Dalla Vecchia, leader degli industriali: «Disastro politico affondare Draghi, Zaia prenda subito le distanze»

Giovedì 21 Luglio 2022 di Claudio Strati
Laura Dalla Vecchia, presidente di Confindustria Vicenza
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VICENZA - Disastro politico, futuro buio e una chiamata perentoria a Zaia perché prenda le distanze dai "giochi" romani che affossano il mondo delle imprese. Sono perentoria le critiche della donna al vertice degli industriali vicetini. Solo pochi giorni fa Laura Dalla Vecchia, industriale scledense, prima donna alla guida della Confundustria vicentina, laurea da architetto e presidente del cda di Polidoro, azienda che progetta e produce bruciatori per la combustione a gas, aveva lanciato un paio di dardi infuocati sulle prospettive della caduta del governo Draghi, con stilettate soprattutto al versante grillino: «Non è accettabile che parte del Parlamento rappresenti così indegnamente gli interessi del proprio Paese, sembra quasi un'operazione di intelligence al contrario - aveva esclamato -. Al Senato si sono viste e sentite cose che vanno oltre l'irresponsabilità, cose indecorose e irrispettose della gravità della situazione che stanno vivendo le persone e le imprese. Ancora più paradossale è che la crisi, che non possiamo permetterci, arrivi a causa della scelleratezza dell'unico partito che è stato al Governo da inizio legislatura fino ad oggi e che quindi ha potuto esprimere, nel bene e nel male, il proprio potere e le proprie prerogative negli ultimi 4 anni. Questo disastro è il risultato di una classe politica lontanissima dal mondo reale, che si occupa dei bonus monopattini, dei banchi a rotelle, di "abolire la povertà", e che oggi, come se ce ne fosse ancora bisogno, ha autodenunciato la propria incompetenza dai Palazzi delle istituzioni che rappresentano i cittadini di un Paese che non merita tutto questo. Ci aspettano tempi bui, abbiamo bisogno di chi ha spalle larghe e ampie vedute. Le imprese, i lavoratori e il Paese non possono affrontare anche una crisi di Governo. È un vero disastro».

La caduta di Draghi: «Disastro della politica» 

A distanza di qualche giorno, la caduta di Draghi si è materializzata dopo che a non votargli la fiducia non sono stati solo i Cinquestelle rimanenti, ma anche Forza Italia e la Lega. Tra l'altro con conseguenze sconquassanti anche nello schiaramento politico di centrodestra. A questo punto Dalla Vecchia, rappresentando il punto di vista di molta parte della classe produttiva, è andata giù di brutto: «Quello che ha fatto la classe politica ieri, secondo me, si giudica da solo: hanno mandato a casa Draghi, l'unico capace di dare credibilità al nostro Paese, l'unico difensore dei nostri valori, di quelli dell'Europa. Siamo molto preoccupati degli effetti di questa scelta, con lo spread che schizzerà in alto e la perdita di immagine per il nostro Paese» ha dichiarato ad Adnkronos/Labitalia. «C'è sconforto e delusione, siamo molto preoccupati - ha proseguito la manager -. Ieri la politica romana non ha tenuto conto degli appelli che arrivavano dai territori, dai sindaci, dal tessuto produttivo, e quanto successo avrà effetti molto gravi, specie nella situazione di crisi internazionale che stiamo vivendo.

Si sono guardati gli interessi di partito e forse anche personali e non quelli del Paese». 

Chiamata a Zaia: «Prenda subito le distanze» 

«Zaia? Non l'ho ancora sentito, ma penso che la politica locale debba prendere le distanze da quanto avvenuto ieri in Parlamento - ha detto Laura Dalla Vecchia -. La politica locale deve essere vicina agli interessi del territorio, mentre ieri si sono fatti solo gli interessi dei partiti di Roma, e forse anche quelli personali». E dopo aver chiesto chiaramente una presa di posizione del presidente leghista del Veneto, Luca Zaia, sulla mancata fiducia della Lega al governo Draghi, aggiunge: «Adesso ci attendono cinque mesi difficilissimi, d'incertezza, in cui come Paese perderemo tanti soldi, ma anche credibilità e immagine all'estero, che era stata data dal presidente Draghi. Il tutto in una situazione che era già molto difficile per la crisi energetica e il caro materiali. Solo a vedere come stanno andando spread e Borsa... Sono a forte rischio la ripresa economica che si era ricreata e i posti di lavoro ad essa legata». E riferendosi alla realtà internazionale: «Dopo quello che è successo ieri, gli unici che ora ridono sono al Cremlino». 

«Tante chiacchiere sul Quirinale, zero proposte sull'energia»

Sempre diretta nei suoi ragionamenti, nei giorni delle elezioni al Quirinale aveva esternato una dichiarazione al vetriolo quando le stime confindustriali prevedevano un aumento dei costi energetici del 460% nel corso del 2022, sottolineando il disinteresse dei politici per questo dato sconvolgente: «A causa del caro energia, gli imprenditori si troveranno a dover decidere se proseguire l'attività o sospenderla. Ma nessun parlamentare, nemmeno del territorio, sta prendendo alcuna iniziativa. Mi sorprende, francamente, leggere tutti i giorni decine di pagine con l'opinione di quasi tutto l'emiciclo sul nome preferito per il Quirinale e, al contempo, nessun parlamentare, neanche, purtroppo, del nostro territorio, che prenda un'iniziativa su una questione seria e che tocca la vita di tutti come quella dell'energia».

Ultimo aggiornamento: 15:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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