Piccione brutalmente ucciso davanti a un cantiere: denunciato, ora rischia fino a due anni

Lunedì 3 Gennaio 2022
Piccione brutalmente ucciso davanti a un cantiere - Foto di Abdou Moussaoui da Pixabay
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VICENZA - Piccione ucciso barbaramente a Vicenza, la denuncia arriva dall'Enpa. I volontari raccontano che il fatto è accaduto in zona ponte Furo, “dove un uomo è uscito da un cantiere con un colombo in mano e lo ha lanciato contro il parchimetro in strada, l’animale è caduto a terra ed è morto contorcendosi di fronte ad una giovane di passaggio che si è messa a urlare per il terrore e la brutalità del gesto”. I fatti risalgono alla fine di ottobre, ma la segnalazione circostanziata è arrivata in sede Enpa verso la metà del mese di novembre, ed è stata evasa ai primi di dicembre. Le tre Guardie Zoofile intervenute sul posto per rintracciare la persona avevano a disposizione pochi elementi da ricavare da un video, un colombo morente a terra sotto il parchimetro e un quarantenne ripreso da lontano, oltre naturalmente alla testimonianza della ragazza che aveva assistito alla scena. Il soggetto è stato  rintracciato, vive in un Comune vicino a Vicenza ed era stato in città in quel periodo per lavoro, avrebbe ammesso di avere ucciso l’animale perché lo riteneva malato e perché sporcava il lavoro che aveva appena finito. Informato dalle Guardie sulla sua posizione in merito all’uccisione di un animale, incredulo al fatto che si trovasse di fronte ad un illecito penale, ha manifestato l’intenzione di denunciare chi l’ha offeso per quel fatto, aggiungendo di ritenersi persona rispettosa degli animali, in quanto detiene sia cani che gatti, oltre a coltivare la passione per la pesca al tonno in particolare.

Dato quanto emerso dalla segnalazione e dal sopralluogo, le Guardie hanno proceduto ad inoltrare la denuncia alla Procura della Repubblica di Vicenza, ipotizzando a carico del soggetto “l’Art. 544 bis uccisione di animale”. Si tratta delle norme disciplinanti i delitti contro il sentimento per gli animali che sono state introdotte dalla L. 189/2004, modificate dalla legge n° 201, che prevede in caso di condanna la pena detentiva da quattro mesi a due anni.

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