Al distributore sparita la voce automatica in dialetto, occorre selezionarla. Il benzinaio: «Colpa di una denuncia»

Per oltre sei mesi le casse automatiche parlavano in veneto, ora il sistema è cambiato. Il "giallo" dell'ipotesi di un esposto: Eni però smentisce

Venerdì 10 Febbraio 2023 di Claudio Strati
Una stazione di servizio Eni

BASSANESE - Un attacco all'autonomia, magari differenziata? Non pare si tratti di questo, ma il dialetto al distributore è sparito. Prima la colonnina parlava in vernacolo in automatico, adesso è tornata a spiccicare un perfetto italiano, deludendo il cliente che si aspetta di ascoltare la cantilena del suo territorio. Con quel che costa un pieno di questi tempi, era una mezza consolazione. La cassa automatica gli diceva, con la voce di una gentile signora, ad esempio:  «Meti dentro i schei, tira fora a carta, scrivi el codice e struca el botòn verde». 

Adesso solo lingua ufficiale (di default)

Invece adesso niente, il distributore self parla in lingua ufficiale. Se vuoi sentire il dialetto chiami l'addetto per il "servito", puoi fare due chiacchiere con lui sicuramente in veneto, ma ti costa una cifra in più per ogni litro. Un salasso da evitare. «L'hanno tolta, la lingua dialettale, perché c'è stata una denuncia» ci dicono a un distributore Eni della zona di Bassano del Grappa. Ah sì? E chi ha denunciato, un purista della lingua italiana che si è sentito depauperato dei suoi diritti nazionali? «No lo savemo, ma ghe xe sta na denuncia, e proprio qua in Veneto» dice il benzinaio, accompagnando la frase, in dialetto stavolta, con un gesto eloquente, molto veneto pure quello.

Video

 

Bisogna selezionare la lingua

Sta di fatto che al rifornimento la voce registrata non parla più veneto. Però c'è un segreto, anche se nessuno o quasi lo sa: bisogna strucare el botòn giusto, e il dialetto ritorna. L'ufficio stampa di Eni chiarisce: «Non risulta che ci siano state denunce. Il fatto è che in tutt'Italia, dove abbiamo applicato il progetto dedicato ai dialetti, in circa 1.750 stazioni di servizio Eni è sempre possibile scegliere l’opzione della lingua locale. L’iniziativa fa parte del progetto avviato da Eni nel luglio 2022: grazie all’evoluzione tecnologica dei terminali delle stazioni di servizio, tra le lingue che possono essere selezionate (italiano, inglese, tedesco, spagnolo, francese) è presente anche il dialetto della zona. La scorsa estate, in occasione delle settimane di lancio di questa novità, a luglio 2022, i dialetti sono stati impostati come lingua di default dei terminali.

Inoltre, nel periodo natalizio, i terminali digitali delle Eni Live Station hanno augurato buone feste nei dialetti locali di 111 province ai clienti che si sono fermati a fare rifornimento».

La slide pubblicitaria che promuove il distributore in lingua dialettale. Si vedono esempi in dialetti diversi (dal sito eni.com)

 

Quasi stranieri a casa nostra...

Ma adesso, in sostanza, in questa seconda fase operativa, il dialetto è ritornato sotto traccia. Bisogna selezionarlo, alla pompa, se si intende sentirlo. Cosa un po' meno divertente di prima, ma che non farà arrabbiare nessun purista della lingua italiana. Anche il cittadino veneto (come quello lombardo, friulano, trentino, romano, napoletano, sardo o siciliano) viene trattato adesso alla stregua di uno straniero, di un tedesco, un inglese o un francese che selezionano la loro lingua madre. Un destino che accomuna, a circa 1750 stazioni Eni in Italia, tutti i dialetti e tutti i clienti. Insomma, alla fine, tutti alla pari, una grande prova di unità nazionale, all'insegna delle lingue regionali. Pur nelle differenze che ci sono.

Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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