​No al centro anziani vicino al camposanto: «Disturba il cimitero militare tedesco»

Martedì 10 Gennaio 2023 di Angela Pederiva
No al centro anziani vicino al camposanto: «Disturba il cimitero militare tedesco»

La popolazione invecchia pure a Costermano sul Garda, paese di neanche quattromila abitanti in provincia di Verona. Per questo il municipio vorrebbe costruire, in convenzione con l'Ulss 9 Scaligera, un centro diurno per anziani: 25 posti per gli autosufficienti e 7 per i fragili. Con una sentenza pubblicata ieri, però, il Tar del Veneto ha bloccato il piano, accogliendo il ricorso della Germania (e quello dell'Italia) contro il Comune e la Regione: la struttura sorgerebbe infatti nei pressi del cimitero militare tedesco, dove riposano i resti di oltre 20.000 soldati, pregiudicando così la «tranquillità dei luoghi».


L'ACCORDO
Vecchietti terribili? La legge è legge: la disciplina del camposanto teutonico si fonda sull'accordo internazionale tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Federale di Germania sulle tombe di guerra, sottoscritto nel 1955 e ratificato nel 1957.

In corrispondenza delle croci, disseminate nel verde del prato e nel viola della lavanda, giacciono le spoglie di 21.951 caduti, principalmente del secondo conflitto mondiale e in piccola parte del primo, tra cui anche ufficiali nazisti come Christian Wirth, Gottfried Schwarz e Franz Reichleitner («I loro crimini rappresentano per noi un eterno monito», si legge su un cartello esplicativo). In base al Trattato, la manutenzione del sito è affidata alla Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge (Vdk), associazione umanitaria che ha agito in giudizio per conto del Governo di Berlino, mentre quello di Roma era rappresentato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché dai ministeri della Difesa e degli Esteri.


LE OSSERVAZIONI
Nel mirino dell'organismo tedesco, con il sostegno di Palazzo Chigi, sono finite varie delibere. A cominciare da quella approvata dal Consiglio comunale di Costermano il 9 marzo 2022, riguardante la variante al Piano degli interventi, che prevede la costruzione dell'edificio ad una distanza compresa fra 50 e 200 metri dal camposanto, quindi dentro la fascia di rispetto cimiteriale. Fin dall'avvio della procedura urbanistica, Vdk ha presentato perciò delle osservazioni, chiedendo lo stralcio dell'intervento che a suo parere determinerebbe «pregiudizio per l'ambiente e per la tranquillità dei luoghi», come riferito dal sindaco Stefano Passarini durante la seduta consiliare, quando la richiesta è stata bocciata con 7 voti a 2.


UN SECOLO
A quel punto è partita la causa al Tribunale amministrativo regionale. Nel corso del giudizio, l'ente locale ha sostenuto che l'area non dovrebbe più essere considerata un cimitero, bensì un sacrario al quale non si applicano le fasce di rispetto: ad oltre un secolo dalla fine della Grande Guerra, e a quasi 80 anni dalla conclusione del secondo conflitto mondiale, sarebbe trascorso il termine decennale dall'inumazione dell'ultima salma, tanto che recentemente sarebbero state ospitate soltanto ossa. Vdk ha invece ribattuto che il posto accoglie dal 18 luglio 2013 nuovi resti rinvenuti a Verona e dall'11 dicembre 2019 un corpo recuperato a San Daniele del Friuli, per cui il vincolo dovrebbe continuare a valere, per «rispetto della sacralità e della riservatezza dei luoghi di sepoltura».


IL NOCUMENTO
La tesi della Germania, condivisa dall'Italia, è stata infine accolta dai giudici, evidenziando che tra gli scopi dell'intesa internazionale c'è quello di «evitare interventi suscettibili di recare nocumento al diritto permanente al riposo dei caduti, declinabile in termini di tutela del sito, della sua tranquillità e del suo decoro». Al riguardo il Tar ha sottolineato che, non a caso, «i ricorsi avverso gli atti del Comune sono stati proposti da entrambe le parti contraenti», cioè i Governi di Berlino e Roma, «che attribuiscono alle norme il medesimo significato, dando luogo ad una prassi che denota l'esistenza di un accordo relativamente all'interpretazione del Trattato». Dunque, in attesa di eventuali appelli al Consiglio di Stato, delibera annullata e conto al Comune: per le spese di giudizio, Costermano dovrà pagare 2.500 euro alla Germania e altrettanti all'Italia.

Ultimo aggiornamento: 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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