VicenzaOro January, lo studio: l'export vola, nel 2023 più prudenza. Zaia e il ministro Urso: «Qui made in Italy da 1,7 miliardi».

Venerdì 20 Gennaio 2023 di Redazione Web
Vicenzaoro January 2023,le aspettative del settore

VICENZA - Aperta il 20 gennaio, VicenzaOro January.

Resterà aperta fino al 24. Oltre 1300 i brand espositori che arrivano da 36 Paesi per i 400 buyer ospitati, provenienti da oltre 60 Paesi, grazie al supporto della rete degli uffici Ice nel mondo. 

IL GOVERNATORE. «Questa è una fiera leader con 1.300 espositori, il 50% dei quali sono stranieri. Non dimentichiamo che quest'area veneta dà molto al comparto orafo, solo l'export vale 1,7 miliardi di euro sui 5 miliardi a livello nazionale». Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, all'inaugurazione della fiera. «Stiamo parlando di una fiera - ha aggiunto - che avrà almeno 130 Paesi presenti, e di questo distretto di Vicenza degli orafi, della gioielleria, che è un'altra eccellenza del Veneto». Una soddisfazione per Zaia nel vedere tanta gente «dopo mesi di privazioni dopo ciò che è successo a causa del Covid e direi che oggi abbiamo la risposta migliore».

 

IL MINISTRO. All'inaugurazione presente Adolfo Uso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. «Abbiamo messo nuove misure nella legge finanziaria con un fondo straordinario per le filiere della produzione industriale, un collegato alla legge finanziaria per la valorizzazione, la tutela e la promozione del Made in Italy che sarà realizzato nelle prossime settimane in Parlamento» ha annunciato il ministro. «È una fiera importante non solo per questo distretto - ha aggiunto - ma per tutte le imprese che lavorano in questa filiera che sono punte di eccellenza per il Made in Italy e in generale per l'industria italiana». «Abbiamo voluto riaffermare il ruolo del Made in Italy fin dalla ridenominazione del ministrero - ha proseguito - perché siamo coscienti che questa è l'avanguardia dell'intera produzione italiana. Sono convinto che nella seconda parte di quest'anno ripartirà con forza l'attività produttiva italiana.  Questo settore è una punta di diamante del made in Italy nel mondo e i dati dell'export presentate qui lo dimostrano» ha aggiunto Urso.

"TIRA" L'EXPORT. VicenzaOro January è un'occasione importante per un settore i cui dati di export, relativi ai primi 9 mesi del 2022, sono positivi: il periodo registra infatti una crescita in valore del 27,2% su gennaio-settembre 2021, attestandosi a poco più di 7 miliardi di euro; incremento che è pari al +41,4% in più rispetto ai 5,07 miliardi di euro esportati nei primi 9 mesi del 2019. Rallenta la crescita nel terzo trimestre del 2022: dopo gli aumenti superiori al +30% in valore del primo e del secondo trimestre, da luglio a settembre l'export registra un +14,6%.

CLUB DEGLI ORAFI, LO STUDIO. Presentata la terza edizione dell’inchiesta congiunturale Club degli Orafi- Intesa Sanpaolo. L’indagine mostra una revisione al rialzo della view degli operatori sul 2022 in ogni classe dimensionale: in circa il 70% dei casi i rispondenti dichiarano un aumento del fatturato. Queste attese sono confermate anche dalla variazione dell’indice Istat che si attesta nel periodo gennaio- ottobre a +25%, meglio dei settori della filiera della moda e del manifatturiero.
La buona tenuta del settore è confermata anche in termini di produzione industriale con una crescita tendenziale nel periodo gennaio-novembre sia rispetto al 2021 (+15%), che nel confronto con il 2019 (+28%).
Il settore orafo italiano conferma l’elevata competitività sui mercati internazionali con esportazioni nei primi nove mesi in crescita sia in valore (+30%), che in quantità (+11%), con un pieno superamento dei valori pre-crisi (+40%). L’Italia si colloca come sesto Paese esportatore con una quota di mercato in crescita, in particolare negli Stati Uniti dove è riuscita a consolidare il proprio posizionamento (quota di mercato del 12,5% a novembre 2022).
Per il 2023 l’indagine mostra chiaramente attese di rallentamento e di maggior prudenza generalizzate tra le diverse classi dimensionali; per le imprese di maggiori dimensioni resta tuttavia un sentiment positivo sia per il mercato interno (56% dei rispondenti), sia per il mercato estero (61%).
Le attese degli operatori si concentrano sulle opportunità legate alla possibile risoluzione del conflitto e alla ripresa del turismo internazionale che è stato indicato dal 60% dei rispondenti di micro-piccole dimensioni. Le imprese più grandi indicano come prima opportunità le operazioni di acquisizione e di crescita dimensionale.
Le sfide competitive sono concentrate soprattutto nel confronto con gli altri operatori nazionali o europei, mentre le difficoltà maggiori sono rappresentate dal tema del reperimento di manodopera, indicato da un rispondente su due (si sale all’87% dei casi per le imprese di produzione) e che, per effetto di un progressivo ridimensionamento delle problematiche legate alla gestione delle materie prime e degli approvvigionamenti, si colloca al primo posto.

Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 16:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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