Zaia: ​«Covid center verso la sospensione delle attività ordinarie». Area gialla: «Dura poco, e dopo viene il rosso. Se è necessario faremo micro lockdown»

Giovedì 5 Novembre 2020 di Beatrice Mani
Covid, Veneto "giallo". Zaia avverte: «Quello delle aree non è un gioco a premi e non deve diventare una guerra tra poveri»
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Luca Zaia in diretta anche oggi, giovedì 5 novembre 2020, per le ultime notizie sul Coronavirus nella nostra regione e sulle misure da adottare per contrastare la pandemia. Ieri i veneti hanno saputo di essere in "fascia gialla" per il Governo Conte, ossia quella di moderata criticità, e dovranno seguire alcune regole a partire da domani, venerdì 6 novembre.

Ieri il presidente ha lanciato la proposta di poter effettuare i tamponi anche dai medici veterinari, già convocati i rappresentanti per riuscire ad arrivare a un accordo, a questi, ha spiegato oggi, si potrebbero aggiungere dentisti, odontoiatri e personale oss.

Intanto oggi si è verificato un record di contagi in Veneto, Zaia ha avvisato: «Il virus c'è, bisogna tenere sotto controllo il contagio, faccio appello ai cittadini». Dalla zona gialla, per Zaia è un attimo passare alla zona rossa, alle chiusure e al lockdwn. Su questi ultimi, per altro, il presidente ha spiegato che la Regione ha la possibilità di emettere ordinanze più restrittive rispetto al Dpcm e, qualora si rendesse necessario, procederà con micro lockdown geolocalizzati.

Zaia in diretta oggi

Il bollettino

Quasi 2 milioni e 400mila tamponi. Positivi da inizio pandemia 68mila, nelle ultime 24 ore 3264 in più. 40719 gli attualmente positivi. In isolamento 17622 cittadini. Ricoverati nelle 24 ore 1274 (+81), in terapia intensiva 170 persone (+15). Morti 2516. IL BOLLETTINO DI OGGI - LEGGI TUTTO

Covid center

Continuano a crescere sia i ricoveri che le terapie intensive, «il virus c'è, questo è poco ma sicuro» - ha confermato il governatore Zaia -. Nei Covid Center si va alla sospensione totale delle attività, eccetto oncologici e punti nascita.

Ma ambulatori e tutto il resto viene sospeso. La pressione del virus si sente in molte zone, penso a Padova, dove sono stati caricati molti pazienti». Si procede quindi con la trasformazione degli ospedali dedicati al coronavirus in luoghi dove ogni altra attività verrà fermata fino al ritorno alla normalità.

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Area gialla, poi viene il rosso

«La situazione è di allerta, critica, non sappiamo che evoluzione avremo, il modello matematico ci dice che a metà novembre si raggiunge il picco. Il modello dice che si arrivi intorno alle 250-300 terapie intensive all'apice. Abbiamo circa 1000 terapie intensive allestite». Zaia fa il punto della situazione citando l'algoritmo del Veneto, punto di riferimento nella prima ondata di pandemia a marzo, poi ammonisce: «L'area gialla non è verde... e il giallo dura poco e dopo viene il rosso, ve lo dico. Non stiamo facendo un gioco a premi».

Come evitare l'area rossa

«I 21 parametri sono complicati - aggiunge Zaia -, da un lato guardano la situazione ospedaliera che compete a noi istituzioni e operatori, ma dall'altro valutano anche i numeri dei contagi e questo compete ai cittadini. Si parla dell'Rt, ha detto Zaia richiamando i veneti al senso di responsabilità. Dobbiamo usare ossessivamente le mascherine ed evitare gli assembramenti. I focolai fra parenti, domiciliari, sono tantissimi, ma anche nelle cene fra amici e aziendali. Perfino sanitari si sono infettati a delle cene aziendali fra sanitari. Evitiamo anche gli spostamenti. Se vedo uno con la mascherina portata male penso che quello mi sta portando in area rossa. Questo è un appello agli irriducibili che non credono ancora al virus, a loro servirebbe un giro nelle terapie intensive e senza mascherina, per provare il brivido. Vorrei uscirne con i minori danni possibili e il più presto possibile da questa pandemia. Cerchiamo di non guadagnarci l'area rossa. Faccio anche un appello ai ragazzi: quando vedete qualcuno senza mascherina pensatelo che vi sta portando in area rossa».

