Assemblea di Confindustria. Le richieste degli imprenditori, in 1.300 alla politica: «Risposte, non redditi garantiti»

Sabato 17 Settembre 2022 di Angela Pederiva
Assemblea di Confindustria

VICENZA - Sul binario 1 delle officine beriche di Trenitalia, il Frecciarossa 1000 è pronto a partire, l'immagine plastica di una locomotiva economica che da queste parti registra un +7,3% di produzione. Sulla banchina si allarga una distesa di 1.300 sedie per «il maggior numero di partecipanti di sempre» all'assemblea di Confindustria Vicenza, rimarca la presidente Laura Dalla Vecchia (assente per motivi familiari il numero uno nazionale Carlo Bonomi), un evento che a una manciata di giorni dal voto è un catino ribollente di richieste dal mondo delle imprese per i candidati alle Politiche. Carlo Calenda di Azione, Adolfo Urso di Fratelli d'Italia ed Enrico Letta del Partito Democratico: i rappresentanti dei tre schieramenti e un applausometro da monitorare, per capire se e come si riflettono i sondaggi sugli imprenditori. (Spoiler: il campione industriale dev'essere poco scientifico, se alla fine la classifica dei decibel vede l'alfiere del terzo polo battere i portacolori sia del centrodestra che del centrosinistra).


LA LEADER


Per la leader Dalla Vecchia il battimani scatta per 13 volte in 40 minuti, il che è un indicatore interessante delle aspettative che attraversano una categoria dolentemente orfana di Mario Draghi. «Non è certo il freddo l'oggetto della nostra paura», sorride amaramente alludendo ai 19 gradi del risparmio energetico, bensì «un Paese che ha scelto di rinunciare a uno dei suoi uomini migliori».

Dice alla politica che «bisogna essere competenti», ma anche che «dobbiamo scacciare il pensiero naif per cui, di norma, un reddito comunque te lo deve dare lo Stato per il solo fatto di essere cittadino italiano», perché «la ricchezza, per essere distribuita, deve essere prima creata». Servono «i rigassificatori» per essere «indipendenti in due anni» dalla Russia, occorre «un sistema di welfare che sostenga quella donna che ha possibilità di far carriera». Ma il tempo vola, ricorda la maxi-clessidra sul palco. «Da oltre 20 anni si parla di taglio del cuneo fiscale. E a parole si dicono tutti d'accordo. Quando? Quanto?». E ancora: «Servono politiche incentivanti come fu l'industria 4.0, non i clic day o i bonus per i monopattini».


I GOVERNATORI


Applausi equamente divisi per i governatori, Luca Zaia del Veneto e Stefano Bonaccini dell'Emilia Romagna. «Segni particolari: vanno d'accordo», chiosa non a caso Marino Smiderle, direttore del Giornale di Vicenza, che conduce l'intervista con Gian Marco Mancassola di Tva. Sull'autonomia: «A saldi invariati abbiamo la presunzione di poter far meglio di Roma», dice il leghista; «Ma servono tre cose e cioè definire i Livelli essenziali delle prestazioni, coinvolgere il Parlamento e togliere qualche materia», aggiunge il dem. Sulle barricate contro i no ai rigassificatori: «Questo Paese coltiva l'odio sociale, fra veti e comitati», lamenta Zaia. «Lo realizzeremo a Ravenna, dopo che la politica non ha deciso e tanti cittadini hanno applaudito chi diceva di no a tutto», annuncia Bonaccini.


I CANDIDATI


Per quello che vale, comunque, l'applausometro si impenna per Calenda, fin da quando risponde alla domanda di Claudio Cerasa, direttore del Foglio, sulle priorità da portare in Consiglio dei ministri: «Rimettere impresa 4.0 così come era e non come l'hanno incasinata successivamente. Mettere un cap all'energia al 4% per le imprese. E siccome le imprese chiedono 520.000 addetti, permettere che li prendano dal bacino del Reddito di cittadinanza, li formino e li facciano lavorare». In cima all'agenda di Urso c'è il caro-bollette: «Dobbiamo affrontare il problema del prezzo dell'energia. Se non lo fa l'Europa, lo faremo noi a livello nazionale, con il tetto al prezzo del gas e lo sganciamento da quello dell'elettricità». Due le emergenze da affrontare secondo Letta: «L'energia e il lavoro. La prima ha bisogno di far sì che si realizzi quanto detto da Ursula von der Leyen: il disaccoppiamento di gas ed elettricità. Il secondo richiede la riduzione del cuneo fiscale. Quando e quanto? Subito e non meno di 16 miliardi». Di fronte a una platea molto sensibile a SuperMario, le sfumature di applauso sono anche per il giudizio sul premier uscente, nelle ore in cui si dice indisponibile a un secondo mandato. Calenda: «Serve recuperare lo spirito repubblicano portato da Draghi. Con lui? Meglio. Senza di lui? Lo si faccia comunque, sennò saremo vittime di un eterno giorno della marmotta». Urso: «È una persona che dice quello che pensa, ma i governi li scelgono gli elettori». Letta: «Altri l'hanno fatto cadere, non è vero che siamo tutti uguali».

Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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