Come funziona il contrasto alle violenze domestiche. Caserme dell'Arma illuminate di arancione

Venerdì 25 Novembre 2022 di Redazione Web
Caserme dell'Arma colorate di luce arancione

VICENZA - Caserme illuminate di arancione per tutta la giornata di oggi dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne. In occasione della ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, individuata nel 25 novembre da una risoluzione dell’Assemblea generale delle nazioni Unite, l’Arma dei carabinieri, in particolare il comando provinciale di Vicenza, aderisce alla campagna internazionale “Orange The World”, che prevede iniziative di sensibilizzazione delle istituzioni, colorando simbolicamente di arancione (colore scelto come simbolo di un futuro senza violenza basata sul genere) edifici, monumenti e strade.

I carabinieri hanno deciso di illuminare di arancione le facciate di alcune delle loro caserme.

Ecco le caserme illuminate di orange

L’iniziativa vedrà coinvolte le sedi di due compagnie, Bassano del Grappa e Schio, due tenenze, Dueville e Montecchio Maggiore, e due stazioni, Torri di Quartesolo ed Enego, illuminate per tutta la giornata di oggi, 25 novembre. I carabinieri vicentini sottolineano che sono molte le vittime che si rivolgono loro per denunciare episodi di violenza domestica o di reati consumati da parte di coniugi, fidanzati o fidanzate, ex compagni e compagne.

Le aule per audizioni protette

In alcune di queste caserme, per esempio a Dueville e a Torri di Quartesolo, sono state allestite delle “aule per le audizioni protette”, realizzate secondo un progetto nazionale “una stanza tutta per sé”, nato da un accordo dell’Arma dei carabinieri con l’Associazione Soroptimist international, con lo scopo di incoraggiare le persone vittime di violenza di genere a rivolgersi alle forze dell’ordine, per trovare sostegno nel delicato momento della denuncia. È in questi luoghi, creati per somigliare più ad un ambiente domestico che ad un ufficio pubblico, che vengono accolti le donne ed i minori vittime di violenza, è qui che personale qualificato ed opportunamente formato all'Isti, Istituto superiore tecniche Investigative, dell’Arma, di concerto con figure professionali esterne e cioè psicologi o psicologi infantili ecc., incontra le vittime e le accompagna in un percorso volto a fare emergere situazioni di violenza quasi sempre reiterata, ad interrompere da subito tali condotte violente mediante l’attivazione della procedura del “codice rosso”, a creare un ambiente sicuro ed intraprendere un cammino di “normalizzazione” delle condizioni di vita.

 

Parlano le marescialle vicentine

In questa importante attività, segnala l'Arma provinciale, sono impegnate, tra gli altri, le marescialle Alessandra Di RubboCristine Menotti, in servizio rispettivamente a Valdagno e al Nucleo investigativo di Vicenza. Su questo specifico incarico le due sottufficiali spiegano qual è il filo conduttore del loro lavoro.

«Ho accolto con entusiasmo il fatto di essere avviata a frequentare il corso di formazione sui reati di violenza di genere al termine del quale sono divenuta una delle referenti provinciali per il contrasto del fenomeno - dice Alessandra Di Rubbo -. Durante l’attività addestrativa ho potuto approfondire il problema della violenza sulle fasce deboli imparando ad approcciare la tematica non solo dal punto di vista prettamente procedurale ma anche, e direi soprattutto, dal punto di vista umano e psicologico. Ritengo che tra le peculiarità di una donna ci siano quelle della particolare sensibilità a certe situazioni e del forte sentimento empatico in cui ci si cala nell’affrontare certe realtà».

«L’esperienza sul campo mi consente di affermare che avere a che fare con casi di violenza domestica, in particolare, è un lavoro che richiede molto tatto e sensibilità soprattutto nelle procedure di approccio alle vittime, le quali, se non opportunamente accolte e invogliate a collaborare con gli operatori di polizia, potrebbero chiudersi e subire poi quella che in gergo tecnico viene definita “vittimizzazione secondaria” - aggiunge Cristine Menotti -. Riuscire a creare un rapporto di fiducia e raggiungere l’obiettivo di allontanare le vittime dal contesto di abusi, costituisce motivo di profonda soddisfazione da parte di chi è impegnato nell’attività di contrasto a tale fenomeno».

Violenze domestiche, secondo settore d'intervento

D'altra parte le attività di contrasto al fenomeno della violenza domestica e dei reati in danno delle cosiddette “fasce deboli” impegna i carabinieri in provincia in maniera importante ed intensa, tanto da costituire il secondo motivo di intervento, subito dopo i reati contro il patrimonio. Purtroppo si tratta anche di vicende in costante aumento negli ultimi anni. I carabinieri ricordano che il lavoro di contrasto è affiancato da un costante impulso alla prevenzione di cui l’Arma si fa promotrice, mediante incontri con la cittadinanza ed attività formativa nelle scuole del territorio. 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 23:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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