Video

L'algoritmo del Veneto

Gianpaolo Bottacin, l'assessore regionale alla Protezione Civile, spiega che l'andamento delle curve di marzo e oggi sono simili, anche se in questa ondata l'incremento è minore. I degenti in area critica è cambiato: sono meno. Mentre ci sono tanti pazienti in area non critica. «Siamo quindi concentrati sui posti letto delle terapie non intensive. In primavera, inoltre, c'era il lockdown, e si ridussero infortuni sul lavoro e incidenti stradali: oggi non sarà così, per cui anche queste persone potranno avere necessità di ricoveri in terapia intensiva, dobbiamo avere un margine di posti ampio».

Il problema informatico

«Non ho passato giornata a fare incontri, a fare, brigare. Ho sentito qualche collega perché non c'erano informazioni. Chiedete a Fedriga, a Emiliano. Ho evitato di stressare Bonaccini». Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, a proposito della decisione governativa sulle aree regionali. «Ci hanno chiesto un dato sul punto 1.1 dei ricoveri - ha aggiunto - e abbiamo risolto perché c'era un problema informatico. Non abbiamo avuto interlocuzioni e ci risulta di averli sempre mandati aggiornati. I nostri dati sono noti e trasparenti».

Non andate al Pronto Soccorso

«Molti pazienti arrivano da soli in Pronto Soccorso - afferma Zaia -, ai cittadini dico di mettersi in autoisolamento quando hanno sintomi, chiamare il medico di base che deve darvi al telefono le prime indicazioni, ma evitate di andare al Pronto Soccorso, che è un luogo nel quale se non siete infetti potete infettarvi».

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Veneto in area gialla

Ieri sembrava che fossimo in area arancione, dopo cosa è cambiato? «Ogni Regione ha avuto un momento con il Cts per avere la possibilità di spiegare come funziona il sistema sanitario e far comprendere il perché dei contagi - ha raccontato ancora il governatore Zaia -. Da Roma hanno utilizzato dati dal 18 al 25 ottobre e ci sono state delle rimostranze perché erano dati vecchi. Poi abbiamo segnalato già giorni fa l'aspetto non contemplato che il numero dei positivi deve essere valutato sui tamponi molecolari ma anche su i test rapidi. Così facendo avremmo il record nazionale di positivi, ma è solo un fatto amtematico e non epidemiologico. Si passa da un'area all'altra con velocità - ha spiegato - in una 15ina di giorni può cambiare tutto, per questo è fondamentale portare la mascherina».

Veneto arancione? Roba da Whatsapp

«Questa storia del Veneto in arancione è roba da Whatsapp». Lo ha detto ai giornalisti il presidente regionale Luca Zaia, in merito alla classificazione del Veneto in zona gialla. «Ieri - ha aggiunto - mi hanno mandato di tutto, una montagna di putt… Comunque eravaMo sicuri dei dati che avevamo, se avessimo avuto una situazione diversa avremmo interloquito in maniera diversa. Non ci sono retroscena, la situazione è così, ieri sera ho ascoltato il Presidente del Consiglio, ho letto un'agenzia che il Veneto è zona gialla. Detto questo niente festa e testa bassa».

Imminente una rivalutazione della situazione in Veneto?

Zaia afferma di non essere a conoscenza di notizie di questo genere.

Cosa succederà il 15 novembre, quando è previsto il picco?

«Non è il picco il problema ma la gestione sanitaria - afferma il presidente - è la qualità del processo che viene valutata e pesa moltissimo anche l'Rt».

Micro lockdown

«Se avessimo la necessità di micro lockdown li faremo nell'interesse dei cittadini. Le Regioni hanno questo potere di emettere ordinanze più restrittive del Dpcm», ha avvertito il presidente Zaia. Potrebbe quindi arrivare, in caso di territori particolarmente colpiti dal virus, come è successo con il Comelico, ad emettere ordinanze per stabilire lockdown geolocalizzati.

