Medico di base infettata da paziente polemica con Zaia: «Vada lui a fare i tamponi»

Martedì 3 Novembre 2020
foto di repertorio
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VERONA - Mamma di tre figli, medico di base a Verona e sindacalista della Fismu (Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti), Franca Mirandola domani tornerà a casa dopo sette mesi di ospedale a causa del Covid. «Mi ha infettata un paziente del mio studio - racconta - e io a mia volta ho contagiato mio marito.

Lui si è rimesso in breve tempo, io da mesi combatto con "la bestia"». Il virus, dice, «l'ha colpita duramente, portandola due volte in fin di vita in rianimazione. E ancora lotto - aggiunge - con le conseguenze della malattia».

Alla vigilia delle dimissioni, la dottoressa polemizza con il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha chiesto a tutti i medici di base della regione di fare in ambulatorio il test Covid ai loro pazienti. «L'ordinanza interpreta punitivamente un già inconsistente, e inadeguato, accordo nazionale, che da una lato impone l'obbligatorietà per i medici di fare i test per il coronavirus, dall'altro prevede la necessità che fossero fatti in sicurezza - sostiene Mirandola -. Una condizione, questa ultima, che esclude la maggioranza degli ambulatori, oltre l'80% delle strutture, e impone alle istituzioni pubbliche di mettere a disposizione locali adeguati, personale, e, in tutti i casi, sufficienti dispositivi di protezione personale». E conclude, rivolgendosi al presidente del Veneto: «Per fare un tampone, basta fare un mini-corso, non è necessario un medico: vada lei e la sua Giunta a farli, magari viene anche il ministro Speranza (che ha tanto celebrato l'accordo nazionale) senza dispositivi di sicurezza, come chiedete a noi».

Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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