I lavoratori si comprano l'azienda. E la salvano. Sette casi in Veneto

Mercoledì 21 Novembre 2018 di Maurizio Crema
I lavoratori si comprano l'azienda. E la salvano. Sette casi in Veneto
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L'inaugurazione ufficiale è oggi a Stienta in provincia di Rovigo. Ma l'attività della cooperativa Centro Moda Polesano è iniziata lo scorso luglio, quando 22 socie lavoratrici e 11 dipendenti si sono messe insieme e grazie anche all'appoggio di Legacoop e Banca Etica hanno fatto rinascere la Cooperativa Polesana Abbigliamento, marchio d'alta moda finito in una crisi che sembrava definitiva. In inglese si chiama workers buyout, cioè i lavoratori di comprano l'azienda investendo il loro trattamento di fine rapporto, liquidazione, stipendi, insomma, scommettendo sul loro futuro. Il Veneto è una delle regioni pilota in quest'esperienza d'imprenditoria sociale che ha precedenti anche nell'Argentina della grande crisi economica del 2001. Sono ormai sette le imprese rilanciate dai loro ex dipendenti insieme a Legacoop: oltre al Cmp ci sono anche D&C Modelleria e Zanardi di Padova, Kuni e Fonderia Dante di Verona, Sportarredo e Berti a Venezia.
 
FENOMENO IN CRESCITAUn fenomeno che all'inizio sembrava di nicchia, ma che, complice la crisi, è cresciuto con successo anche in Italia. Dal 2011 Banca Etica, sede centrale a Padova, è in prima linea per finanziare i progetti di workers buyout: società (srl o spa) fallite che rinascono grazie all'impegno degli ex- dipendenti che con il loro Tfr, i risparmi di una vita, acquistano l'azienda per cui lavorano e diventano manager-imprenditori. A oggi Banca Etica ha finanziato in tutt'Italia 37 imprese recuperate dai lavoratori, i crediti in essere per questi progetti ammontano a 15 milioni e i posti di lavoro salvati sono 938.
Banca Etica per esempio è stata al fianco dei 22 lavoratori della storica azienda Berti di Tessera (Venezia), attiva da oltre cinquant'anni nel settore del vetrocamera e dei serramenti in vetro, fallita nel 2015 e ripartita nell'aprile 2016. Il recupero dell'azienda è stato possibile grazie al coraggio dei lavoratori. Sono stati così salvati i posti di lavoro, le competenze acquisite e l'accreditamento sul mercato, italiano ed estero, conquistato negli anni con una produzione di qualità. Cruciale anche in quest'operazione è stato il supporto di Legacoop e di Veneto Sviluppo, finanziaria della Regione, sempre attenta a queste esperienze.
Da ricordare anche la storia della Zanardi, storico gruppo editoriale di Padova che realizza libri d'autore finito in fallimento con il suicidio del titolare. Una parte dei lavoratori ha scommesso sulle loro capacità formando una cooperativa che si è subito attivata per recuperare i clienti storici e riassumere il maggior numero possibile di ex-dipendenti e colleghi. La difficoltà più grande da affrontare in questi casi? La burocrazia e i tribunali. La cooperativa è nata con quattordici persone. All'avvio dei lavori erano in ventuno. Le ultime notizie segnalavano 32 soci. «Prima della crisi lavoravano nel gruppo un centinaio di persone, la nostra ambizione sarebbe di arrivare ad occuparne almeno la metà», spiegava il presidente della cooperativa Mario Grillo. Il capitale iniziale è stato fornito in gran parte dall'investimento della mobilità dei soci che hanno quindi deciso di rischiare in prima persona, raccogliendo circa 450.000 euro. Ora è la volta della sfida tutta al femminile dell'alta moda di Rovigo

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Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 11:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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