Tamponi dai veterinari

«Stiamo ragionando di fare anche corsi veloci con gli Oss per fare i tamponi. Sui veterinari alcuni hanno sollevato il problema di un rischio denuncia perché non possono mettere le mani sugli umani, noi l'incontro lo faremo coinvolgendo veterinari, dentisti e farmacisti. Le stesse polemiche ricordo di averle sentite a marzo per i respiratori e facemmo il censimento di tutti i respiratori nelle cliniche veterinarie: le macchine erano le stesse ma si sollevò un polverone. Se il problema è la formazione non si preoccupino, ci pensiamo noi. Se in guerra guardiamo le doppie punte allora la guerra la perdiamo. Abbiamo l'obbligo davanti ai cittadini di provarle tutte. Abbiamo medici in pensione che ci hanno chiamati dicendoci che sono a disposizione per andare a fare tamponi, per esempio».

Punto tamponi in ogni paese?

«Noi siamo chiamati a risolvere i problemi, se in ogni paese ci fosse un punto tamponi aperto un'ora la mattina e uno la sera, ne faremmo tantissimi», questo è il sogno del presidente del Veneto, e il coinvolgimento di personale medico, come dei veterinari e dei dentisti per ampliare lo spettro dei tamponi fatti ai cittadini, va tutto in questa direzione.

Mercati nel fine settimana

«I mercati, gli ambulanti - mi risulta -, sono aperti, mentre i centri commerciali sono chiusi. Nell'area gialla sembra essere questa la regola».

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Pubblicato da Luca Zaia su Mercoledì 4 novembre 2020

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Aree non sono gioco a premi

Oggi il governatore del Veneto Luca Zaia è tornato sull'argomento in un intervento su Rai Radio1 a Radio anch'io. «Quello delle aree non è un gioco a premi e non deve diventare una guerra tra poveri, non ci sono i primi della classe e gli ultimi. Dico ai miei cittadini: l'area gialla non ce l'hai a vita, se non si rispettano le regole aumentano i contagi e si passa di area, per cui: attenzione». Riguardo ai dati usati per definire le aree, Zaia ha ricordato che «ci sono 21 parametri, non è semplice metterli in fila. Ci vuole interpretazione. Ci sono anche i fattori umani che fanno la differenza. Bisogna andare tutti in area verde velocemente. Prima ne veniamo fuori e meglio è», ha concluso. 

Proteste, «non mi lamento»

«Penso che sia legittimo protestare, ma è fondamentale il contraddittorio. Io non vengo qui a lamentarmi». Lo ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia, ancora a Radio anch'io su Radio Uno Rai, a proposito delle reazioni alla suddivisione in zone regionali in base all'ultimo Dpcm.

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«Nel momento in cui c'è questo casino - ha aggiunto Zaia - e tutti i giorni facciamo la conta dei morti, penso sia fondamentale che il presidente del Veneto si occupi del Veneto. Le cose non sono mai perfette. C'è sempre qualcosa da dire o da rivendicare. Ma cerchiamo di andare avanti con l'obiettivo di uscirne fuori velocemente. Il picco dovrebbe essere il 20 novembre e poi la curva dovrebbe scendere. Ma nulla è certo». Per quanto riguarda infine le relazioni economiche tra Lombardia e Veneto: «Le movimentazioni sono garantite per il lavoro e la salute. I genitori, gli zii, i nonni, tutti, se non sono conviventi, devono portare la mascherina», ha concluso.

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Ore 20.25: tutto il Nordest è in fascia gialla. L'annuncio del premier Giuseppe Conte è arrivato a sera, al termine di una giornata a dir poco convulsa, fra l'estenuante attesa della classificazione regionale, la revisione cromatica delle zone di rischio (l'iniziale verde è stato modificato "per non trasmettere il messaggio sbagliato di un via libera"), la sfibrante diffusione di mappe farlocche, il rinvio a domani dell'entrata in vigore del decreto.

Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 16:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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