Indagato il presidente dell'Hellas, Setti: sequestro di beni per 6,5 milioni euro

Giovedì 13 Maggio 2021
Maurizio Setti
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 VERONA  Sei milioni e mezzo di euro illecitamente sottratti a febbraio 2020 alle casse dell'Hellas Verona e impiegati per ristrutturare un'altra società, così da scongiurarne il fallimento. Poi un trucco, un'operazione di «maquillage contabile» sui bilanci, per nascondere la reale provenienza della somma. È questa, in estrema sintesi, l'accusa che la Procura di Bologna muove a Maurizio Setti, imprenditore carpigiano presidente del club di serie A, indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio.

Nei suoi confronti, accogliendo l'ipotesi degli inquirenti, il gip ha disposto il sequestro preventivo dei soldi al centro dell'operazione.

Un provvedimento imposto, spiega lo stesso giudice, «in prima battuta per parare il colpo derivante all'Hellas Verona dall'appropriazione indebita» ed evitare il «fortissimo rischio» di dispersione delle risorse asservite illecitamente a garanzia del debito dell'altra società, la Star Ball Srl, da cui la società calcistica è interamente partecipata.

La difesa di Setti

Accuse che Setti rigetta con forza: «Intendo ribadire l'assoluta regolarità e correttezza del mio operato. Respingo tutte le prospettazioni accusatorie che mi sono ascritte, consapevole d'aver sempre agito con piena trasparenza e nell'interesse dell'Hellas Verona e nel rispetto dei tifosi che la sostengono», ha detto in una nota pubblicata sul sito ufficiale della squadra che ha appena festeggiato l'anniversario dello storico scudetto del 1985. «I bilanci di una società di calcio - ha aggiunto - sono attentamente formati e controllati. Non ho mai avuto alcun rilievo sui bilanci dell'Hellas, né dal collegio sindacale, né dai revisori, o dagli organi di controllo».

L'inchiesta

Nasce dalle verifiche su due società in decozione, H27 e H23, con sede a Bologna, anche queste in precedenza nella catena di controllo del Verona. E dal contrasto tra Setti e Gabriele Volpi, finanziere, ex presidente dello Spezia Calcio. La richiesta di sequestro della Procura muove proprio dall'iniziativa del creditore Volpi che, sottolinea il gip, finanziò Setti nella sua impresa di prendere in gestione il Verona. A fronte della controversia, che ha dato luogo a un contenzioso civile culminato in richieste di fallimento di società, accolte in primo grado e poi respinte in appello, da parte di Setti ci sono stati ripetuti trasferimenti della partecipazione sociale dell'Hellas Verona «che allo stato non paiono giustificati da altra ragione se non quello di vanificare i tentativi del suo contradditore di recuperare il credito», per cui Volpi ha vittoriosamente instaurato un giudizio civile in Lussemburgo, nel 2018.

Quanto al «maquillage» il presidente avrebbe indicato in diversi documenti bancari e contabili la provenienza dei soldi da una distribuzione di dividendi, sebbene si trattasse, in realtà, di una disponibilità finanziaria accantonata in bilancio quale «riserva di versamenti soci in conto futuro aumento di capitale», di per sé non distribuibile. Nell'indagine non risultano coinvolte aziende del tessile, altro settore di attività dell'imprenditore, legato alla griffe di Manila Grace. Setti in passato era stato anche vicepresidente del Bologna, che lunedì affronta proprio il Verona al Bentegodi.  

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 09:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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