La multinazionale Abb delocalizza e licenzia: un tavolo per salvare 100 posti di lavoro e lo stabilimento

Venerdì 7 Maggio 2021
La multinazionale Abb delocalizza e licenzia: un tavolo per salvare 100 posti di lavoro e lo stabilimento

MAROSTICA - Cento posti di lavoro in bilico e uno stabilimento industriale a cui trovare un futuro, quello della ABB di Marostica, attraverso un imprenditore o un gruppo interessato a rilanciarlo. Nella cittadina scaligera proseguono gli incontri di verifica per capire se c'è una strada di reindustrializzazione del sito industriale della multinazionale svizzera, che a Marostica produce in particolare canaline e scatole di derivazione per l'impiantistica elettrica.

IL MONITORAGGIO

Si è svolto oggi con l'assessora regionale al lavoro Elena Donazzan, l'unità di crisi aziendali della Regione, i vertici aziendali, l’advisor incaricato e le rappresentanze sindacali dei lavoratori, un ulteriore incontro del tavolo di monitoraggio. Si è fatto il punto della situazione sul percorso condiviso tra le parti di mappatura e valorizzazione delle competenze dei lavoratori e delle prospettive industriali dello stabilimento, che ha come fine la ricerca di acquirenti in grado di mantenere e sviluppare le attività produttive del sito.

Il prossimo incontro sarà il 21 maggio. «Sono settimane importanti per ABB – dice Donazzan – e siamo sicuri che chi è seduto al tavolo contribuirà, ciascuno per la sua parte, a raggiungere l'mportante risultato».

I SINDACATI

I tavoli di confronto tra le parti sociali sono stati anche accettati da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil Vicenza, che hanno però sostenuto in una nota: «L’azienda dovrà dimostrare l’assoluta bontà dell’operazione e non che si tratti solo di un palliativo per trattenere i lavoratori fino all’ultimo istante prima della delocalizzazione».

L'INTERROGAZIONE

Sul caso scaligero c'è stata anche al Parlamento europeo un'interrogazione dell'eurodeputata Mara Bizzotto che ha tivolto un appello alla Commissione per la tutela dei lavoratori: «Nonostante lo stabilimento vicentino sia un'eccellenza produttiva, il 29 ottobre 2020 la dirigenza ABB ha annunciato la chiusura del sito di Marostica e il licenziamento dei 100 lavoratori - ha spiegato la Bozzotto -. Il gruppo ABB intende delocalizzare, probabilmente nel proprio stabilimento in Bulgaria, per ridurre i costi di gestione e del personale in un paese a basso costo del lavoro. L'azienda ha un fatturato in crescita e l'annuncio della chiusura non è stato preceduto da alcun preavviso o trattativa con i dipendenti. I lavoratori si ritroverebbero disoccupati e difficilmente ricollocabili a causa della crisi socioeconomica provocata anche dalla pandemia». Nell'interrogazione la deputata ha chiesto di attivare il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione o l'utilizzo di altri finanziamenti, e se il gruppo svizzero abbia beneficiato o stia beneficiando di fondi europei. E ha concluso: «La Commissione intende subordinare l'erogazione di fondi alle multinazionali all'obbligo di non chiudere stabilimenti in Italia per delocalizzare in altri Paesi?».

LA LETTERA

Dopo la doccia fredda della notizia della chiusura gli operai avevano scritto una lettera direttamente al ceo della multinazionale, Björn Rosengren: «Molti di noi lavorano per questa società da oltre vent'anni - hanno scritto tra l'altro - ci sono coppie, donne single con figli, famiglie numerose, uomini e donne adulti ma troppo giovani per la pensione. In questo momento storico caratterizzato da una crisi pandemica che si aggiunge all'instabilità economica, non possono permettersi di perdere il posto di lavoro».

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