"H&M" chiude a Vicenza e Bassano: 31 dipendenti senza posto di lavoro

Sabato 2 Maggio 2020 di Luca Pozza
la catena di abbigliamento
VICENZA - "H&M", multinazionale svedese del settore abbigliamento, ha annunciato una riorganizzazione societaria con la chiusura di otto punti vendita su tutto il territorio nazionale, di cui due nella provincia berica: si tratta dei negozi nei centri storici di Vicenza, in corso Palladio, e Bassano del Grappa, dove lavorano attualmente 31 dipendenti, nella quasi totalità donne. Il gruppo vanta 180 negozi in Italia e più di 5.400 dipendenti, ma molti di loro alla fine del lockdown il prossimo 18 maggio non ritorneranno al lavoro perché l’azienda ha scelto di non riaprire alla fine della fase 1 dell’emergenza sanitaria. Per i due negozi vicentini, la chiusura è prevista tra agosto e novembre.

«Scelta cinica e inaccettabile - commenta in una nota la Filcams Cgil di Vicenza - che ha gettato nello sconforto e nel dramma molte famiglie già provate da questa situazione  Il punto vendita di Vicenza è stato il primo ad aprire in provincia 13 anni fa e conta 16 dipendenti, mentre Bassano che ha aperto nel 2016 interessa 15 lavoratori. Entrambe le chiusure ci riportano al tema dello svuotamento dei centri storici. La decisione di chiudere ha gettato nello sconforto e incertezza le lavoratrici, per lo più madri, senza contare i molti contratti determinati su gli altri quattro punti vendita del Vicentino ai quali non verranno rinnovati al fine di questa emergenza».

La categoria della Cgil di Vicenza ha chiesto di rivedere la propria posizione all'azienda richiamandola  alla responsabilità sociale e occupazionale ad ogni livello. Lo stesso sindacato ha già annunciato che «adotterà ogni forma di tutela e mobilitazione per la salvaguardia occupazionale e chiede a gran voce ai sindaci di Bassano Del Grappa e di Vicenza di trovare il tempo e l’interesse di farsi carico anche di questo tema. Invitiamo l'azienda alla sostenibilità economica nel lungo periodo non tagliando i costi sulle spese dei lavoratori ma sviluppando nuove e più concrete forme di investimento che guardino alla necessità della ripartenza immediata».
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