Parco giardino Sigurtà. Quel paradiso nato nel 1407, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio

Venerdì 26 Giugno 2020 di Nicola Munaro
Parco giardino Sigurtà
Succede tutto in un attimo. 
Le nuvole che viaggiano nel cielo cambiando le tonalità di verde del Grande tappeto erboso mentre dai Laghetti fioriti le carpe giapponesi nuotano a pelo dell'acqua. Curiose, loro, di chi le osserva stupito. La magia, però, è alzare lo sguardo e allargarlo quasi all'infinito tra ortensie di ogni colore, cipressi, piante esotiche, dalie del Messico e le 30mila rose, alfieri fedeli del loro Viale e simbolo di una delle più grandi emozioni a portata di gita. Tutto sotto lo sguardo della Grande Quercia, lì da 4 secoli a vigilare sulla Pietra della Giovinezza e sul labirinto di tasso. 



Benvenuti, quindi, al Parco giardino Sigurtà di Valeggio sul Mincio: lì dove si baciano tre province e due regioni (Verona, Mantova e Brescia, Veneto e Lombardia) e dove hanno dormito ben due imperatori - Francesco Giuseppe I d'Austria e Napoleone III - quando l'Italia si stava costruendo le fondamenta nel susseguirsi di guerre d'indipendenza. E il Parco Sigurtà, all'epoca solo una villa con giardino privato, a pochi chilometri da San Martino e Solferino, era nel cuore della battaglia.



IL VIAGGIO
Basta quello sguardo alzato per innamorarsi del Parco Sigurtà e venire catapultati fuori dal tempo, abbracciati dai colori di un giardino romantico in stile inglese nato nel 1792 dall'incontro tra il poeta Ippolito Pindemonte (a cui Ugo Foscolo indirizzò l'opera Dei Sepolcri, ndr) e il marchese Antonio Maffei. Alcune tracce di questa trasformazione sono adesso una tappa obbligatoria all'interno dei 60 ettari di prati e boschi in cui sono ospitate favolose fioriture stagionali e angoli testimoni della storia plurisecolare del Giardino: l'Eremo e il Castelletto, entrambi in stile neo-gotico, e la Grotta Votiva, un luogo protetto e perfetto per la conversazione, la lettura e la musica. 

Poi piante annuali, fior di loto, ninfee e zone d'ombra: questo e molto altro significa vivere una giornata a Sigurtà, uno dei parchi più ammirati al mondo.



Da giugno a settembre, il tesoro verde della provincia veronese affascina i visitatori con una carrellata di tonalità, grazie alle fioriture che si susseguono nel corso delle settimane: oltre a rose e ortensie, ecco le zinnie, le begonie, i sunpatiens e gli impatiens che insieme alle nove varietà di canna indica colorano fino ad ottobre il Viale delle Aiuole Fiorite. Ma anche i diciotto specchi d'acqua pieni di pesci, fiori di loto e ninfee che richiamano le pennellate di Claude Monet, la panchina degli innamorati, gli hemerocallis, simili ai gigli, che fioriscono per un solo giorno (dal greco heméra giorno e kàllos bellezza) e le loro tonalità vanno dal giallo, all'arancione, al rosso. L'hibiscus syriacus (ibisco cinese) che fiorisce da luglio ad ottobre. Per arrivare al Labirinto con 1.500 piante di tasso che si snodano in corridoi verdi su 2.500 metri quadrati di superficie e, per i più piccoli, oltre alla valle dei daini anche la Fattoria Didattica dove si possono incontrare galline, asini, caprette tibetane, tacchini e pecore della Lessinia. 



LA STORIA
Nato nel 1407 quando, durante la dominazione veneziana su Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò tre fattorie dando origine così al nucleo originario del Giardino, Sigurtà è anche la storia degli uomini che l'hanno attraversato, amato e plasmato in più di sei secoli. Il nome, quello con cui ora è conosciuto nel mondo, arriva tardi, solo nel 1941, quando l'imprenditore farmaceutico milanese Giuseppe Carlo Sigurtà, a Valeggio per l'acquisto di un calesse, visitò per la prima volta la proprietà, se ne innamorò e ne divenne il nuovo proprietario. Per aprirsi al mondo il Parco Giardino dovrà aspettare ancora qualche anno e vedere arrivare il 1978 e sempre per volontà del farmacista milanese, la cui statua oggi osserva il giardino dal punto più alto. È il 19 marzo di un anno infausto per l'Italia (solo tre giorni prima era stato rapito dalle Br Aldo Moro) quando Giuseppe Carlo Sigurtà apre il Giardino al pubblico. I primi visitatori potevano entrare solo a bordo di una vettura per un' autovisita. Scelta cambiata radicalmente nei primi anni 2000, da quando la bellezza senza tempo del Parco è visitabile solo a piedi.

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