Cassola, comune col primato del cemento nel Vicentino e quasi nel Veneto. L'assessore: «Scelte di tanti anni fa»

L'urbanista Francesca Leder snocciola i dati Ispra: "Una crescita senza freni, popolazione lasciata fuori dai discorsi". I centri veneti che "battono" o sono alle calcagna della cittadina vicentina

Sabato 30 Ottobre 2021 di Claudio Strati
La "voragine" della superstrada pedemontana a Cassola, frazione San Zeno, poco prima che il tratto venisse aperto

CASSOLA - Un primato quasi regionale per Cassola, grosso comune (15 mila abitanti) attaccato a Bassano del Grappa: è il più cementificato della provincia vicentina e uno dei primi del Veneto. La notizia non è del tutto nuova, già nelle statistiche di 8/10 anni fa si notava questo risultato, ma è tornata d'attualità per un intervento dell'urbanista vicentina Francesca Leder, che discorrendo a una platea di interessati di consumo di suolo ha citato i noti dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) imbattendosi nel numero che fotografa il Comune di Cassola: 39,3 per cento di suolo consumato. Il dato lo si trova nelle "classifiche" 2021, fissate il 14 luglio, relative al 2020. Su circa 1274 ettari di territorio, sono 500 quelli "consumati". Anche se l'incremento dal 2019 al 2020 è tra i più piccoli: appena 0,15 ettari, ovvero circa un settimo di ettaro.

Lo stupore della docente

Leggendo il dato, Leder è rimasta un attimo perplessa e ha chiesto: «Come mai questo dato? È stato fatto qualcosa?». Non sono arrivate risposte dalla platea, che comunque conosceva la Cassola story. L'incontro era iniziato con l'urbanista, docente all'università di Ferrara, che aveva spiegato come, quanto a cementificazione, ovvero come si dice ora a consumo di suolo, il Veneto è secondo solo alla Lombardia. «Nel secondo dopoguerra c'è stato un forte sviluppo, città e paesi si sono allargati con aree per nuovi quartieri, produzione, servizi. Una crescita che assomigliava a quella di fine '800, anche se più rapida. In tempi più vicini a noi, negli anni '80, hanno iniziato a nascere i nuovi centri commerciali fuori città, un fenomeno che poi è diventato un mantra... Così, oltre alle eree produttive, i terreni agricoli hanno visto svilupparsi queste strutture. Da uno sviluppo puntuale si è passati a una crescita abnorme e generalizzata. Con una sostanziale differenza. Ovvero, prima lo sviluppo lasciava spazio a una reversibilità, poi non più. Come dicono i dati Ispra, in 8/12 anni il fenomeno è diventato incontrollabile». 

Nonostante la pandemia

E soprattutto è proseguito anche nel 2020, nonostante la pandemia. Sono stati, nel corso dell'anno, sottratti 57 chilometri quadrati all'agricoltura, quasi 2 metri quadri al secondo, spiega Leder. Nel Veneto, aggiunge l'urbanista, è stato consumato l'11,87% solo nel 2020. La provincia di Vicenza è al primo posto regionale per consumo di suolo, e Cassola è al primo posto in provincia, ma ai piani alti anche in regione. Prima con il 39,3%, dietro con oltre il 30% ci sono ad esempio Thiene col 38,8, Vicenza col 32, Rossano Veneto col 31, ma anche i comuni padovani Tombolo, Selvazzano, Rubano, Galliera, Albignasego, il veneziano Fiesso d'Artico. Battono il comune del Bassanese Padova col 49%, Noventa Padovana col 43, Spinea con lo stesso dato, Treviso col 39,7. Si può dire che la superstrada pedemontana, probabilmente, ha inciso su questi dati. A Cassola passa in modo importante nella zona di San Zeno, e a due passi, tra Mussolente e Loria, c'è pure un grosso casello. Francesca Leder ha aggiunto che alla cementificazione si aggiunge anche un peggioramento dell'aria. In sostanza il suolo è una risorsa irriproducibile ed essenziale per la vita. L'urbanistica va avanti per inerzia, ha aggiunto, producendo queste situazioni.

L'assessore: «Ridotto il possibile»

A dare testimonianza dello stato delle cose a Cassola è stato l'amministratore Giannantonio Stangherlin, che gestisce l'urbanistica: «Io sono l'assessore, il discorso sull'inerzia del fenomeno urbanistico è centrale, ciò che vediamo oggi è stato pensato molti anni fa. E la popolazione può non avere una visione attenta delle dinamiche. Noi siamo arrivati quando questo "primato" c'era già. Abbiamo rivisto i piani di lottizzazione decaduti, riportando ad agricoli circa 76 mila metri quadri, mentre abbiamo ridotto di altri 44 mila metri quadri le superfici produttive. Inoltre - ha aggiunto - abbiamo di conseguenza ridimensionato le cubature in aree che avevano già una cubatura prevista, per lo più piani di lottizzazione scaduti e non reintrodotti, e che, con il consenso dei proprietari, ora non ce l'hanno più. Poi alcune aree adiacenti alla Spv, che sono state espropriate dalla Regione, non aveva senso rimanessero edificabili. Ci sono anche aree edificabili che i privati hanno espressamente chiesto di trasformare in agricole, non avendo più intenzione di edificare. Certamente, stando al Piano di Assetto del Territorio (Pat) introdotto vari anni fa, in una futura variante al Piano degli Interventi potrebbero essere reintrodotti, ma non da me, salvo che per un rilevante interesse pubblico». Il fenomeno è stato, a Cassola come altrove, quello di un'auto senza freni e bisogna cercare di rallentare, ha detto l'amministratore: «Alcuni istituti hanno portato ad aggravare la situazione, vedi l'ex piano casa».

Terminologie da iniziati

Ma cosa pensano i veneti? Francesca Leder ha osservato che da una parte aumenta l'interesse alle tematiche del territorio, dall'altra alcuni fattori invece "nascondono" la realtà. «L'urbanistica è stata, diciamo, "facile" da comprendere fino agli inizi degli anni 2000: il linguaggio era rimasto abbastanza costante, le persone avevano imparato a capire i termini, sapevano interloquire con le amministrazioni. Poi c'è stato un progressivo allontanamento della gente rispetto alla gestione del territorio, divenuto di stretta competenza tecnica e basato su un linguaggio da addetti ai lavori. Ogni decisione che subiamo è arrivata almeno dieci anni fa, e tra un decennio vedremo quel che decidiamo adesso. Gli interessi in gioco non vogliono avere ostacoli.

In sostanza ci si garantisce che gli "altri" non entreranno in quei discorsi».

Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 18:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci