Il referendum lombardoveneto: «Autonomia o Parlamento illegittimo»

Mercoledì 26 Aprile 2017 di Alda Vanzan
La manifestazione di Verona
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VERONA - Il giorno dopo aver ufficializzato la data del referendum sull'autonomia - il 22 ottobre - con la firma a Venezia del decreto per l'indizione dei comizi elettorali, i governatori del Veneto e della Lombardia si trovano nella città scaligera per l'iniziativa della Lega sulla legittima difesa, ma la consultazione referendaria continua restare un tema forte, tant'è che entrambi ne parlano dal palco. E a qualcuno, nella foga, scappa una parola di troppo: indipendenza.
Succede con Bobo Maroni. «Il referendum del 22 ottobre - dice il presidente della Regione Lombardia - ha un significato importante: sarà la difesa del diritto delle nostre Regioni di diventare autonome, indipendenti, e quindi a tenerci i propri soldi. Faremo sentire a Roma ladrona che qui si combatte e si vince». Regioni indipendenti in realtà no (la Corte costituzionale ha cassato il referendum sull'indipendenza), autonome forse, visto che dopo il referendum servirà una trattativa con il Governo per decidere quali competenze trasferire da Roma a Venezia e Milano e, in caso di intesa, sarà necessario un passaggio parlamentare come previsto dalla Costituzione. Ma se poi a Roma le Camere non votassero la legge per l'autonomia?
«L'articolo 1 della Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo - dice Maroni - non al Governo e nemmeno al Parlamento. Se il popolo si esprime e il Parlamento dice no, sarà il Parlamento ad essere illegittimo». Ma perché i parlamentari di altre regioni dovrebbero dire sì a una maggiore autonomia per il Veneto e la Lombardia? «Perché conviene a tutti - risponde Maroni - Perché se il Veneto e la Lombardia avranno maggiori risorse potenzieranno il loro motore a beneficio di tutte le altre Regioni italiane. E che il referendum serva, per il governatore della Lombardia è fuori discussione: «Sono quattro anni che provo a trattare con tre diversi governi, Letta, Renzi e Gentiloni. Inutilmente. Vuol dire quindi che se le trattative le faccio io non funzionano, funzioneranno allora quelle di quindici milioni di italiani veneti e lombardi».
«Benvenuti nella terra dove i piccioni camminano e i leoni volano - ha poi esordito dal palco il presidente del Veneto Luca Zaia - Con il referendum si raccolgono le istanze del popolo, quelle che non vengono recepite da chi governa. Il 22 ottobre quindici milioni di lombardi e veneti diranno a Roma di fare le valigie e andarsene a casa. Dite a tutti di andare a votare perché questo è il referendum dei veneti e dei lombardi: il 22 ottobre non ci sono alibi, si va alle urne».
E un sostegno è arrivato anche dal presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher: «Credo che il Veneto sia pronto per un'autonomia perché loro riescono a gestire bene le cose pubbliche e secondo noi il concetto di federalismo funziona. Noi siamo sempre stati favorevoli al federalismo». Per Kompatscher va applicato il principio di sussidiarietà e questo deve valere per tutte le regioni che sono pronte per gestire le cose in modo responsabile. Secondo il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, con il federalismo in futuro ci saranno meno invidie. Ma il governatore ha anche precisato che l'autonomia dell'Alto Adige è diversa avendo un fondamento sul diritto internazionale.
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Ultimo aggiornamento: 10:20

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