Libro a fumetti su Sergio Ramelli (FdG), scoppia la bufera politica

Giovedì 2 Maggio 2019
Libro a fumetti su Sergio Ramelli (FdG), scoppia la bufera politica
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VERONA - Un libro a fumetti  sulla storia di Sergio Ramelli - studente di destra ucciso a Milano nel 1975 - comprato in stock dal Comune di Verona e donato alle scuole superiori e alle biblioteche della città. Finisce sotto i riflettori una scelta del consigliere comunale Andrea Bacciga, detto "Barzi", che il 26 luglio scorso si era  rivolto a un gruppo di femministe presenti nella sala consiliare col saluto romano. Sempre lui lunedì, giorno dell'anniversario della morte di Ramelli, ha deposto una corona a forma di croce celtica nella via a lui dedicata a Verona.

L'opposizione insorge.
«Sergio Ramelli non viene ricordato quale vittima della violenza politica di quegli anni, sulla quale la riflessione è sempre aperta, bensì - non casualmente attraverso un fumetto - per inoculare il virus della bontà di quelle idee totalitarie e sanguinarie che il fascismo portava con sé", evidenzia in una interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell'Istruzione Marco Bussetti il sen.
Vincenzo D'Arienzo (Pd). Ma voci critiche sull'iniziativa arrivano da tutta Italia.  


Il libro si intitola: «Sergio Ramelli. Quando uccidere un fascista non era reato», edito da Ferrogallico, 

I FAVOREVOLI «Condivido in pieno l'inziativa di far distribuire nelle scuole di Verona il libro su Sergio Ramelli (che a Milano era fiduciario del FdG, Fronte della Gioventù), perchè le vittime di quegli anni devono avere tutte lo stesso rispetto, sia che militassero da una parte politica, sia che fossero dalla parte opposta». Così  il consigliere regionale veneto di FdI Sergio Berlato. «Noi abbiamo sempre condannato gli omicidi le vittime di tutti i totalitarismi, sia quelli commessi dal nazismo, che quelli dal comunismo, con la differenza che i primi risalgono a 70 anni fa, quelli commessi dal comunismo avvengono ancora oggi  e comunque, ripeto, condanniamo senza esitazione le violenze da qualsiasi parte provengano. Il problema è che ancora oggi si sente il terribile slogan 'uccidere un fascista non è un reatò, stigmatizza». 

ELENA DONAZZAN
«Ramelli aveva 19 anni quando, per un suo tema contro l'inerzia della politica che tardava nella condanna degli omicidi delle Brigate Rosse, venne indicato da un collettivo come persona da eliminare. Pochi giorni più tardi, alcuni sedicenti studenti universitari armati di spranghe e chiave inglese, lo uccisero sotto la propria abitazione». Replica così l'Assessore Regionale all'Istruzione del Veneto Elena Donazzan alle polemiche circa la proposta di distribuire nelle scuole del veronese il fumetto sull'uccisione di Sergio Ramelli: «Venne ucciso sotto gli occhi della madre che lo vegliò per 47 giorni: un'agonia per tutta Italia, che al tempo cercava di voltare lo sguardo altrove mentre qualcuno urlava che uccidere un fascista non è reato -continua l'Assessore Regionale - oggi questo orribile slogan riecheggia ancora, e qualcuno ancora crede che pensarla in modo diverso sia una buona ragione per giustificare aggressioni e violenza
».«Bene dunque la proposta di distribuire il fumetto su Sergio Ramelli nelle scuole, perché abbiamo il dovere morale di far conoscere ai giovani la tragicità degli anni di piombo, pagine di storia d'Italia: Ramelli deve divenire il simbolo non di una sola parte politica, ma di tutti coloro che non vogliono che odio e violenza tornino ad inquinare il dibattito politico», conclude l'Assessore Regionale.
Ultimo aggiornamento: 16:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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