In bici da Verona a Rigopiano per chiedere giustizia: «Mio fratello morto sotto le macerie del resort, tragedia che si poteva evitare»

Andrea Feniello pedalerà fino a ciò che resta dell'hotel travolto da una slavina nel gennaio 2017: morirono 29 persone. «Lo faccio per Stefano e le altre vittime. I responsabili vanno puniti». La pedalata si conclude il 23 febbraio nel luogo della frana, il giorno in cui è attesa la sentenza

Giovedì 16 Febbraio 2023 di Redazione Web
In bici da Verona a Rigopiano per chiedere giustizia: «Mio fratello morto sotto le macerie del resort, tragedia che si poteva evitare»

VERONA - «Verona-Rigopiano solo andata, perché Stefano non è mai tornato». Questo lo slogan sul giubbotto che Andrea Feniello, fratello di Stefano - una delle vittime della tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola che il 18 gennaio 2017 venne travolto da una slavina provocando 29 morti - porterà con sé, in una pedalata in bici da Verona fino a quel che resta delle macerie del resort.

La partenza di Feniello è prevista per il 18 febbraio dalla città in cui vive, Verona, con arrivo a Rigopiano il 23 febbraio, nel giorno della sentenza del processo al tribunale di Pescara nei confronti di 30 imputati. Una pedalata che, come spiega Andrea Feniello, rappresenta «un gesto simbolico per chiedere verità e giustizia sulla morte di mio fratello e delle altre vittime dell'hotel Rigopiano». Gli imputati sono accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi. «Mio fratello e le altre vittime sono stati uccisi a Rigopiano. Il nostro dolore - aggiunge Feniello - è anche una richiesta di aiuto alla magistratura affinché la giustizia faccia il suo corso e punisca i responsabili di una tragedia che si doveva e poteva evitare».

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Ultimo aggiornamento: 13:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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