Teorie gender e prof di religione licenziato, continua la polemica di monsignor Zenti: «Colpa dei media»

Sabato 2 Luglio 2022
Teorie gender e prof di religione licenziato, continua la polemica di monsignor Zenti: «Colpa dei media»
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VERONA - Continua la polemica innescata dalle lettera in campagna elettorale inviata dal vescovo di Verona, ora ex, monsignor Giuseppe Zenti. «Sono stati i media che hanno trascinato la questione in polemica», ha affermato nel giorno in cui il papa nomina il suo successore.

Zenti non arretra, dopo la polemica scaturita dalla sua lettera ai confratelli della diocesi con la quale invitava a non sostenere nelle elezioni chiunque sostenesse le idee gender. E risponde anche a chi ha protestato per il licenziamento di Marco Campedelli, il professore di religione del liceo Maffei che aveva criticato le sue parole: «Non è in comunione con me». «Chi insegna religione deve essere in comunione con il suo vescovo, punto - ha detto in una conferenza stampa -.

Se non lo è non può insegnare. Molte polemiche sono fuori luogo e sono state del tutto falsificate, io non sono entrato nella questione elettorale, io ho parlato con i miei preti, i miei familiari».

«Posso? - si chiede Zenti -. Perché la mia lettera è stata diffusa e poi trasformata in un argomento di polemica, io non ho intenzione di fare polemica proprio per niente». Secondo il vescovo la colpa è dei media, che «hanno trascinato la questione in polemica, cosa che io non voglio fare assolutamente». Poi ritorna sulla vicenda del professore. «Don Marco Campedelli è un mio prete, per lui prego molto perché vorrei che fosse un bravo prete. Ogni insegnante di religione, come è noto, ha un incarico annuale. Chi non è in comunione con il vescovo non può essere insegnante per l'anno successivo. In questo momento non è in comunione con me, lo ha detto apertamente e mi dispiace da morire perché è un prete a cui voglio bene e a cui ho sempre voluto bene e non ho capito cosa sia successo. Chiedo a voi dei media, ora - ha concluso Zenti -, che lo aiutiate a rientrare in se stesso e avere buon senso. Perché volete trascinarmi in queste polemiche che dentro di me hanno fatto male da morire. Non ho voglia di polemiche vorrei parlare con un po' di ragionevolezza». 

«Nessuno né della stampa, né delle persone che hanno manifestato in difesa del diritto di don Marco di continuare l'insegnamento della religione cattolica nel liceo Maffei, hanno evidenziato un aspetto fondamentale: cioè che don Marco Campedelli è un sacerdote diocesano». Una nota diffusa stasera da don Domenico Consolini, direttore del servizio Irc della diocesi di Verona, torna sul caso del sacerdote che insegna religione al liceo Maffei di Verona che si è dissociato dalle posizioni in tema di gender espresse in una lettera dal vescovo Giuseppe Zenti. «Il giorno dell'ordinazione, il 13 maggio di 33 anni fa, don Marco ha messo le sue mani nelle mani del Vescovo e gli ha promesso 'filiale rispetto e obbedienzà, senza che nessuno lo obbligasse a far questo se non la sua libera coscienza come risposta ad una chiamata dall'alto - si puntualizza - . Il rapporto quindi che lega don Campedelli al Vescovo è di natura non solo pastorale o giuridica, ma anche sacramentale, per chi ci crede. Quindi quando il Vescovo dice che don Marco non è in comunione con lui fa riferimento non solo all'idoneità per l'insegnamento della religione, ma anche a questo aspetto. Don Marco è stato mandato al Maffei 22 anni fa come sacerdote, non come laico. Chiediamoci se il suo antagonismo in nome di una libertà di coscienza svincolata da ogni responsabilità possa oggi configurare ancora la possibilità di una sua riconferma come sacerdote al liceo Maffei».

Lo statuto giuridico degli insegnanti di religione cattolica - prosegue la nota - è particolare, e ci sono docenti assunti a tempo indeterminato in quanto vincitori di concorso, docenti incaricati annuali e supplenti. Don Marco rientra nella categoria degli «incaricati annuali», con contratto stipulato dall'autorità scolastica su proposta dell'Ordinario diocesano e durata dal 1 settembre al 31 agosto dell'anno successivo. Don Consolini si augura «che da qui al primo settembre ci possa essere tutto il tempo perché don Marco Campedelli parli con il Vescovo e attraverso questo 'dialogò e 'incontro personalè si possano trovare le vie per affrontare e risolvere le dinamiche di divisione di questi giorni». La nota si chiude con la richiesta «a don Marco di perseguire questa via piuttosto che quella dell'esposizione mediatica, perché si possano trovare dei punti di incontro ed una rinnovata 'intesa e comunione con il Vescovò per lui tanto più importante e necessaria in quanto sacerdote».

Ultimo aggiornamento: 20:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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