VERONA - Dice di sentirsi ancora «leghista, federalista, autonomista», come invece «non lo è più la Lega», di cui pure è stato segretario veneto. Ma ora Flavio Tosi è un deputato di Forza Italia e del suo presidente Silvio Berlusconi condivide tutto, anche l'opinione sulle responsabilità del conflitto in Ucraina: «La guerra è colpa di Zelensky, perché è lui che coi carri armati è andato dalla parte di là, su questo non ci piove». Dichiarazioni consegnate a "Un giorno da pecora" su Rai Radio 1, con le inevitabili polemiche.
Subito dopo la puntata va infatti all'attacco Benedetto Della Vedova, parlamentare di +Europa, parlando di «accusa lunare» che apre una crepa nel centrodestra a trazione Fratelli d'Italia: «La maggioranza di Meloni sull'Ucraina è divisa, anzi: non c'è».
Anche su questo l'azzurro è in piena sintonia con il suo leader: «Condivido in pieno quanto ha detto Berlusconi. Zelensky prima di fare il presidente, il giorno prima, faceva il comico. E forse poteva lavorare come comico nelle reti Mediaset, invece che fare il premier. È un dato di fatto che se ci fosse stato un presidente diverso, probabilmente non ci sarebbe stata la guerra». Cucciari e Lauro osservano che l'ucraino è stato eletto democraticamente. «E che vuol dire? In Italia rilancia Tosi sono stati votati pure i grillini e poi se ne sono amaramente pentiti». Sulle possibili soluzioni, per il deputato scaligero indica la necessità di un negoziato: «La guerra finisce se Zelensky accetta di sedersi con Putin o viceversa. Bisogna sedersi ad un tavolo per arrivare alla pace, come ha detto Berlusconi, questa non è la nostra guerra, è il conflitto degli americani e dei cinesi».
UN POCHINO
Gli viene ricordato che Umberto Bossi, ai tempi della Lega ancora Nord, lo accusava di essere «uno stronzo» e di aver «portato i fascisti» nel Carroccio. «E io gli ho risposi sorride Tosi che tutti siamo un po' stronzi. E tra le due cose mi sento semmai più stronzo...». Cucciari osserva che «una cosa è un reato, mentre l'altra no». Il forzista la corregge così: «Non è più un reato definirsi fascisti, è l'apologia ad esserlo, essere fascisti non lo è secondo me. Oggi mi sento un po' stronzo e un po' fascista, un pochino però». Infine l'avvertimento: «Ho quattro pistole. Sul comodino ne tengo una sola, senza il colpo in canna. Devi scarrellare e poi puoi sparare. Se ci fosse qualcuno che entra in camera di notte, che non sia moglie, io sparerei».
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