Morisi, cade lo spaccio. Il pm e la pista del ricatto: «Ipotesi che valutiamo»

La procura verificherà se l’ex spin doctor sia stato vittima di una trappola

Sabato 9 Ottobre 2021 di Giuseppe Scarpa
Morisi, cade lo spaccio. Il pm e la pista del ricatto: «Ipotesi che valutiamo»
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VERONA - «Indaghiamo per verificare eventuali ricatti che possa aver subito Luca Morisi». Non usa giri di parole il procuratore capo di Verona Angela Barbaglio. L’intera vicenda merita, evidentemente, un approfondimento. Questo non significa che gli inquirenti abbiano già riscontrato “episodi estorsivi” di cui è vittima l’ex spin doctor di Matteo Salvini. «Diversi giornali hanno ipotizzato un simile scenario - aggiunge il magistrato - non possiamo non appurare se simili condotte ci siano state».

Tradotto, gli investigatori passeranno al setaccio i giorni precedenti all’appuntamento di ferragosto tra i due escort romeni e Morisi.

Ad oggi, nel frattempo, rimane in piedi solo l’inchiesta per detenzione ai fini di spaccio. Anche se dall’indagine pare sempre più evidente come a portare la sostanza, il Ghb, la droga dello stupro, sia stato uno dei due accompagnatori del 47enne ingegnere informatico. E infatti, fonti vicine alla procura, parlano di una possibile richiesta di archiviazione da parte dei pm per quanto concerne la posizione di Morisi. Barbaglio, però, specifica che «ad oggi non è stata presa ancora nessuna decisione in merito». 

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LE CHAT

Le conversazioni in chat su Grinderboy – un sito di incontri omosessuali a pagamento per uomini – dimostrano che non fu l’allora capo della comunicazione della Lega a cedere il Ghb ai due 20enni con cui trascorse la notte del 14 agosto. Al contrario, furono loro a proporre di portare la sostanza a casa Morisi: «Ti portiamo G», scriveva Alexander, uno dei due. È probabile, perciò, che quando la procura di Verona riceverà l’esito delle analisi sul liquido sequestrato, farà decadere l’accusa nei confronti del 47enne. Tant’è che gli stessi inquirenti potrebbero ritenere persino superfluo interrogare l’ex guru social di Salvini.

Accolta di fatto, dunque, la linea dell’avvocato Fabio Pinelli, che da subito chiedeva di ascoltare il proprio assistito perché pronto a dimostrare di non aver ceduto alcuna sostanza illecita. Ora invece è probabile che a essere indagato sia Alexander, denunciato – insieme a Petre, l’altro escort presente a casa Morisi – per il possesso del flaconcino di Ghb trovato dai carabinieri.

 

LA VICENDA

«Ci hanno fatto un furto, ci hanno fatto un furto». Il 14 agosto scorso è questo il primo input che giunge agli investigatori che poco dopo arriveranno nell’appartamento di Morisi a Belfiore nelle campagne del veronese, trovando oltre all’ex spin doctor della Lega due ragazzi romeni che litigano. Fra le due parti c’è un conflitto in merito al compenso che Morisi deve dare agli accompagnatori per la serata appena conclusa. Il dato di fatto è che i militari trovano in strada i due ragazzi e l’ex social manager leghista. Quando perquisiscono l’auto, scoprono la boccetta con la presunta droga nello zaino del ventenne: «viene dalla casa di Morisi, quella roba è sua ma non so chi l’ha messa nel mio zaino, uno dei due che era con me direi», sostiene il romeno.

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Un’affermazione che dalle successive indagini compiute da inquirenti e investigatori non solo non trova conferma ma viene totalmente ribaltata. La droga l’ha portata uno dei due escort. E allora perché poi chiamare i carabinieri, denunciare un furto e dare la colpa di tutto a Morisi? Il 23 settembre il 47enne comunica di essersi dimesso dal proprio ruolo nella Lega a partire dall’inizio del mese per “questioni familiari”. Tre giorni dopo la notizia della perquisizione e dell’indagine diviene pubblica. Adesso la procura vuole capire se effettivamente l’ex spin doctor sia stato vittima di una trappola.
 

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