Siccità, il neo sindaco Tommasi chiude i rubinetti dell'acqua: vietato irrigare giardini o lavare l'auto

Domenica 3 Luglio 2022
Siccità, emergenza in Veneto

C'è il caldo torrido che non dà tregua, ben venti le città da bollino rosso. Ma soprattutto c'è la siccità che continua a peggiorare. E mentre il Friuli Venezia Giulia - come hanno già fatto altre cinque Regioni - ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di emergenza da crisi idrica, a Verona il neo sindaco Damiano Tommasi ha chiuso i rubinetti: per due mesi, fino al 31 agosto, l'acqua potabile potrà essere utilizzata solo per l'igiene personale e per mangiare, vietato irrigare i giardini o lavare l'auto. «Sull'acqua - ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani - paghiamo vent'anni di errori sulle infrastrutture: carenza di invasi, troppa acqua di superficie usata rispetto a quella di falda, un sistema frazionato di gestione che non ha senso.

A tutto questo si aggiunga che sono tre anni che piove poco, anche se con una situazione infrastrutturale e di gestione diversa questa emergenza sarebbe stata mitigata».


Manca acqua, le città con il bollino rosso


Le città italiane da bollino rosso, dove cioè il rischio caldo è massimo per tutta la popolazione, non solo per le fasce a rischio, scendono da 22 a 20: Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Trieste e Viterbo. A causare la riduzione dei bollini rossi è il passaggio in giallo (stato di pre-allerta per le ondate di calore) di Ancona e Palermo. Le città con il bollino arancione (rischio caldo per i più fragili) restano Milano e Verona. In giallo anche Venezia, Genova, Torino, Ancona e Palermo. In Veneto la Protezione civile ha dichiarato lo stato di allarme climatico per disagio fisico fino a domani. L'ondata di caldo dovrebbe attenuarsi nei prossimi giorni: la previsione è di temporali soprattutto al Centro-Nord.

Allarme fiumi in secca

Le attese piogge non basteranno però a risolvere l'emergenza idrica. Il deficit del Po resta molto grave, tanto che l'Autorità di bacino ha chiesto una riduzione del 20% dei prelievi irrigui per contrastare la risalita del cuneo salino. Tra l'altro il sale nel Po è un vero e proprio killer per le vongole del Delta. Sei, al momento, le Regioni che hanno formalmente inviato alla Protezione civile la richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza per la siccità: a Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte, si è aggiunto il Friuli Venezia Giulia. Il Dipartimento ora vaglierà le richieste da portare in Consiglio dei ministri così da provvedere ad un primo stanziamento, che si aggirerebbe su diverse decine di milioni, per i primi interventi e i ristori agli agricoltori. Il solo Piemonte ha quantificato in quasi 9 milioni i fondi per l'emergenza. La crisi idrica dovrebbe essere affrontata probabilmente martedì dal Consiglio dei ministri che dovrà scegliere anche il commissario a cui affidare i «20 interventi prioritari» da realizzare «entro e non oltre» il 2024 per mitigare i danni della siccità che sta assediando l'Italia, nonché potenziare ed adeguare le reti idriche, come scritto nella bozza del decreto legge. Il dato di fatto è che circa un terzo dell'Italia sta affrontando, ad oggi, «la crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni», come ha ricordato il premier Mario Draghi.


Acqua razionata a Verona

Gli enti locali corrono così ai ripari con ordinanze per limitare gli sprechi e razionalizzare l'utilizzo dell'acqua. Ieri alle centinaia di amministrazioni comunali che già hanno varato misure ad hoc si sono aggiunte Verona e Pisa. Il neosindaco scaligero Damiano Tommasi ha firmato un provvedimento che limita l'uso dell'acqua potabile ai fini domestici, per la pulizia personale e per l'igiene. Nella città veneta fino al 31 agosto sarà quindi vietato usare acqua potabile per l'irrigazione di orti, giardini e campi sportivi, per il lavaggio di automobili, salvo impianti autorizzati, per il riempimento di piscine. Ai trasgressori multe fino a 500 euro. (al.va.)
 

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