«Verrete tutti qui a cercare lavoro», indagine dell'Ordine dei giornalisti sulla frase razzista della conduttrice al bambino calabrese. E lei si scusa

Sara Pinna segnalata al consiglio di disciplina territoriale. «È stata un battuta infelice che potevo evitare e che ha dimostrato una mancanza di tatto e di gentilezza». Il presidente della Calabria scrive al presidente dell'Ordine nazionale

Lunedì 30 Maggio 2022
Sara Pinna e il bambino in collegamento
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VICENZA - «La frase a sfondo razzista pronunciata durante la trasmissione "Terzo Tempo-Diretta Biancorossa", dell'emittente veneta Tva, e il successivo commento dallo studio, sono stati segnalati a più riprese all'Ordine dei Giornalisti del Veneto».

Lo scrive in una nota lo stesso Ordine, a proposito dello "scambio" tra una conduttrice, Sara Pinna, e un bimbo, dopo la partita di calcio Cosenza- Vicenza, in cui è stata pronunciata la frase rivolta al minore, fan della squadra di casa, "Cercherai lavoro da noi". «Il video della trasmissione è stato acquisito stamattina e verrà trasmesso, nei prossimi giorni - sottolinea l'Ordine veneto -, ai Consigli di Disciplina Territoriali, che istruiranno le pratiche. L'Ordine dei Giornalisti del Veneto richiama al rispetto della Carta deontologica, in particolare alla tutela della dignità delle persone, alla tutela del diritto alla non discriminazione e ai doveri in tema di informazione sportiva, che condannano gli atteggiamenti minacciosi, scorretti, razzistici». 

Le scuse della conduttrice

«È stata un battuta infelice che potevo evitare e che ha dimostrato una mancanza di tatto e di gentilezza. Mi scuso con il bambino, con la famiglia e con tutti coloro che si possono essere sentiti offesi». È quanto scrive sul sito ufficiale dell'emittente veneta TvA la conduttrice che ha detto in diretta ad un bimbo "Cercherai lavoro da noi" dopo la sconfitta del Vicenza con il Catanzaro. L'emittente ricorda che «subito dopo l'ultima puntata di Diretta Biancorossa, andata in onda il 20 maggio, la conduttrice della trasmissione ha espresso le sue scuse sui canali social, riconoscendo l'errore in modo chiaro ed evidente. Scuse accettate dal padre del bambino e da alcuni gruppi di tifosi cosentini, come dimostrano i post sui social network. Dieci giorni dopo la partita tra il Cosenza e il Lanerossi, che ha decretato la salvezza dei calabresi e la retrocessione dei vicentini, quella battuta infelice è diventata un caso mediatico nazionale». «Ribadisco le mie scuse al bambino, alla sua famiglia, ai tifosi del Cosenza e a tutti coloro che si sono sentiti offesi per una frase sbagliata che non rispecchia in alcun modo il mio pensiero e la mia sensibilità - aggiunge la conduttrice - io stessa sono di origini sarde, in Veneto per lavoro dei miei genitori, quindi non vi erano in me le intenzioni maligne che mi vengono attribuite dai numerosi commenti sui canali social, molti dei quali hanno oltrepassato ogni limite di decenza e di legge, ma di questo si occuperà nelle sedi opportune la magistratura». 

Il presidente della Regione Calabria

«Ho inviato una lettera al presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, per chiedergli di intervenire nei confronti della giornalista in questione. Non si possono offendere i calabresi». Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa a Torre Melissa (Crotone), tornando su quanto accaduto lo scorso 20 maggio, nel post-partita di Cosenza- Vicenza, durante una diretta dell'emittente locale veneta Tva. «Credo - ha aggiunto - sia incivile, bruttissimo, offendere un bambino di sette anni solo perché è calabrese, dicendogli che siccome è calabrese non potrà avere un futuro in Calabria. Io lavoro perché anche i bambini possano avere un futuro nella loro Regione. Trovo questi pregiudizi odiosi e irritanti». «Il mestiere del giornalista - ha scritto, tra l'altro, Occhiuto a Bartoli - è un mestiere nobile nei confronti del quale nutro profonda ammirazione e sincero rispetto». Dopo avere ricostruito l'episodio e la frase della conduttrice da studio Sara Pinna, Occhiuto scrive a Bartoli: «Una frase insultante esaltata dal commento dell'inviato presente in Calabria: "Non male, Sara". Dai due giornalisti, Sara Pinna in testa e Andrea Ceroni a rimorchio, un atteggiamento indecente, nei confronti di un bambino, nei confronti di una Regione, nei confronti di tutti i calabresi. La frase pronunciata dalla Pinna trasuda razzismo, bullismo, violenza, stereotipi dello scorso secolo». «Mi auguro - conclude Occhiuto - che l'Ordine dei giornalisti da lei presieduto condanni in modo chiaro e inequivocabile questo grave episodio, e che prenda immediatamente provvedimenti disciplinari nei confronti di Pinna e Ceroni. Simili intemperanze, a maggior ragione se commesse da chi fa il vostro importante mestiere, e dovrebbe dunque garantire un'informazione corretta e quanto più possibile imparziale, non possono passare sotto silenzio, e la vostra categoria tutta deve prendere le distanze da comportamenti estranei alla deontologia professionale, all'educazione e al buon senso civico». 

Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 12:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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