Sboarina-Tosi, rottura totale. L'ex sindaco: «Non siamo di serie B»

Curiosità a Nordest

Domenica 19 Giugno 2022 di Maurizio Crema
Flavio Tosi e Federico Sboarina
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VENEZIA- In mattinata qualche spiraglio, all'ora di pranzo la pietra tombale: «Accetteremo solo l'apparentamento ufficiale». Flavio Tosi, terzo arrivato nel primo turno alle elezioni di Verona con la sua lista e passato a Forza Italia pochi giorni fa, sbatte la porta in faccia al candidato sindaco di centrodestra Federico Sboarina (arrivato col 32% secondo dietro al candidato del centrosinistra Damiano Tommasi, 39%) dopo il no a un'intesa piena. «Niente tecnicismi e giochi di palazzo, sono pronto solo a un accordo programmatico con Forza Italia», la dichiarazione di Sboarina in mattinata che ha provocato lo stop di Tosi. Ora il suo 24% è in libera uscita e potrebbe anche finire all'ex calciatore della Roma e della Nazionale che continua la sua campagna elettorale di basso profilo ieri supportata a Verona anche dai recordman di preferenze Pd della squadra di Sergio Giordani, il riconfermato sindaco di centro sinistra di Padova, Andrea Micalizzi, Margherita Colonnello e Pietro Bean, il volantinaggio davanti allo stadio Bentegodi.
«Accetteremo solo l'apparentamento ufficiale, l'unico previsto dalla normativa sui ballottaggi, alla luce del sole. Apparentamento che farebbe eleggere in Consiglio Comunale i nostri uomini e le nostre donne di centrodestra più votati e più votate, quindi scelti e scelte dal popolo», così Flavio Tosi con un post su Facebook: «Accordicchi di palazzo e careghe non ci interessano» spiega Tosi. «Non ci interessa essere trattati come alleati di serie B. Una logica anti-democratica! E irrispettosa: un po' come se ti invitassero a cena e mentre gli amici mangiano in salotto, tu sei seduto nel guardaroba» conclude Tosi.
In mattinata Tosi aveva dichiarato sibillino: «Non andrò a votare per Tommasi, non ha la capacità amministrativa che serve.

Immagino che andrò a votare Sboarina ma prima mi confronterò con Forza Italia per decidere quale linea tenere e cosa dire al nostro elettorato». Una dichiarazione che aveva fatto sperare Sboarina, comunque sempre fermo nello stoppare un apparentamento con Tosi e Forza Italia, intesa che avrebbe comportato anche un maggior peso in consiglio elettorale ai centristi berlusconiani. «Ho letto da qualche parte che io avrei chiuso. Io non ho non ho chiuso a nessuno. Io ho aperto ad un accordo che sia programmatico perché i tecnicismi non vengono e non verrebbero capiti dai cittadini veronesi - ribatte Sboarina -. Siamo la stessa area culturale, abbiamo un percorso fatto di valori, di sicurezza, di tantissime cose. Io mi rivolgo a tutto l'elettorato, a quello di Forza Italia, alle persone che hanno votato Tosi. Quindi non c'è una questione di fatto personale, c'è una questione di non rappresentare alchimie, giochi di palazzo». Sboarina poi spiega che «con Giorgia Meloni ci eravamo già sentiti. È chiaro che c'è stato un confronto rispetto al tema dell'apparentamento, dopodiché, c'è stata la scelta che ho fatto e che stiamo portando avanti. Basta alla politica dei tatticismi e dei tecnicismi che rischia di fare il gioco di una sinistra che a Verona è minoritaria e che non può e non deve governare la città. Bisogna sostenere me e il centrodestra in nome delle convinzioni e non delle convenienze né delle spartizioni».


GARANTE
La Meloni benedice la scelta: «A Verona, seppur in assenza di un apparentamento tecnico, Fratelli d'Italia si fa garante da subito della piena condivisione del progetto con Flavio Tosi, per dare al capoluogo scaligero un programma e una squadra di centrodestra vincenti». In serata la doccia fredda (per lei e per Sboarina): «Leggo con meraviglia la nota di Giorgia Meloni, la quale interpreta a suo modo una mia dichiarazione, alludendo ad un accordo raggiunto con Fdi a Verona in vista del ballottaggio, accordo che non c'è proprio a causa delle scelte di Federico Sboarina, il quale dimostra finora di non avere a cuore l'unità, né tantomeno la vittoria del centrodestra - la nota ufficiale di Tosi -. Abbiamo ribadito che la scelta di Sboarina di rifiutare l'accordo ufficiale con Forza Italia e con le civiche ad essa collegate, rischia serissimamente di far perdere l'intero centrodestra. Un nostro elettore farebbe molta fatica a votare per chi non accetta la presenza dei nostri simboli sulla scheda. E chiarito che non potremmo mai sostenere la sinistra». Insomma, i suoi elettori non dovrebbero votare nel secondo turno. Ora Sboarina rischia grosso. Dovrà convincere i veronesi a non andare al ... lago domenica 26. Gli elettori del centro sinistra infatti dovrebbero votare in massa vedendo la vittoria a un passo. Soprattutto perché c'è in lizza un candidato cattolico e moderato come Tommasi, che può anche attirare voti in libera uscita da Tosi e FI. Il leader della Lega - alleata a Verona con Sboarina - osserva preoccupato questa diatriba nella famiglia del centro destra: a Verona «sosterrò Sboarina fino alla fine ma mi sembra sciocco dire no all'unità del centrodestra. Io avrei già chiamato Tosi e spero lo facciano ancora», ribadisce Matteo Salvini. E in molti sospettano che alcuni leghisti nel segreto dell'urna potrebbero fare lo sgambetto al candidato di Fdi.
 

Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 11:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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