Zambon: «L'Italia andava informata Ma ho toccato dinamiche di potere»

Lunedì 19 Aprile 2021 di Angelo Pederiva
Zambon

VENEZIA - Ranieri Guerra l'ha definito «il somarello di Venezia», ma Francesco Zambon si sente piuttosto «il pesce piccolo». L'ha confidato lo stesso trevigiano a "Non è l'arena", ieri sera - 18 aprile -  su la7, spiegando il titolo del suo libro e il senso della sua denuncia: «Non mi disturba più di tanto essere considerato un asinello, animale che lavora molto e che quando raglia si fa sentire. Però il pesciolino riesce a liberarsi dalla rete più facilmente dei pescecani e in quel periodo avevo la sensazione di essere in una bolla di vetro di assoluta incomunicabilità». Per questo il ricercatore si è dimesso dall'Organizzazione mondiale della sanità, di cui ora auspica «una ristrutturazione», ma intanto è chiamato a commentare il tema del giorno: Roberto Speranza sapeva o no del contestato rapporto? Risposta del 48enne: «È una cortesia istituzionale quella di informare il Paese sull'attività fatta. Questo era compito di Guerra, purtroppo non lo ha fatto e si è generato questo malcontento. Dopo di allora il ministro comunque non mi ha mai chiamato ed escludo che lo faccia».
I FILI
Domanda a Zambon del conduttore Massimo Giletti: quali fili ha toccato?
«Penso che siano le dinamiche di potere importanti, che vanno ben al di sopra dell'Italia: con buona pace di ministero della salute e Istituto superiore di sanità, riguardano il rapporto tra Stati membri e Oms, che deve essere un'organizzazione indipendente». La sparizione del dossier avvenne alle 12.46 del 14 maggio 2020. «Ho chiesto che venisse ritirato ha precisato Zambon per una correzione sulla cronologia della Cina. L'errore è stato corretto in un paio d'ore, dopodiché doveva essere rimesso online. Ma alle 13, cioè 14 minuti dopo, mi è arrivata l'email che toglieva a me la facoltà di farlo. Mi venne detto che poteva deciderlo solo il direttore regionale dell'Oms Europa perché vanno sistemate un paio di cose. Evidentemente si trattava dei fatti emersi dalle chat, che all'epoca ovviamente non conoscevo».
LA COMMISSIONE
Intanto sul caso interviene l'ex senatrice dem Laura Puppato, che conosce personalmente Zambon: «Francesco è un uomo specchiato, che non si piega di fronte a prepotenze e abusi. Una commissione d'inchiesta sull'Oms? Quando il presidente Luca Zaia ne parla, spero che non la intenda solo per la banalità della censura sul merito del Veneto nella prima ondata. La commissione d'inchiesta avrebbe sì il dovere d'esistere, ma per mettere in luce gli errori spaventosi commessi nella seconda ondata, quando invece siamo stati la peggiore regione d'Italia, con situazioni su cui spero indagherà la Procura vista la quantità di vittime accumulate».
 

Ultimo aggiornamento: 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci