Possamai-Rucco, al ballottaggio guardando ai voti dei 5 Stelle

Differenza minima, decisivi anche i voti dei fuoriusciti del centrodestra

Martedì 16 Maggio 2023 di Alda Vanzan
Francesco Rucco e Giacomo Possamai

VICENZA - Sia chiaro: il ballottaggio è un'altra elezione, è come se si ricominciasse da capo, bisogna riportare la gente a votare (e non è che al primo turno si siano stracciati le vesti per arrivare ai seggi) e convincerla a mettere una croce dalla parte giusta della scheda e dunque tutto può succedere. Ma è anche vero che peggio di così per il sindaco uscente di Vicenza non poteva andare. Francesco Rucco non solo non ce l'ha fatta al primo turno, ma è addirittura arrivato secondo. E con uno scarto non di poco conto: ben due punti percentuali e quasi mille voti a vantaggio del giovanissimo sfidante del centrosinistra Giacomo Possamai.

Nel cui quartiere elettorale, colorato di blu e rosso, affollato di giovani e vecchi, alla prima proiezione si era sperato nel miracolo: Possamai al 52%, Rucco al 38%. Ma erano solo 6 seggi su 111, la forbice non poteva che calare. E così è stato: sarà però ballottaggio e il sindaco in carica dovrà anche tentare di rimontare.


TENTATIVO DI FILOTTO
Per il centrosinistra una iniezione di ottimismo, con la speranza di aggiungere Vicenza alla lista dei capoluoghi di provincia strappati a Fratelli d'Italia e alla Lega, Verona un anno fa con Damiano Tommasi, per non dire di Padova dove Sergio Giordani lo scorso giugno non ha neanche avuto bisogno del ballottaggio, fino alla recentissima vittoria di Udine nel vicino Friuli Venezia Giulia. «Un risultato straordinario», ha commentato Possamai, concedendosi una battuta sarcastica: «Dall'altra parte dicevano che erano avanti di 17 punti, diciamo che abbiamo fatto una discreta rimonta». A neanche un chilometro di distanza, in una triste sede elettorale disertata dai big dei partiti, Rucco nascondeva la sorpresa: «Un sondaggio Swg dava una forbice tra il 45 e il 49 per cento, ci aspettavamo il ballottaggio. Non è per niente finita, adesso si corre, il margine c'è: siamo di fronte a una sostanziale parità, è solo qualche centinaio di voti di differenza. Finora Possamai si è nascosto, non ha voluto confronti, ora non potrà più farlo».


I COMMENTI
Ma perché a Vicenza è finita così? Com'è che il centrosinistra "rischia" di conquistare un altro capoluogo di provincia in una regione dominata dalla Lega di Luca Zaia e dove alle ultime Politiche Fratelli d'Italia ha trionfato? «Io questa città la conosco bene - dice Achille Variati, per dieci anni sindaco di Vicenza -. La verità è che Francesco Rucco non destava attenzione tra i cittadini. E quando questo avviene, tutto può succedere». Diversissimi i profili dei due candidati, così come l'impostazione della campagna elettorale. Possamai, primo di sei fratelli, soprannominato "il giovane vecchio" perché, pur avendo 33 anni, è in politica da una vita («La mia passione, usavo la Panda della nonna per andare alle riunioni»), già volontario con l'amico Giovanni Diamanti nella seconda campagna elettorale di Barack Obama, capogruppo del Pd in consiglio regionale dal 2020, ha rinunciato lo scorso autunno alla corsa a Montecitorio per candidarsi nella sua Vicenza. E, nonostante la rottura tra Calenda e Renzi, è riuscito ad avere con sé l'intero Terzo Polo. Di più, anche un pezzo di centrodestra visto che l'ex coordinatore provinciale di Forza Italia Matteo Tosetto, estromesso dalla giunta di Rucco che gli ha tolto la delega di vicesindaco, ha presentato una propria lista a sostegno di Possamai. Voti tutt'altro che ininfluenti, secondo alcuni proprio quelli che hanno fatto la differenza: un migliaio di consensi, il 3,4% stando ai risultati parziali. E se il Pd resta il primo partito col 15,9% (aveva il 23,86 nel 2018), la lista di Possamai si è posizionata seconda con il 13%, mentre la lista Grande Vicenza che ha messo assieme Azione e Italia Viva si è fermata al tre e mezzo. Ma è il risultato finale, la conquista del ballottaggio a far esultare truppe e big. Nella grande sede in corso Santi Felice e Fortunato, sono tutti contenti mentre arrivano il segretario del Pd veneto Andrea Martella («Grande risultato e fiducia per il ballottaggio»), gli eurodeputati Alessandra Moretti e Achille Variati, la senatrice Daniela Sbrollini e da Padova si allunga il portavoce di Sergio Giordani Massimo Bettin. L'urlo liberatorio alle 21.15: il sito del ministero dell'Interno è fermo a 81 sezioni su 111, l'unico dato completo è quello dell'affluenza (54,19% contro il 55,8 di cinque anni fa), ma i rappresentanti di lista di Possamai hanno già raccolto i dati dai seggi. Il sorpasso è certo: 21.750 voti, 46,18%, Rucco è indietro di mille schede ed è al 44%. Saranno due settimane di fuoco.

Ultimo aggiornamento: 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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