Insospettabile anziano con reperti archeologici e fossili dell'era mesozoica e dell'età del bronzo: denuncia e sequestro

Il collezionista ultrasettantenne dovrà rispondere di ricettazione di beni culturali. In corso verifiche sui preziosi ritrovamenti

Lunedì 27 Marzo 2023
Parte del materiale sequestrato

VERONA - Una collezione di reperti archeologi che risalgono all'era mesozoica, vale a dire a decine di milioni di anni fa, e di frammenti di ceramica di antichi vasi dell'età del bronzo, databili quindi in un’epoca compresa tra i 3000 e i 5000 anni fa. Oltre a questo molto altro, tutto a casa di un ultrasettantenne. I finanzieri della compagnia di Soave, durante un controllo fiscale nei confronti di un contribuente dell’est veronese si sono imbattuti in una vera e propria collezione privata di numerosi reperti paleontologici tra cui fossili di cefalopode (ammoniti) del periodo mesozoico e frammenti di oggetti dell’età del bronzo, oltre ad antichi frammenti coroplastici, cioè di lavorazioni in terracotta.

All'interno dell’appartamento l’appassionato proprietario ultrasettantenne aveva disposto ordinatamente e catalogato buona parte dei reperti.

Il sorprendente ritrovamento

Al fine di verificare l'autenticità dei reperti i finanzieri hanno attivato il Comando Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri di Venezia e un esperto in paleontologia, per accertare l’illecita detenzione di 21 ammoniti risalenti all’era mesozoica, oltre a due teche contenenti 17 frammenti ceramici di antichi vasi dell'età del bronzo. Nei confronti del collezionista è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Verona per “ricettazione di beni culturali”, norma introdotta circa un anno fa nell'ordinamento penale che tutela l’immenso patrimonio storico e archeologico del nostro Paese punendo chiunque abbia acquistato, ricevuto o comunque occultato beni culturali appartenenti allo Stato.

Denunciato per ricettazione di beni culturali

L’uomo, ancor prima di rendere conto della sua correttezza fiscale, dovrà quindi ora chiarire la provenienza e le ragioni della detenzione dei reperti rinvenuti nella sua abitazione. Quanto sequestrato è  ora a disposizione dell'autorità giudiziaria, presso la sede della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Verona che potrà procedere a più approfondite analisi dei reperti. Se il provvedimento diverrà definitivo, i preziosi reperti potranno essere restituiti alla collettività. 

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