, ti curerai. E se non lo farai, morirai. E sai cosa c’è? Che tutti, prima o poi, muoiono”. Non possiamo rovinarci la vita perché abbiamo paura di soffrire. O di morire. È una grandissima cag**a. Per me capirlo è stata una liberazione. Ho imparato a non essere schiava della fretta, a godermi i silenzi, il buio. Ho imparato a respirare. Ad accettare le cose che accadono senza che io possa controllarle. Ad accettare me. Se mi aveste conosciuto un anno fa, avreste detto: min***a, questa è grave. Adesso mi sono messa a posto. Ho trovato un senso nell’amore. E ho stima di me perché so comprendermi, accettarmi e amarmi. Insomma, sto bene. E anche se non ho trovato la cura per lo star male, ho curato la paura di star male». 

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