Pozzato lascia l'ospedale dopo il Covid, il suo appello: «Ragazzi non scherziamo, il vaccino è l'unica arma efficace»

Giovedì 11 Novembre 2021
Pippo Pozzato all'uscita dal San Bortolo
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VICENZA - Non aveva fatto in tempo a gustarsi i meritati applausi per aver organizzato le sue tre corse per professionisti e una Gran Fondo, tre eventi su strada e uno gravel, che sono andare in scena dal 13 al 17 ottobre, con la cicliegina sulla torta dell'ultima gara prof della stagione, la Veneto Classic da Venezia a Bassano attraversando i luoghi mitici del ciclismo nel Veneto, e Filippo Pozzato si era ritrovatoricoverato all'ospedale San Bortolo di Vicenza, nel reparto di pneumologia, per Covid.

«Finalmente torno a casa»

Dopo alcuni giornii il campione, diventato un organizzatore di eventi delle due ruote, è stato dimesso. «Finalmente ho avuto l’ok per tornare a casa! - ha scritto sui social ai suoi tifosi e a tutti quelli che lo conoscono -. Il mio ringraziamento va a tutti voi che mi siete stati vicini in queste difficili settimane e soprattutto a tutti gli operatori del sistema sanitario, medici, infermieri, assistenti… Siete stati meravigliosi e porterò sempre la vostra dedizione a esempio di professionalità e fonte di ispirazione».

Il consiglio a chi dubita del vaccino

«L’aspetto però più importante di questo mio messaggio è dedicato a tutti coloro che ancora tentennano di fronte al vaccino: ragazzi e ragazze non scherziamo! - prosegue il "Pippo" nazionale -. Il virus è ancora tra noi e se lo si prende si sta male da crepare, fidatevi di chi il giorno prima era pronto a spaccare il mondo e il giorno dopo faceva fatica a spostarsi da una stanza all’altra. Il vaccino è l’unico reale strumento di difesa che abbiamo contro questa piaga: non è uno scherzo, di Covid-19 si può morire e soprattutto si può uccidere. Pensate per un momento alle persone “fragili” che, per motivi molto seri di salute, non possono essere vaccinati: vogliamo davvero mettere a rischio la loro esistenza? Al contrario, dobbiamo fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per fermare la diffusione del virus e questo è un dovere morale e civico di tutti noi che vogliamo vivere ogni giorno della nostra vita insieme ai famigliari e agli amici. Per tornare a farlo liberamente, dobbiamo vaccinarci tutti, senza eccezioni!».

«Dovevo vaccinarmi prima»

Il ciclista sandricense aveva iniziato a star male il 22 ottobre, tre giorni prima del giorno prenotato per il vaccino. «Dovevo fare il vaccino prima? Certo che sì, ma ero davvero a tutta per dare forma a quel progetto di corse che ho poi messo in piedi e tutti avete visto e apprezzato, però ora mi tocca pensare un po' a me stesso»'. 

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