Cardinale Parolin pessimista sul negoziato Russia-Ucraina: la guerra si ferma solo se torna lo «spirito di Helsinki»

Parolisi è intervenuto alla presentazione del libro "Contro la guerra" di Papa Francesco

Venerdì 29 Aprile 2022 di Franca Giansoldati
Cardinale Parolin pessimista sul negoziato Russia-Ucraina: la guerra si ferma solo se torna lo «spirito di Helsinki»

Città del Vaticano – Il Vaticano resta «pessimista» sul negoziato tra Russia e Ucraina. Il cardinale Pietro Parolin ripete però che occorre «insistere su questo terreno altrimenti la guerra continuerà a divorare i figli dell'Ucraina».

Quanto al dibattuto tema dell'invio di armi, il segretario di Stato ha ripetuto che le nazioni hanno «il diritto a difendersi dall'invasione subita» mettendo però in luce che solo il lato bellico, senza perseverare sul fronte diplomatico è come imboccare una via senza sbocco. «Dico soltanto che limitarsi alle armi rappresenta una risposta debole».

Intervenendo alla presentazione del libro "Contro la guerra" di Papa Francesco, presentato oggi 29 aprile all'università Lumsa di Roma, il segretario di Stato Vaticano, si augura ovviamente che si arrivi presto a una soluzione negoziata. «Abbandonare lo schema di guerra e assumere lo schema di pace significa rafforzare la partecipazione agli organismi internazionali e anche ritrovare una maggiore capacita' di iniziativa europea. Quella in corso in Ucraina è una guerra tremenda nel cuore dell'Europa e dell'Europa cristiana» ha detto. 

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Nei giorni scorso il 67enne prelato vicentino aveva affermato, in un'intervista alla Catholic News Agency, che Kiev ha un diritto «legittimo» alla difesa, ma che l'invio di armi avrebbe potuto innescare una «terribile» escalation. «La comunità internazionale vuole evitare un'escalation", secondo il prelato, e finora nessuno è intervenuto direttamente. Ma io vedo che in molti stanno inviando armi e questa è una cosa terribile da pensare» anche se «resta il principio della legittima difesa».

Parolin ha poi indicato una soluzione già risultata efficace in passato. «Tornare allo spirito di Helsinki. La deriva allora - ha ricordato il porporato parlando di Helsinki  - si è fermata mettendo insieme i vari protagonisti. Ho l'impressione che questa guerra sia stata conseguenza di un processo creato negli ultimi decenni».  E «quando si è parlato di erosione  del multilateralismo e ciascuno cercava di risolvere i problemi per interessi di gruppo, era logico che si sarebbe andati verso una terza guerra mondiale fatta a pezzi».

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Rievocando lo spirito di Helsinki come "rimedio", Parolin ha ribadito: «C'è bisogno dello spirito che l'allora presidente del Consiglio Aldo Moro interpretò a Helsinki nel 1975, andando oltre la logica dei blocchi e coinvolgendo tutte le nazioni. Durante quella Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa Est ed Ovest si unirono sulla via della distensione, e permettetemi di ricordare, a questo proposito, il ruolo svolto allora dalla Santa Sede e dalla delegazione guidata dal futuro cardinale Agostino Casaroli. La pace è nell'interesse dei popoli, la sicurezza internazionale è nell'interesse di tutti. Oggi c'è bisogno di ritrovare quello spirito, c'è bisogno di una nuova Conferenza di Helsinki». 

Ultimo aggiornamento: 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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