Verona, impennata di contagi e vittime. «Paga la vicinanza a Brescia»

Mercoledì 25 Marzo 2020 di Angela Pederiva
Verona, impennata di contagi e vittime. «Paga la vicinanza a Brescia»
Coronavirus Verona. Di notte la facciata neoclassica di Palazzo Barbieri è illuminata dal Tricolore. «Verona è forte!», assicura il verde. «Ce la faremo!», incoraggia il rosso. Poi spunta un nuovo giorno. E magari fosse bianco, il bollettino del Coronavirus. La curva del contagio continua a crescere nella città scaligera e nella sua provincia: i casi totali sono 1.236, cioè 137 in più nel giro di trentasei ore, con 47 decessi (di cui 8 solo ieri) a fronte di 90 dimissioni. Numeri che lo rendono il secondo cluster del Veneto, dietro a Padova: «Siamo preoccupati», dice il governatore Luca Zaia.

LA CENERENTOLA
Nella prima settimana di emergenza, Verona era rimasta a zero. «Una cenerentola dei focolai», la descrive lo stesso presidente della Regione. Ora invece la corona è arrivata, ma con il virus. «Senza voler colpevolizzare nessuno aggiunge Zaia forse quest'area sta pagando il conto anche di una contiguità con altre zone, come Brescia». La provincia lombarda è arrivata a 6.298 casi, di cui 393 nell'arco di una giornata. Di mezzo c'è solo il lago di Garda, ma non esiste spartiacque nelle epidemie. 

Per questo Francesco Cobello, direttore generale dell' Azienda Ospedaliera di Verona, non vuole perdersi in ragionamenti geografici: «Quello che importa adesso è che continuiamo a lavorare con grande attenzione e cautela. I nostri dipendenti sono motivati e impegnati, colgo anzi l'occasione per ringraziarli, perché stanno dando il massimo anche per tranquillizzare i cittadini. Certo, dobbiamo però provvedere anche alle Terapie Intensive: c'è ancora qualche posto libero, ma ne stiamo attrezzando degli altri, sia a Borgo Roma che a Borgo Trento». 

L'ORDINANZA
Nel frattempo il Comune ha deciso di prorogare al 3 aprile l'ordinanza che sarebbe dovuta scadere oggi. Resteranno quindi chiusi 99 parchi, 22 aree verdi non recintate e 6 piattaforme polivalenti, ma anche impraticabili per i pedoni le piste ciclopedonali e le alzaie dell'Adige, con divieto di sedersi sulle panchine e di allontanarsi con il cane oltre 200 metri da casa. «I numeri osserva il sindaco Federico Sboarina ci dicono che dobbiamo continuare su questa strada. La progressione è ancora importante, probabilmente figlia di una serie di comportamenti delle scorse settimane. Ci aspettiamo di vedere nei prossimi giorni il frutto dei sacrifici che quotidianamente stiamo facendo. Ma intanto non voglio più vedere in giro per la città gente che non ha qualche tipo di protezione».

I DISPOSITIVI
È così in corso la distribuzione dei dispositivi donati da Grafica Veneta alla Regione. «Da poco siamo diventati la città più popolosa del Veneto, quindi ci vuole pazienza per distribuirne 300.000, in pacchettini da tre nelle cassette della posta», sottolinea il primo cittadino. Frattanto il gruppo veronese Calzedonia ha riconvertito alcuni dei suoi stabilimenti, fra cui quello trentino di Avio, alla fabbricazione di camici e mascherine. In questa fase iniziale la capacità produttiva è di 10.000 esemplari al giorno, grazie all'acquisto di macchinari speciali e all'adeguamento delle cucitrici, che hanno consentito di strutturare una linea semi-automatica. «Ringrazio il presidente Sandro Veronesi, che ci ha regalato 5.000 pezzi da consegnare a chi è in prima linea», rimarca ancora Sboarina. 

Altre 10.000 mascherine, le quasi introvabili Ffp2, sono state invece omaggiate dall'azienda cinese Aukey all'istituto Sacro Cuore Don Calabria. Dentro ogni involucro è custodito un messaggio di solidarietà e di speranza: «Siamo petali dello stesso fiore poiché solo se ci stringiamo nello stesso punto dell'infinito riusciamo ad essere qualcosa di meraviglioso».

LE PERDITE
Orribili sono invece le previsioni della stagione turistica per le 60 piccole imprese del settore nautico e servizi situate sulla sponda veronese del lago: si parla del 100% di perdite. «Ci vorranno due anni per ricostruire non solo l'immagine dell'Italia e del lago di Garda, ma la stessa capacità competitiva che fino ad ora ci distingueva», afferma Ilenia Mosele, presidente di Assonologarda, realtà aderente a Confcommercio Verona. 
Come se non bastasse, Vinitaly è stato rinviato al prossimo anno e la stagione in Arena è a rischio. «Chiaro che Vinitaly è il fiore all'occhiello della nostra Fiera riflette il sindaco Sboarina ma è stato necessario spostarlo al 2021. Tuttavia sono ancora più preoccupato per l'Arena. A differenza delle altre Fondazioni lirico-sinfoniche, la nostra ha due peculiarità tali da determinare un impatto particolarmente negativo. La prima: è un teatro da 13.500 posti, non da 1.000 o 1.500, per cui la mancata vendita di così tanti biglietti è estremamente pesante. La seconda: il cuore della stagione areniana è nel periodo estivo, quindi mentre i teatri invernali hanno fatto in tempo a salvarsi e avranno il tempo di ripartire, noi è adesso che non possiamo lavorare. Per questo chiederò al Governo un intervento strutturale e particolare per Fondazione Arena: è un bene troppo importante per l'economia della nostra città».
Ultimo aggiornamento: 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci