Rifiuta certificato di malattia per lavoro, medico di guardia aggredito dal paziente. Ottavo episodio in 20 giorni

Sabato 21 Gennaio 2023
Rifiuta certificato di malattia per lavoro, medico di guardia aggredito dal paziente. Ottavo episodio in 20 giorni

COLOGNA VENETA - Un medico di guardia è stato aggredito da un paziente a Cologna Veneta, nel Veronese, per essersi rifiutato di produrre in modo illegittimo un certificato di malattia per giustificare l'assenza dal lavoro. Ora tra i camici bianchi torna l'allarme. Dall'inizio del mese sono state registrate già otto aggressioni in provincia a personale sanitario. Nel 2022 furono 105.
Il fatto è avvenuto la settimana scorsa in orario notturno: il medico si è ritrovato sotto la minaccia di un paziente che a più riprese lo ha spintonato e gli ha bloccato le mani.

Il sanitario ha chiamato i carabinieri e annunciato di voler sporgere denuncia in Procura.

La protesta della Fimmg

La Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) condanna questa «ennesima» violenza ai danni di un professionista della continuità assistenziale e chiede interventi immediati. «Servono tutele reali per i medici e servono adesso. Si passi dalle parole ai fatti o verrà meno anche l'assistenza», avverte Tommasa Maio, segretario nazionale Fimmg Continuità assistenziale. «Quanto avvenuto al medico a Cologna Veneta, cui va la nostra solidarietà, è gravissimo - afferma - Non possiamo più accettare di essere esposti a questi rischi nell'assoluto immobilismo di quanti hanno la responsabilità di tutelarci». «Non è tollerabile - protesta Maio - che i medici impegnati in prima linea debbano essere alla mercé di questi soggetti e, per di più, che nulla si faccia per arginare il fenomeno e punire i colpevoli. Questo episodio è l'ennesima dimostrazione che l'inasprimento delle pene previsto dalla recente legge non è sufficiente». Per questo, ricorda una nota, Fimmg si batte da tempo affinché sia riconosciuto ai medici nell'esercizio delle proprie funzioni lo status di pubblico ufficiale. Una richiesta rispetto alla quale la politica si è sinora dimostrata sorda, osserva il sindacato. «Riconoscendo ai medici nell'esercizio delle proprie funzioni lo status di pubblico ufficiale - ribadisce Maio - le aggressioni si ridurrebbero, perché aggredire un medico sarebbe come aggredire un carabiniere. Con tutte le conseguenze del caso. Inoltre, eviterebbe a chi subisce violenza di dover vivere anche il trauma di battersi in solitudine per fare in modo che queste persone siano debitamente perseguite». 

Il sindacato evidenzia dunque un vuoto normativo, ma anche il frutto di enormi lacune di organizzazione del territorio. 

Ultimo aggiornamento: 17:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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