"Tormentava" l'Usl 7: verso il processo l'editore tv Jannacopulos

Chiuse le indagini a carico del proprietario di Rete Veneta e Antenna 3 per i servizi andati in onda sulle due emittenti

Domenica 30 Aprile 2023 di Giuliano Pavan
Giovanni Jannacopulos con alle spalle il suo avvocato Maurizio Paniz

VICENZA - Giovanni Jannacopulos si avvia verso il processo. La Procura di Vicenza ha infatti notificato all’editore l’avviso di chiusura delle indagini riguardo alla presunta campagna denigratoria messa in atto, attraverso una lunga serie di servizi andati in onda nelle emittenti Rete Veneta e Antenna Tre, di cui Jannacopulos è proprietario, nei confronti del direttore generale dell’Usl 7 Pedemontana, Carlo Bramezza. L’81enne, difeso dagli avvocati Maurizio Paniz e Andrea Balbo, è chiamato a rispondere di minacce a pubblico ufficiale continuate. La notizia è stata rivelata ieri sera dal telegiornale di TeleChiara.
Nel mirino sono finiti circa 400 servizi in un arco temporale di 14 mesi, in pratica due al giorno.

Da parte sua Jannacopulos ha sempre respinto ogni addebito. «Non è stato commesso nessun reato - aveva dichiarato l’avvocato Paniz -. Riteniamo che sia stato esercitato il legittimo diritto di critica e di censura nei confronti di un’attività, quella della direzione generale dell’Usl, che era segnalata dal territorio come inadeguata, visto anche il passato del direttore generale».


LA BATTAGLIA
Giovanni Jannacopulos, lo scorso 11 ottobre, era stato raggiunto da una misura interdittiva firmata dal gip Matteo Mantovani su richiesta del sostituto procuratore Serena Chimichi: divieto di esercitare l’attività di impresa attraverso le due emittenti televisive per la durata di un anno. Misura che a fine novembre era stata revocata dal tribunale del Riesame di Vicenza il quale aveva ritenuto che fosse stata solamente esercitata la libertà di stampa, pur sottolineando che i servizi televisivi erano «al più faziosi ma non diffamatori» e che poteva suscitare «perplessità il numero massivo di servizi ostili». La presunta campagna denigratoria contro Bramezza, secondo la Procura, avrebbe avuto l’obiettivo di indurre il direttore generale dell’Usl 7 Pedemontana a compiere atti contrari ai doveri di ufficio. Favori agli amici medici, pressioni sui legislatori e sugli amministratori regionali, condizionamenti dei servizi giornalistici: un intreccio tra sanità, politica e informazione.


I TEMI E LE DATE
Secondo la Procura, la «campagna mediatica di discredito» è cominciata il 18 luglio 2021. Dopo quattro mesi di ordinaria cronaca sull’attività del nuovo dg, quella sera è infatti andato in onda il primo servizio polemico nei suoi confronti, a proposito dei disagi lamentati dai donatori di sangue al centro prelievi. Gli episodi vissuti da Bramezza come un estenuante attacco alla sua persona si sono poi infittiti a partire dall’autunno, quando è cominciato l’approfondimento quasi quotidiano sull’utilizzo del personale infermieristico per la guida delle automediche: 7 i servizi trasmessi fra l’8 e il 20 novembre, quando il manager è andato a presentare denuncia alla Guardia di finanza. Dopo di allora, si sono susseguiti titoli come “È ancora caos al punto tamponi del San Bassiano”, “Caos chiusure guardia medica: pioggia di critiche per l’Ulss 7”, “I cittadini rimpiangono la vecchia Ulss 7”, “L’Ulss 7 nella tenaglia di sindaci e consiglieri”, “Fuga dall’Ulss 7 e la politica rimane muta”, “Un direttore fallito alla guida dell’Ulss 7”. Quest’ultimo titolo si riferiva alla procedura di liquidazione del patrimonio concessa a Bramezza dal Tribunale di Treviso per una pregressa esperienza imprenditoriale, un tema a cui fra il 14 aprile e il 23 giugno 2022 per 119 volte sono state dedicate «tre domande», a cominciare da questa: «È opportuno che una persona in stato di definitiva incapacità di adempiere alle proprie obbligazioni per quasi 11 milioni di euro rimanga alla guida di un’azienda sanitaria pubblica che gestisce un bilancio di circa 700 milioni di euro all’anno?». Il gruppo Medianordest ha sempre evidenziato «l’assoluta serietà e professionalità, oltre che il pieno rispetto della legalità, con cui sono stati svolti tutti i servizi televisivi».
 

Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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