VENEZIA- In mattinata qualche spiraglio, all'ora di pranzo la pietra tombale: «Accetteremo solo l'apparentamento ufficiale». Flavio Tosi, terzo arrivato nel primo turno alle elezioni di Verona con la sua lista e passato a Forza Italia pochi giorni fa, sbatte la porta in faccia al candidato sindaco di centrodestra Federico Sboarina (arrivato col 32% secondo dietro al candidato del centrosinistra Damiano Tommasi, 39%) dopo il no a un'intesa piena. «Niente tecnicismi e giochi di palazzo, sono pronto solo a un accordo programmatico con Forza Italia», la dichiarazione di Sboarina in mattinata che ha provocato lo stop di Tosi. Ora il suo 24% è in libera uscita e potrebbe anche finire all'ex calciatore della Roma e della Nazionale che continua la sua campagna elettorale di basso profilo ieri supportata a Verona anche dai recordman di preferenze Pd della squadra di Sergio Giordani, il riconfermato sindaco di centro sinistra di Padova, Andrea Micalizzi, Margherita Colonnello e Pietro Bean, il volantinaggio davanti allo stadio Bentegodi.
«Accetteremo solo l'apparentamento ufficiale, l'unico previsto dalla normativa sui ballottaggi, alla luce del sole. Apparentamento che farebbe eleggere in Consiglio Comunale i nostri uomini e le nostre donne di centrodestra più votati e più votate, quindi scelti e scelte dal popolo», così Flavio Tosi con un post su Facebook: «Accordicchi di palazzo e careghe non ci interessano» spiega Tosi. «Non ci interessa essere trattati come alleati di serie B. Una logica anti-democratica! E irrispettosa: un po' come se ti invitassero a cena e mentre gli amici mangiano in salotto, tu sei seduto nel guardaroba» conclude Tosi.
In mattinata Tosi aveva dichiarato sibillino: «Non andrò a votare per Tommasi, non ha la capacità amministrativa che serve.
GARANTE
La Meloni benedice la scelta: «A Verona, seppur in assenza di un apparentamento tecnico, Fratelli d'Italia si fa garante da subito della piena condivisione del progetto con Flavio Tosi, per dare al capoluogo scaligero un programma e una squadra di centrodestra vincenti». In serata la doccia fredda (per lei e per Sboarina): «Leggo con meraviglia la nota di Giorgia Meloni, la quale interpreta a suo modo una mia dichiarazione, alludendo ad un accordo raggiunto con Fdi a Verona in vista del ballottaggio, accordo che non c'è proprio a causa delle scelte di Federico Sboarina, il quale dimostra finora di non avere a cuore l'unità, né tantomeno la vittoria del centrodestra - la nota ufficiale di Tosi -. Abbiamo ribadito che la scelta di Sboarina di rifiutare l'accordo ufficiale con Forza Italia e con le civiche ad essa collegate, rischia serissimamente di far perdere l'intero centrodestra. Un nostro elettore farebbe molta fatica a votare per chi non accetta la presenza dei nostri simboli sulla scheda. E chiarito che non potremmo mai sostenere la sinistra». Insomma, i suoi elettori non dovrebbero votare nel secondo turno. Ora Sboarina rischia grosso. Dovrà convincere i veronesi a non andare al ... lago domenica 26. Gli elettori del centro sinistra infatti dovrebbero votare in massa vedendo la vittoria a un passo. Soprattutto perché c'è in lizza un candidato cattolico e moderato come Tommasi, che può anche attirare voti in libera uscita da Tosi e FI. Il leader della Lega - alleata a Verona con Sboarina - osserva preoccupato questa diatriba nella famiglia del centro destra: a Verona «sosterrò Sboarina fino alla fine ma mi sembra sciocco dire no all'unità del centrodestra. Io avrei già chiamato Tosi e spero lo facciano ancora», ribadisce Matteo Salvini. E in molti sospettano che alcuni leghisti nel segreto dell'urna potrebbero fare lo sgambetto al candidato di Fdi.