Diciassette cadaveri sepolti di nascosto, sospetti sul custode

Venerdì 3 Luglio 2020 di Massimo Rossignati
Diciassette cadaveri sepolti di nascosto, sospetti sul custode (Photo by Veit Hammer on Unsplash)

VERONA Si starebbe indagando sul custode del cimitero e su tre agenzie di pompe funebri islamiche per cercare di chiarire come sia stato possibile che 17 salme siano state sepolte senza autorizzazione all'interno del cimitero di Cerea, grosso centro a sud di Verona. Il tutto è avvenuto negli ultimi due mesi, in piena emergenza Covid-19. I defunti, tutti di confessione musulmana e non residenti a Cerea, arrivano da diversi Comuni del Veronese, ma anche da Vicenza, Treviso, Padova, Venezia, Ostiglia nel Mantovano ed anche da Pordenone, in Friuli, secondo quanto ricostruito ieri dal Comune. Con un ulteriore timore: la possibilità che quanto venuto alla luce a Cerea sia accaduto anche in altri cimiteri del Veneto. 

«Al cimitero 17 salme sepolte abusivamente». Mistero nel Veronese

IL SINDACO
«Il sospetto è che proprio l'emergenza Coronavirus, che ha provocato anche il blocco dei voli impedendo il trasporto delle salme ai Paesi d'origine, sia il motivo di quanto avvenuto - sottolinea il sindaco di Cerea, Marco Franzoni -. Infatti, se noi nella storia abbiamo avuto tre sepolture di islamici all'interno del cimitero, e tutti e tre cittadini ceretani, non si capisce come negli ultimi due mesi ve ne siano state 17». È su questo fronte, dunque, che stanno lavorando i carabinieri della stazione locale dopo l'esposto denuncia presentato dal segretario comunale di Cerea. In pratica, la vicenda sarebbe emersa sia da segnalazioni di cittadini, fatta direttamente al sindaco Franzoni ed all'assessore delegato al patrimonio, Stefano Brendaglia. Sia da alcuni riscontri del nuovo ragioniere capo del Comune. E il funzionario si sarebbe accorto che per quelle sepolture, le tre agenzie di pompe funebri, hanno pagato la corrispondente imposta. Solo che non esistono le necessarie autorizzazioni. 

I SOSPETTI
E qui entra in scena il custode del cimitero, un cittadino italiano che abita nel vicino comune di Casaleone, subito spostato dall'amministrazione comunale ad altro incarico già l'altro giorno quando è emerso il caso.

Con il Comune che ha affidato ad una cooperativa la gestione del camposanto. Gli islamici, per religione, vanno inumati per terra e questo richiede solo il versamento di un diritto e dei bolli per la richiesta all'anagrafe comunale. Diversamente dalle tumulazioni, che richiedono il pagamento ben più oneroso del loculo cimiteriale. E questo potrebbe spiegare la svista negli uffici comunali. Ben più difficile comprendere come il custode non si sia accorto dello scavo di ben 17 tombe. Da chiarire, poi, se tutto quanto sia avvenuto in buona fede, magari sempre per l'emergenza Covid. O se l'intera vicenda non nasconda ben altro, addirittura in giro di mazzette se non una vera organizzazione che oltre a Cerea potrebbe aver agito in altri cimiteri. «Nell'attesa dell'esito degli accertamenti in corso da martedì 30 giugno, la cooperativa Beta è titolare esclusiva della gestione dei cimiteri del Comune - spiegano sindaco e assessore -.È necessario far luce su questa deplorevole vicenda. Pretendiamo massima chiarezza e trasparenza su quanto accaduto in questi ultimi mesi in merito a queste sepolture non autorizzate». «Siamo intervenuti subito, non appena sono state verificate le anomalie nelle sepolture, concludono dall'amministrazione comunale -. Abbiamo fatto scattare immediatamente una serie di accertamenti e di indagini, anche per tutelare il prestigio e l'immagine dell'ente e per fare chiarezza in merito ad eventuali responsabilità di singole persone e al rispetto dei protocolli che regolamentano l'attività di polizia mortuaria». Le verifiche sono state effettuate dal segretario comunale la settimana scorsa, il quale ha anche presentato in merito un esposto denuncia ai carabinieri della stazione del paese che immediatamente l'hanno girato alla Procura della Repubblica. 

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